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Controlli sulla Spv? «I silenzi» dei pubblici poteri nel mirino dei comitati

Dopo le recenti notizie di stampa in merito allo stato di salute dei tunnel della Superstrada pedemontana veneto che attraversano Ovest e Alto vicentino, il Covepa punta l'indice sui «silenzi» di magistratura e Regione Veneto

«Durante questi ultimi giorni i media locali e regionali hanno dato conto» di alcune notizie preoccupanti «relative allo stato di salute delle gallerie tra Trissino, Malo e Castelgomberto della Spv, meglio nota come Superstrada pedemontana veneta. Ecco, al di là della questione di merito, al di là di tutto, ciò che ci lascia l'amaro in bocca è il silenzio pressoché totale di palazzo Balbi. La Regione Veneto in quanto concessionario dovrebbe chiaramente dire la sua». Invece dall'esecutivo regionale capitanato dal leghista Luca Zaia, «non ci sono giunti chiarimenti degni di questo nome: i cittadini e i contribuenti che hanno pagato di tasca loro per realizzare l'opera non meritano alcuna considerazione? La Procura di Vicenza e i giudici del Tribunale del Riesame che hanno  tralasciato le inchieste sui materiali nulla hanno da dire?». È questo il siluro che l'architetto Massimo Follesa ha sganciato oggi poco dopo mezzodì. Con un commento sulla bacheca Facebook della associazione, il professionista infatti è intervenuto nella sua veste di vicepresidente del Covepa, il coordinamento che da anni contesta il progetto della Spv. Per di più in una recente inchiesta pubblicata su Today.it Follesa peraltro si era soffermato proprio sul tema del rischio idrogeologico in capo ai cantieri. Lo stato delle galleria da giorni avrebbe impensierito non poco gli automobilisti che percorrono quei tunnel.

IL J'ACCUSE: LAVORI VELOCZZATI «PERICOLOSAMENTE»
Il Covepa peraltro sempre nel pomeriggio di oggi ha rincarato la dose con un dispaccio al vetriolo. «Che dire poi - si legge - delle nostre denunce sulla presenza dei Pfas in Spv e nei cantieri che l'hanno costruita? Disturbante è scoprire come sia la norma utilizzare prodotti con i Pfas per accelerare sistematicamente la presa dei calcestruzzi nelle infrastrutture, velocizzando pericolosamente i lavori, e che questi poi non compaiano minimamente nelle schede tecniche dei prodotti di importanti marchi edilizi diffusi in tutto il territorio nazionale e non». I Pfas sono i pericolosi derivati del fluoro da tempo al centro di uno scandalo ambientale che sta scuotendo il Veneto e non solo.

L'INTERVISTA ALL'AVVOCATO DESTRO
Il dossier Spv rimane caldo non solo per le recriminazioni della rete ambientalista, ma pure per quelle dei residenti che a ridosso dei cantieri di Malo - Vallugana nell'Alto vicentino avevano lamentato disagi a non finire e che per questo erano ricorsi al tribunale civile di Vicenza sperando in un indennizzo. L'esito di alcune cause non è stato salutato felicemente dal legale che li tutela ossia l'avvocato Giorgio Destro del foro di Padova. Il quale, in una lunga intervista, davanti alle telecamere di Vicenzatoday.it, ha spiegato per filo e per segno le ragioni dei suoi assistiti. E non è la prima volta che Destro mette le mani avanti in questo senso.

«INQUINAMENTO DELLA VITA DEMOCRATICA»
Ad ogni buon conto sul versante della denuncia pubblica le bordate più fragorose sono appunto quelle del Covepa. Il quale ricorda gli esposti e le denunce prodotte nel tempo, che a giudizio dell'architetto trissinese, non avrebbero avuto l'esito aspettato. E così (e non è la prima volta) sul girarrosto del coordinamento finiscono la Regione Veneto e la magistratura berica: «Abbiamo rilevato fattori di inquinamento strutturali della vita democratica nel territorio attraversato dalla Spv. Sono basati proprio sui silenzi di importanti poteri della nostra democrazia che permettono l'insinuarsi di una violenza inaudita, ben rappresentata da quella sulle donne vittime quasi quotidiane a cui in questa giornata rivolgiamo il nostro sostegno per l'affermarsi completo dei loro diritti e di quelli di tutti».

LO SCENARIO
E ancora, il Covepa non dimentica «la violenza sui luoghi di lavoro dove i morti si contano con cadenza giornaliera. Non possiamo ricordare poi fatti eclatanti passati nell'indifferenza di molte istituzioni locali come il pestaggio mafioso e l'arresto di esecutori e mandanti che testimoniano la presenza della malavita organizzata nei cantieri del Tav vicentino. Oppure le minacce di morte, in puro stile mafioso, emerse dal mondo della caccia e degli interessi delle alte valli della Lessinia orientale, contro un importante sottufficiale dei carabinieri forestali», ossia Davide Simeoni, «difeso solo dagli interventi provvidenziali e indipendenti degli alti comandi provinciali dello Stato e dimenticato dai sindaci del territorio».

GUARDA IL VIDEO DEI LAVORI NELLA GALLERIA SPV
ASCOLTA L'INTERVISTA A GIORGIO DESTRO

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