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Il Covepa piange Baccega: «l'ambientalista conservatore»

L'ingegnere, morto poche ore fa a causa delle complicazioni di un tumore, era ben conosciuto nel Bassanese come nel Trevigiano. Volto noto per il suo impegno «al fianco dei comitati», era «scherzosamente» visto come «l'interprete dell'anima asburgica» e moderata del movimento ecologista: in primis «nelle battaglie» contro la Spv. Era stato anche consulente del Comune di Vicenza per il tracciato Tav

«Vogliamo ricordare l'ingegnere Alberto Baccega che ieri 21 febbraio è morto dopo una grave malattia. Vogliamo confortare il dolore dei suoi cari che lo hanno accompagnato e anche quello degli amici che gli sono stati più vicini fino alla fine: al loro dolore si aggiunge il nostro». Comincia così una breve nota diramata oggi da Massimo Follesa, portavoce del coordimannto ambientalista veneto Covepa, coordinamento che da anni contesta il progetto della Superstrada pedemontana veneta Spv. «Alla famiglia e ai suoi cari - scrive l'architetto Follesa nella nota - esprimiamo le nostre personali condoglianze e di tutti coloro lo hanno conosciuto nel Coordinamento veneto Pedemontana alternativa». Ai taccuini di Vicenzatoday.it Follesa fa sapere che la sua associazione intende «onorare nella morte» un suo «compagno di molte lotte per la salvaguardia dell'ambiente e del territorio, per la tutela delle persone che lì vivono, sempre al fianco dei comitati di base: oggi - aggiunge Follesa che conosceva Baccega da oltre quindici anni e che con lui aveva spesso lavorato gomito a gomito - rivediamo tutto il suo impegno per la conoscenza e conquista della verità e nel chiedere e pretendere giustizia contro gli scempi che in questa parte del Veneto si sono materializzati con il progetto e la costruzione della Superstrada pedemontana veneta».

CONSULENTE DI CICERO
Baccega residente a Mussolente, ma molto attivo nel Bassanese (del quale conosceva «molti aspetti nascosti del territorio fra cui quello dei rapporti col crimine organizzato con alcuni ambienti economici veneti»), era noto anche a Vicenza. Nei primi anni Duemila fu consulente del referato alla mobilità del capoluogo berico. L'allora assessore Claudio Cicero lo volle per elaborare un tracciato alternativo relativamente al passaggio del Tav attraverso la città del Palladio: una questione che tutt'oggi rimane bollente e di strettissima attualità. Baccega, che assieme al video-maker veneziano suo amico Massimo Marco Rossi (deceduto a sua volta il 9 aprile dello scorso anno rappresenta un pezzo delle lotte contro la Spv nel Veneto, peraltro era stato tra i consigliori strategici del primo cittadino di Villaverla quando l'amministrazione di quest'ultimo bloccò i lavori della Pedemontana vincendo a mani basse il ricorso davanti al Tar veneto contro la procedura autorizzativa della Spv voluta dalla Regione Veneto.

LA SUPERSTRADA BLOCCATA DA VILLAVERLA
Il ricorso poi si arenò perché l'allora sindaco Egidio Bicego fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. La quale capeggiata da Ruggero Gonzo, «su input del centrodestra regionale e di non pochi potentati economici» denunciò più volte il professionista ora scomparso, «tolse appunto la fiducia allo stesso Bicego», che sul no alla Spv la vedeva «in modo diametralmente opposto non solo al centrodestra ma pure a pezzi rilevanti del Pd». La nuova amministrazione capitanata proprio da Gonzo «ritirò infatti il ricorso che pendeva avanti al Consiglio di Stato facendolo di fatto evaporare nel nulla: spianando così la strada all'inizio dei lavori». Era il 2011 e in quegli anni lo scontro «tra comitati di base e politica attorno al progetto aveva raggiunto toni parecchio accesi». Quello, disse a più riprese Baccega, «fu uno dei passaggi politicamente più torbidi e nauseanti della storia disgraziata di quella infrastruttura che ha visto la luce Dio solo sa come».

CARATTERE SEVERO MA «INCLINE ALL'IRONIA TAGLIENTE»
Carattere severo, «ma spesso incline all'ironia tagliente», specialista in materia trasportistica e viabilistica, appassionato di montagna, di letteratura tedesca e di storia militare, di idee politiche moderate, deceduto a 67 anni per le gravi complicazioni di un tumore, prima di morire l'ingegnere, che non si è mai sposato, scegliendo sin da giovane di dedicare il suo tempo «alla professione e all'impegno per la salvaguardia del territorio», ha spiegato di «non volere fiori» per il suo funerale bensì offerte da devolvere «alla ricerca sul cancro». Il professionista era molto apprezzato anche in alcuni ambienti della Confindustria e della Confartigianato, specie nel Trevigiano.

LE ESEQUIE
Le esequie sono in programma per il 25 febbraio alle 9,30 presso «la chiesa arcipretale di Mussolente» in provincia di Vicenza. Negli ultimi mesi della sua vita, conscio del male che lo stava affliggendo, Baccega aveva comunque lavorato, come consulente tecnico, a fianco dei comitati che si battono contro alcune «maxi lottizzazioni dall'impatto insostenibile» che i privati stanno proponendo lungo la spalla meridionale della città del ponte. I suoi compagni «di lotta», molti dei quali da sempre sono schierati più a sinistra, «affettuosamente e scherzosamente» lo avevano soprannominato  «l'ambientalista conservatore, interprete dell'anima nonché dell'ala asburgica del movimento»: anche per «il suo amore verso la cultura germanica».

IL LASCITO E LE INIZIATIVE NELLA MARCA
Baccega, che in passato lavorò come consulente per alcune importanti associazioni datoriali del Veneto, era conosciuto anche nel Trevigiano. Aveva infatti studiato gli effetti sulla viabilità locale della Marca «della costruenda» Spv per conto di alcuni comitati locali. In quel contesto aveva fatto rilevare anche alcune criticità, «mai risolte», circa la assenza «di connessioni ferroviarie tra la superstrada in progetto ed alcuni nodi importanti di quei comprensori».

Sull'esempio del modello svizzero proprio l'interconnessione «tra ferro e gomma, assai poco praticata in Italia», costituiva per l'ingegnere una «soluzione intelligente» per il «contenimento degli effetti nocivi sulla salute e sull'ambiente del traffico automobilistico e camionistico». Contenimento che per Baccega andava ricercato in primis «potenziando» il traffico ferroviario locale: «una cenerentola in un Veneto che si vanta di essere all'avanguardia; ma che sul piano dei trasporti avanzati è sempre stato una mezza tacca». In questo senso «sono memorabili» le uscite pubbliche di Baccega, uomo alto e dalla figura imponente, con giudizi al curaro nei confronti del governatore leghista Luca Zaia, dell'ex assessore regionale veneto alla mobilità Renato Chisso di Fi e dell'ex commissario straordinario alla Spv Silvano Vernizzi: guardati tutti «sempre con cipiglio e dall'alto verso il basso».
 

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