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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia Montecchio Maggiore

Alla Fis «si asciuga la busta paga»: il sindacato alza la voce

Secondo gli addebiti della Usb l'azienda avrebbe deciso di non corrispondere più su base mensile il premio di produttività ma di versarlo tutto tra due anni: i lavoratori però non sono d'accordo e bollano la novità come «violazione degli accordi contrattuali»

«Si asciuga la busta paga» dei dipendenti della Fis e il sindacato Usb organizza un sit-i cui partecipano una mezza dozzina di persone davanti allo stabilimento chimico di Montecchio Maggiore. Il presidio è cominciato oggi 10 febbraio alle 13 davanti ai cancelli della fabbrica ed è durato un'oretta. I lavoratori sostengono che il vertice aziendale abbia deciso di punto in bianco di stralciare dal mensile percepito un centinaio di euro come premio di produzione. «Si tratta di una violazione degli accordi contrattuali precedentemente stabiliti» fa sapere il segretario veneto dell'Usb Claudio Germano Raniero.

IL CAMBIO DI PROPRIETÀ
«La società - rimarca quest'ultimo - ci fa sapere che i premi saranno conferiti tutti in una unica soluzione ma nel lontano 2025. Il che non è una soluzione accettabile. Chi vive di stipendio se sa che ha le forze di «programmare delle spese perché aveva previsto un certo reddito, di fronte ad una situazione del genere, può trovarsi in difficoltà, visti i tempi che corrono. E poi la cosa fa a pugni con quanto stabilito nel contratto». In alcuni casi di tratta di un centinaio di euro al mese: in altri si parla di cifre annue che oscillano attorno ai seimila euro lordi. Questo almeno è l'affresco reso dai lavoratori. I quali sottolineano pure che dopo il cambio di proprietà dell'impresa (dalla famiglia vicentina Ferrari «al fondo privato statunitense Bain capital») siano parecchi i campanelli d'allarme suonati tra un corridoio e l'altro.

VOLANTINAGGIO DAVANTI AI CANCELLI
Si tratta di concetti ripresi in qualche modo in un volantino fatto circolare dall'Usb nel pomeriggio proprio davanti ai cancelli della fabbrica. Il sindacato poi ribadisce come  queste criticità si siano materializzate quando alla famiglia Ferrari, vecchio proprietario della spa, la quale produce e tratta sostanze chimiche di base e non solo, si sia sostituito il gruppo statunitense. «Alla Fis la busta paga si asciuga. E questo non è un bel segnale» hanno tuonato più volte i sindacalisti presenti al sit-in.

STATO DI INQUIETUDINE PER LA SITUAZIONE AMBIENTALE
Tra l'altro la questione stipendi si innesta in un quadro più generale di inquietudine dei lavoratori viste le ombre gettate a più riprese dalla rete ecologista sullo stato di salute dell'ambiente sotto e attorno la fabbrica. Fabbrica che ha il suo stabilimento principale nella città castellana, un secondo a Lonigo ed un terzo a Termoli in provincia di Campobasso. Per di più non sono pochi i lavoratori che si stanno domandando quali siano le ragioni ultime di un cambio di atteggiamento da parte dell'impresa: nota nel settore per offrire ai dipendenti un trattamento considerato spesso ben migliore di molte altre imprese del comprensorio.

PFAS E VIGILI DEL FUOCO
Tuttavia l'iniziativa sotto la Miteni non è l'unica del sindaco Usb. Il cui coordinamento regionale oggi ha diramato una nota molto puntuta per chiedere al Ministero degli interni lumi sui rischi per la salute patiti dai vigili del fuoco. Giubbotti, tute e schiume antincendio conterrebbero alcune sostanze tossiche ovvero i famigerati derivati del fluoro noti come Pfas. Nella nota vergata da Enrico Marchetto si ringraziano in primis i consiglieri regionali veneti Cristina Guarda di Europa verde, Erika Baldin del M5S, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Chiara Luisetto, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, Francesca Zottis (questi ultimi sei del Pd) Arturo Lorenzo del Gruppo misto ed Elena Ostanel de Il Veneto che vogliamo.

I dieci infatti hanno indirizzato alla giunta regionale veneta una risoluzione affinché la Regione Veneto si attivi presso il governo affinché i ministeri competenti avviino una campagna tesa a monitorare lo stato di salute dei vigili del fuoco. L'argomento era stato affrontato ieri su Vicenzatoday.it peraltro.

I MAESTRI E LA GRANA AL COMUNE DI VICENZA
Epperò l'Usb però non l'unico sindacato di base che in queste ore sta facendo sentire la propria voce. Ieri infatti è intervenuta la Cub che ha bacchettato pesantemente il sindaco di Vicenza, il democratico Giacomo Possamai. In una nota diffusa ieri dalla segretaria regionale Maria Teresa Turetta, il primo cittadino è stato preso di mira dopo che quest'ultimo aveva deciso, a nove mesi dal suo insediamento, di incontrare i dipendenti comunali.

DOSSIER BOLLENTI
La scelta di incontrare però quelli del settore istruzione (si tratta di metà del personale) proprio in orario di scuola ha mandato su tutte le furie Turetta. Decidere di fare visita ai dipendenti quando questi «non possono lasciare i posti di lavoro», è per la segretaria una scelta infelice. Tanto che la dirigente si domanda se si tratti «di sciatteria comunicativa o, peggio, di malafede». Ma perché la Cub ha il dente avvelenato?

Proprio l'istruzione, tra maestri delle elementari e insegnati degli asili nido, è uno dei settori che in seno all'amministrazione comunale fa registrare le maggiori criticità. Il fatto di avere limitato al lumicino i faccia a faccia col sindaco è stato interpretato «come la spia del proposito di non volersi confrontare come si deve sui dossier più bollenti come stipendi e turni», fanno sapere molti addetti.

ASCOLTA L'AUDIOINTERVISTA A CLAUDIO RANIERO

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