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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Bassano del Grappa

Caso San Lazzaro, i comitati chiedono più partecipazione

Dopo avere raccolto quasi tremila firme l'associazione ecologista Aria accusa l'amministrazione della città del ponte di non avere attivato, come previsto dallo Statuto municipale, gli strumenti dedicati al dibattito istituzionale con la cittadinanza: che teme le ricadute ambientali della lottizzazione proposta dai privati a ridosso del casello della Spv

«L'amministrazione di Bassano del Grappa non ha rispettato lo statuto comunale e il regolamento degli istituti di partecipazione ad esso collegato: la petizione presentata il 30 giugno 2022 non risulta essere stata presa formalmente in considerazione e quindi la partecipazione dei Cittadini è stata ancora una volta gravemente negata». È questo l'incipit di una nota al vetriolo diramata oggi 24 ottobre in tarda mattinata dall'associazione Aria, il coordinamento ambientalista che si batte contro la ventilata maxi lottizzazione chiesta dai alcuni privati nel quartiere San Lazzaro, lungo la spalla meridionale della città del ponte la cui giunta è capitanata dal sindaco Elena Pavan. «Si tratta della petizione - si legge nel dispaccio - con la quale si chiedeva formalmente alla amministrazione comunale... di esprimere, per conto dei cittadini che rappresenta, un netto parere negativo nei confronti delle richieste di urbanizzazione a carattere produttivo di tipo industriale, artigianale e logistico delle aree agricole a sud di Bassano. Quasi tremila - si legge ancora - sono le firme sottoscritte» con le quali si chiedeva di «tutelare i territori agricoli a sud di Bassano del Grappa», in una zona peraltro strategica perché ubicata a pochi passi dallo svincolo della Superstrada pedemontana veneta meglio nota come Spv. «La politica cittadina era tenuta formalmente a discutere la questione e a dare una risposta chiara ed esauriente ai cittadini. Questo non è avvenuto. Il Comune non rispetta le scadenze?». In altre parole l'amministrazione è stata messa sulla graticola perché secondo l'accusa di Aria, non avrebbe rispettato i tempi canonici per azionare i meccanismi per la partecipazione diretta alla vita amministrativa comunale. Ad ogni modo sulla vita politica dell'Est vicentino si registra anche una piccola curiosità. Oggi pomeriggio poco dopo le 14, il presidente del consiglio regionale veneto Roberto Ciambetti del Carroccio ha incontrato il direttore generale dell'Ulss 7 Carlo Bramezza, l'Ulss che sovrintende il funzionamento della sanità pubblica del Bassanese e dell'Alto vicentino. L'oggetto del colloquio tra i due, che si sono incontrati informalmente e privatamente nel dehor del Caffè centrale di Nove, è ignoto. Ad ogni modo la discussione tra i due, mentre sorseggiavano della Coca cola durante un pomeriggio caldo e soleggiato, è parsa serena e rilassata. Potrebbe trattarsi, anche se il condizionale è d'obbligo, di un abbozzo di schiarita rispetto al cosiddetto affaire Jannacopuls: uno scandalo mediatico, politico e giudiziario che ha coinvolto in varia maniera i vertici della amministrazione regionale e il patron di Reteveneta Giovanni Jannacopuls accusato di aver vessato, per ragioni ancora non tutte ben chiare, proprio il direttore generale Bramezza. Dopo la deflagrazione della vicenda sia i media regionali ma pure quelli nazionali non avevano lesinato commenti e approfondimenti di ogni tipo. Sull'argomento di recente hanno detto la loro anche l'Ordine dei giornalisti del Veneto nonché il Sindacato veneto dei giornalisti.

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