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«Quanti Pfas ci mangiamo ogni giorno? Nessuno controlla»

Un noto medico della città del Grifo rianima la discussione sulla presenza dei «temibili derivati del fluoro» nell'ambiente e negli alimenti: e così nel mirino finisce, tra gli altri, anche l'amministrazione regionale veneta

La presenza dei temibili derivati del fluoro noti come Pfas all'interno del ciclo alimentare del Veneto continua a fare discutere. Dopo il j'accuse nei confronti degli enti pubblici scaturito durante un incontro pubblico organizzato a Lonigo il 26 gennaio, ieri è stata la volta di Giovanni Fazio. Medico arzignanese, volto di spicco della associazione ecologista Cillsa, da anni impegnata nell'Ovest vicentino, Fazio ha criticato duramente palazzo Balbi. Il nuovo «Piano regionale di sorveglianza» sui Pfas, spiega il medico in una nota diramata ieri «non è sufficiente».

«TONNELLATE DI PRODOTTI NEI MERCATI»
Nel Veneto, puntualizza il medico che proprio ieri ha pure pubblicato sul suo blog il suo intervento, nessuno è in grado «di sapere che cosa sta mangiando: tonnellate di prodotti agroalimentari arrivano quotidianamente ai mercati dalle zone inquinate. Ogni giorno noi e i nostri bambini siamo esposti ai Pfas» anche perché «nessuno controlla». Questo è il grido di dolore così come è stato lanciato ieri. Peraltro la presenza di questi inquinanti perenni, diffusissimi nell'industria e nell'agricoltura, è in la larga parte attribuita alle attività di scarico e sversamento portate avanti per anni in modo illecito dalla Miteni di Trissino: queste almeno sono le accuse formulate dalla magistratura nell'ambito di un processo colossale che ha coinvolto l'industria chimica oggi fallita. Ditta che di proprietario in proprietario era finita sotto il controllo di una multinazionale. I cascami di questa maxi-contaminazione hanno interessato centinaia di migliaia di residenti tra Veronese, Vicentino e Padovano in tutto il Veneto centrale.

LA FRECCIATA A PALAZZO BALBI
Appresso c'è un'altra frecciata all'amministrazione della Regione Veneto cui in gran parte compete il monitoraggio alimentare, ambientale e quello sulla salute umana. «Ricomponendo il puzzle dei dati sulla contaminazione da Pfas, raccolti su piante e animali durante i vari monitoraggi che dal 2015 in poi si sono susseguiti, in parte totalmente cancellati per presunti errori nella raccolta dei dati, in parte interrotti  e ripresi per varie cause, la Regione Veneto intende portare a termine l'ennesimo piano verifiche sugli alimenti. Non si sa però per quali arcane ragioni, siano stati esclusi dalla ricerca i prodotti di origine animale».

BATTAGLIA SULLE SOGLIE
La nota di Fazio poi sonda un tema scientifico ma non solo. Ovvero quello delle soglie di tolleranza per l'assunzione dei Pfas negli alimenti. Le attuali soglie di guardia, che un po' alla volta sono divenute sempre più stringenti, sarebbero comunque di maglia troppo larga secondo il medico: il quale cita una serie di studi internazionali a sostegno delle sue tesi.

LO SCENARIO
«Quanti Pfas ci mangiamo ogni giorno? Nessuno controlla e quindi nessuno lo sa»: questo era il Leitmotiv circolato il 26 gennaio tra gli attivisti presenti a Lonigo. Si tratta di una preoccupazione condivisa da Fazio che in queste ore è stata rilanciata a più riprese, anche sui social network. Tre anni fa lo stesso Fazio, aveva lanciato un allarme simile proprio durante un ciclo di incontri pubblici ad Arzignano.

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