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Politica Bassano del Grappa

Il piano Pengo finisce ko. Esultano i comitati: l'ira di Confindustria

Durante una drammatica seduta il consiglio comunale della città del ponte, ormai spaccato a metà, boccia un documento di indirizzo che era il prodromo ad una maxi variante urbanistica in zona San Lazzaro caldeggiata dalla Baxi caldaie, dagli industriali, dal sindaco, dall'assessore regionale al lavoro, nonché da Cisl e Uil. E adesso volano gli stracci fra chi sosteneva il progetto e chi lo aveva bollato come una speculazione fondiaria di bassa lega

In un clima tesissimo, annunciato peraltro, il consiglio comunale di Bassano del Grappa, di fatto spaccato a metà, boccia l'avvio dell'iter per una complessa trasformazione edilizia a ridosso della spalla sudoccidentale della città di cui si discuteva da mesi. Con una nota diramata oggi 29 luglio in mattinata i portavoce locali di Europa verde plaudono al verdetto uscito dall'assise in cui la maggioranza di centrodestra capitanata dal sindaco Elena Pavan è evaporata. «Per il circolo di Europa verde Bassano - scrivono i portavoce Gaia Bollini e Daniele Cuccarollo - la bocciatura del protocollo di intesa Baxi-Pengo è un fatto molto significativo ed importante, perché tiene conto non solo degli interessi di un privato ma anche delle richieste espresse dalla comunità dei residenti»

LA NOTTE DEGLI STAKEHOLDER
Ad ogni modo per quel no maturato in aula nella lunga notte tra giovedì 27 e venerdì 28 luglio, sui media, si è scatenata così la reazione «di quei portatori di iteressi» o stakeholder secondo la dizione anglosassone, che da settimane avevano intensificato il pressing nei confronti di una complicata partita fondiaria che se portata a buon fine avrebbe dovuto permettere alla Baxi caldaie di acquisire un lotto attiguo alla sua sede, di prorietà della Pengo, la quale abbandonando quel sito avrebbe dovuto occupare una gigantesca area agricola in via Rambolina da trasformarsi in polo logistico e produttivo. A prendere di mira chi si è opposto al piano, sostenendo che il diniego avrà effetti negativi a medio termine sui livelli occupazionali della Baxi, è stato Alessandro Bordignon nella sua veste di presidente del mandamento bassanese di Confindustria.

IL J'ACCUSE DI BORDIGNON
Proprio sul quotidiano berico di Confindustria, ovvero sul GdV di oggi in pagina 12, Bordignon ha avuto parole di fuoco non solo nei confronti dei consiglieri contrari, ma pure nei confronti dei comitati ecologisti che nei mesi avevano dato vita a protste molto sentite. E tra questi, pur senza farne il nome, il presidente ha messo nel mirino in primis il Covepa, nel momento lo stesso Bordignon ha parlato di un no all'atto di indirizzo distillato con «la solita scusa del campo di grano».

DA DONAZZAN UN'ODE A CONCERIE E CEMENTIFICI
Sulla stessa lunghezza d'onda c'è l'assessore regionale veneto al lavoro, la bassanese Elena Donazzan di Fdi:  la persona più vicina a Comunione e liberazione nell'esecutivo lagunare. La quale dal canto suo ha spiegato come oggigiorno chi davvero sostiene l'ambiente siano le imprese che si occupano di «caldaie» e di «concia» per non parlare dei «cementifici» e di chi fabbrica alluminio. Parole dure con le quali Donazzan ha voluto sostanzialmente provare a sfidare scienziati, medici e associazioni ecologiste che da anni documentano il contrario: nello specifico per quanto riguarda l'impatto della concia e dei cementifici nonché nell'ambito della produzione di alluminio. Anche il consigliere regionale veneto leghista Nicola Finco (bassanese pure lui) ha stigmatizzato il voto uscito dall'assise municipale: un convincimento più o meno identico a quello del primo cittadino Pavan.

IL PREGRESSO E LO SPETTRO DELLA PEDEMONTANA
Epperò dopo la mancata maxi lottizzazione propugnata sempre a San Lazzaro, tra le altre, dalle società Agb e Meb, un nuovo piano di sviluppo, che i comitati descrivono come una «becera speculazione edilizia», viene bloccato a ridosso dello stesso quadrante. Un'area in cui da anni si sono moltiplicati «appetiti di ogni tipo perché ubicata nei pressi del casello di Bassano ovest della Spv», la Superstrada pedemontana veneta.

«APPETITI PIÙ O MENO DEGNI»
Per anni «degli appetiti più o meno degni» che sotto il pelo dell'acqua avrebbero preso corpo in quel quartiere di Bassano, uno dei pochi in cui la campagna è ancora visibile, aveva parlato, prima di morire, Giampaolo Bergamin, uno degli uomini di punta del Pd del comprensorio bassanese, oggi scomparso: che per quelle uscite si era inimicato alcuni ambienti del suo partito.

DAL «DOROTEISMO ALIMENTARE» ALLE IDEE «CHE SANNO DI MUFFA»
Stamani peraltro si è fatta sentire anche la voce del coordinamento ecologista Covepa col vicepresidente Massimo Follesa. Il quale nei confronti di coloro che hanno criticato i gruppi che nel tempo si sono schierati «a difesa del territorio» e contro «una cementificazione ingorda» ha usato parole di fuoco. E così ai taccuini di Vicenzatoday.it il portavoce parla «di imprenditori e politici innamorati di idee che sanno di muffa» e che hanno «una concezione della creazione del valore» tipica «del doroteismo alimentare degli anni '80». In cui il riferimento alla corrente della Democrazia cristiana, molto presente in tantissime operazioni urbanistiche spesso controverse, è evidente.

«ANALFABETISMO SOCIALE ED AMBIENTALE»
Secondo l'architetto Follesa chi «senza sostanziare i suoi giudizi flirta col consumo di suolo e con la speculazione fondiaria non ha ancora superato un problema che non è solo culturale e politico, ma che è in primis umano. Il problema tipico di chi, politicamente parlando, non ha ancora risolto la neotenia psichica, ossia la sindrome di Peter Pan, che lo affligge. Che lo obbliga a comportamenti capricciosi dei quali però tutta la collettività poi deve fare le spese. Di questi viziatelli, che si mimetizzano dietro la difesa dell'occupazione dicendo poi però no al salario minimo garantito per legge e sostenendo la deregulation nei licenziamenti, ne abbiamo le tasche piene. Vorrei sapere - conclude Follesa - quali erano, se erano state previste, le polizze fidejussorie da centinaia di milioni con cui i privati assicuravano solennemente che dopo il cambio di destinazione d'uso non solo non avrebbero più licenziato nessuno, ma soprattutto avrebbero assunto anche tutti gli addetti dell'indotto. Non mi pare che i signori di Cisl e Uil, che tanto si sono spesi perché l'aula approvasse un documento di indirizzo a scatola chiusa, abbiano preteso queste garanzie». Anche sui social network le bacchettate nei confronti del duo Donazzan Finco tra ieri e oggi si sprecavano: una su tutte quella di Andrea Cunico Jegary, un dirigente d'impresa molto conosciuto in città. Il quale senza peli sulla lingua ha parlato di «analfabetismo sociale e ambientale che oggi ci presenta il conto».

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