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Economia

Continuano le polemiche per i 200 milioni sfilati al Fir

La decisione di palazzo Chigi di sottrarre risorse al monte indennizzi per gli ex azionisti colpiti dal crollo delle popolari, venete in primis, scatena reazioni senza fine

«Sembra incredibile ma invece è così». Sono queste le parole adoperate da Luigi Ugone, il presidente dell'associazione «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza». Ugone in un videomessaggio pubblicato ieri 10 agosto sul canale YouTube della stessa associazione commenta in questa maniera la decisione del governo capitanato da Giorgia Meloni, leader di Fdi, di sottrarre oltre duecento milioni al fondo statale, noto come Fir, destinato dalla legge finanziaria del 2019 agli indennizzi dei risparmiatori colpiti dal collasso delle ex banche popolari del centro e del nord del Paese. Le parole di Ugone arrivano a poche ore da quelle proferite da Andrea Arman, presidente del «Don Torta», un coordinamento che pure si batte per in difesa «dei risparmiatori traditi». Arman e Ugone nella loro invettiva contro il governo hanno usato argomenti simili. Se Arman però si è concentrato pressoché esclusivamente sul peso delle responsabilità attribuite a palazzo Chigi, Ugone di contro ha parlato pure dei possibili tentennamenti che avrebbero caratterizzato una parte del fronte delle associazioni che si sono battute per dare manforte agli ex azionisti e agli ex obbligazionisti delle banche popolari (BpVi e Veneto banca in primis) investiti dal tracollo degli istituti culminato tra il 2015 e il 2016. Le accuse della galassia dei risparmiatori giungono in un momento particolare per il mondo bancario. Che in queste ore deve affrontare il cosiddetto dossier della tassazione degli extra profitti.

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