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Economia

Risparmio tradito? «Le associazioni sono state abilmente usate dalla politica»

Il presidente del Coordinamento don Torta parla degli oltre 200 milioni di euro che sarebbero stati sottratti al fondo ristori previsto per il collasso delle ex popolari: ma punta l'indice soprattutto contro il ministro dell'Economia

Nonostante le promesse messe nero su bianco durante la campagna elettorale per le politiche del 2022 il governo della premier di Fdi Giorgia Meloni in seguito ad una decisione infausta del ministro dell'Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha deciso di privare di oltre 200 milioni la dotazione del Fondo indennizzo risparmiatori, il Fir, che lo Stato aveva istituito con una legge del 2019 al fine di procedere coi ristori degli ex azionisti ed ex obbligazionisti colpiti dal collasso delle ex popolari dell'Italia centrale e settentrionale: BpVi e Veneto banca in primis. È questo il succo di una durissima nota diramata ieri 8 agosto dall'avvocato valdobbiadenese Andrea Arman nella sua veste di presidente del Coordinamento associazioni banche popolari venete don Enrico Torta.

LA SCUDISCIATA
«Dal 2015 - scrive Arman - abbiamo combattuto l'impari scontro contro la grande finanza e con le forze politiche che ne erano e sono l'espressione; negli anni ci siamo appoggiati ed abbiamo dato il nostro sostegno a forze politiche di opposizione ottenendo una buona legge, il Fondo indennizzo risparmiatori, noto come Fir, una legge che poi è stata pian pianino mutilata da quelle stesse forze politiche che ci avevano consentito di scriverla e farla approvare».

Appresso Arman distilla un altro passaggio al vetriolo. «Comunque, fra mille difficoltà ed intoppi, quella legge è riuscita a dare dei soldi ai risparmiatori ed altri ne avrebbe dovuto dare sino ad arrivare a distribuire il famoso miliardo e mezzo di Euro che era la dotazione della misura legislativa. Con il nuovo governo, formato da quei partiti politici che ci avevano sostenuto nella nostra battaglia, confidavamo che la questione fosse chiusa e che lo Stato italiano avrebbe rispettato e dato esecuzione ad una propria legge. Invece, dimentichi delle promesse fatte dai palchi e per iscritto, i nuovi governanti sono riusciti a fare quello che non era riuscito neppure ai passati governi che avevamo combattuto perché troppo sensibili ai soli interessi della grande finanza e del mondo bancario».

In questa circostanza l'avvocato di Valdobbiadene è particolarmente caustico perché ricorda le battaglie contro il precedente esecutivo, quello tecnico condotto dall'ex premier Mario Draghi, più volte identificato come un gabinetto molto prono nei confronti dei desiderata della finanze e delle banche.

LETTURA IN FILIGRANA
In filigrana quindi Arman fa capire che l'attuale esecutivo di centrodestra, considerato più vicino «alla middle class produttiva del Nordest», la più colpita dal tracollo delle ex popolari (per prima la Banca popolare di Vicenza, poi VeBa e a seguire Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti), ha tenuto una condotta ancor più lesiva degli interessi dei piccoli risparmiatori (fra i quali tantissimi udinesi): de facto impedendo la redistribuzione tra gli aventi diritto del residuo del fondo da 1,5 miliardi inizialmente previsto dalla legge finanziaria del 2019. Che i giocatori di una partita infinita fossero vicini a toccare i fili dell'alta tensione peraltro lo aveva già fatto capire l'associazione «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza» con un intervento carico di pathos del 28 luglio.

L'ESCALATION
Tuttavia quella di Arman costituisce una vera e propria escalation. Che in qualche maniera fa ancora più rumore. Perché se lo scetticismo verso il centrosinistra del blocco sociale che rappresenta i risparmiatori del Nordest è cosa nota, il fatto che una sorta di ultima e violentissima coltellata alle spalle sia stata inferta dal centrodestra «amico», specie dal Carroccio, ha ulteriormente fatto salire la mosca al naso a quei risparmiatori elettori che nelle promesse di Meloni e della sua colazione avevano visto una sorta di approdo sicuro per le proprie speranze. Epperò la doccia gelata attribuita alla decisione di Giorgetti, da sempre amicissimo di Draghi peraltro, ha ulteriormente esasperato il malcontento.

LA QUERELLE TRA ASSOCIAZIONI
«Adesso - spiega Arman - assistiamo ad una polemica tra associazioni che tutelano i risparmiatori - giacché alcune fra queste sono state tacciate di essere la causa di tale decisione governativa». Il riferimento è proprio al j'accuse del 28 luglio di «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza». Chi è stato accusato di contro, riporta ancora l'avvocato trevigiano, si difende sostenendo come alla fin fine sia stato meglio avere quel miliardo abbondante finito nei conti degli aventi diritto piuttosto che niente visto che a Roma tirava brutta aria per i risparmiatori. «Ma nelle stanze romane dei bottoni - puntualizza Arman - non stanno seduti proprio quelli che ci avevano fatto tante belle promesse in campagna elettorale?».

ASPETTO CRUCIALE
Tuttavia a giudizio del Coordinamento don Torta in un contesto del genere la condotta delle associazioni c'entra fino ad un certo punto. Chiaramente ci sono «quelle cronicamente filogovernative che volevano costringere i risparmiatori desiderosi degli indennizzi alla roulette degli arbitrati previsti dalla legge Baretta Puppato Santini». Patrizio Miatello esponente di punta del Coordinamento Ezzelino da Onara tra l'altro di recente, rimarca Arman, «di recente dai microfoni di Radio gamma cinque ha affermato di non credere» nella giustizia di questo Paese. «Allora uno si domanda - prosegue lo stesso Arman - come mai Miatello abbia sostenuto una legge che metteva ogni decisione in mano ai giudici».

Ad ogni modo, al di là delle punture di spillo verso Ezzelino da Onara Arman sostiene che tutte le associazioni siano state abilmente usate dalla politica «per dare una formale copertura di condivisione ad una scelta che è stata solo ed esclusivamente del governo». Ma come la pensa al riguardo il Coordinamento Ezzelino da Onara? Contattato direttamente da chi scrive Miatello spiega che farà conoscere il proprio punto di vista nelle prossime ore.

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