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Hub a San Lazzaro, l'iter riparte da zero

Il piano per un maxi plesso logistico nella zona sud della città del ponte dovrà essere ripresentato. Ad annunciarlo sono due proponenti che lamentano un atteggiamento descritto come ottusamente burocratico da parte dell'amministrazione. La quale invece secondo un pezzo del fronte ecologista ha solo fatto rispettare le norme in vigore

«Se negli altri Paesi europei ed extra europei quando si tratta di aiutare le imprese a crescere si mobilitano istituzioni, politica e categorie professionali, a Bassano del Grappa succede» qualcosa di diverso. «Succede che due aziende» come Agb e Meb, due delle tre società che alcuni mesi orsono hanno presentato al Comune della città del ponte un importante progetto per il cambio di destinazione d'uso da agricolo a produttivo al quartiere San Lazzaro, «siano costrette a ripresentare ex novo le loro istanze per la realizzazione di un nuovo hub produttivo che darebbe lavoro a duecentotrenta persone per evitare che venga valutato un progetto già superato e aggiornato sulla base delle richieste fatte proprio dalla pubblica amministrazione». È questo l'incipit di una lunga nota diramata ieri primo dicembre per l'appunto da Meb elettroforniture srl e Agb Alban Giacomo spa. Sono le due ditte che unitamente alla Brunello salumi alcuni mesi fa per l'appunto avevano indirizzato agli uffici della città del ponte una corposa domanda per «riqualificare» una porzione di parecchie migliaia di metri quadri lungo la spalla sud della comune. La richiesta per vero aveva scatenato reazioni a non finire da parte della rete ecologista vicentina e non solo. Ad ogni modo Agb e Meb considerano decisamente inopinata e de facto ottusamente burocratica la condotta dell'amministrazione bassanese (capitanata dal sindaco Elena Pavan) che è stata per questo duramente criticata in un dispaccio fiume di due pagine dattiloscritte fitte fitte che Vicenzatoday.it pubblica integralmente. Di tenore differente invece sono le primissime reazioni di un pezzo della rete ambientalista vicentina. La quale descrive la scelta operata dall'amministrazione bassanese come la ovvia conseguenza del dettato delle leggi vigenti.

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