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Politica Bassano del Grappa

I dossier tiepidi del Caso Baxi e della diga sul Vanoi

La politica della città del Ponte in queste ore deve affrontare due temi che in passato avevano creato scintille: ma che oggi, dopo il ritiro di due proposte contestate, si sono parecchio raffreddati

La lista civica Bassano per tutti sta seguendo con molto interesse le numerose indiscrezioni di stampa che danno ormai per certo il prossimo insediamento di una nuova linea produttiva della ditta Baxi in uno stabilimento dismesso del comprensorio: quello della ex Abb di Marostica: lo scrive Paolo Retinò, coordinatore della stessa lista civica, in una nota diffusa ieri 6 febbraio.

LA BONACCIA
La probabile scelta della Baxi di rimanere sul territorio (e di non aprire un nuovo stabilimento fuori provincia o all'estero) sta trovando parere favorevole in campi settori della società della città del ponte. Una situazione di bonaccia che però è l'esatto opposto del clima di scontro totale che si registrò quest'estate: quando un asse unitario (che andava dalla giunta di centrodestra, all'assessore alla formazione della Regione Veneto Elena Donazzan, alla Cisl, alla Confindustria, fino ad alcune firme di peso de Il Giornale di Vicenza), si scagliò contro coloro che si opponevano ad una complicata operazione fondiaria. Che avrebbe dovuto rendere edificabile un lotto agricolo aumentando così la quota di campagna urbanizzata. L'ipotesi era quella di realizzare dal nulla, e sul verde, un maxi polo logistico e produttivo in cui ospitare la sede di una impresa commerciale, la Pengo, la quale a sua volta avrebbe liberato il suo sedime per permettere il raddoppio del vicino stabilimento industriale della stessa Baxi.

SCONTRO ESTIVO
Lo scontro attorno a questo risiko edilizio fu così violento che in consiglio comunale a Bassano del Grappa la maggioranza perse alcuni pezzi: in ballo infatti c'erano milioni e milioni di possibile aumento dei valori fondiari delle aree di campagna. Poi nei mesi seguenti, quando si è capito che il vertice aziendale, anche per le proteste scatenate in città, «aveva abbandonato l'idea della speculazione edilizia», la nebbia di guerra si è progressivamente diradata: fino alle indiscrezioni di questi giorni che starebbero mettendo tutti d'accordo.

L'AUGURIO
Indiscrezioni che Retinò commenta così: «Creiamo a Bassano un polo di innovazione, ricerca e sviluppo, lanciamo Bassano nel XXI secolo, rendiamola modello e locomotiva per altre città in collaborazione con le università e le varie associazioni di categoria. Vogliamo che le persone rimangano a Bassano, e che venga in città chi non ci abita, attratto dalla possibilità di valorizzare il proprio ingegno».

LA NOVITÀ
Ad ogni modo la politica bassanese e non solo deve confrontarsi anche con un altro dossier: quello della ventilata realizzazione di un bacino sul torrente Vanoi tra Bellunese e Trentino, per irregimentare le acque del fiume Brenta. Si tratta di un'opera per cercare di contestare la penuria d'acqua che di tanto in tanto affligge, lungo l'asta del Brenta, Bassanese, Vicentino e Padovano.

SCOPPOLA A PALAZZO BALBI
Ieri 6 febbraio il consiglio provinciale di Trento ha sonoramente bocciato, rifilando una vera e propria scoppola a palazzo Balbi, il progetto caro alla giunta regionale veneta e messo nero su bianco dal Consorzio di bonifica Brenta con sede a Cittadella nel Padovano. L'ente della città del Concilio, che già in passato aveva espresso alcuni dubbi, anche sulla scorta degli allarmi lanciati dalla galassia ecologista, ha votato una mozione bipartisan che chiude «definitivamente la porta» ad un contestatissimo progetto.  

LE INCOGNITE
Sono troppe le incognite ambientali e amministrative che lo stesso avrebbe dovuto affrontare: a partire dal no deciso dei Comuni e del residenti interessati, per non parlare dei rischi sul piano idrogeologico. Quest'estate la vicenda era divenuta oggetto di uno scontro al calor bianco tra settori della politica veneta e quella trentina.

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