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Politica Arcugnano

Il risiko veneto e la sciarada Verdini

Dopo l'esplosione dell'affaire Anas, che ha coinvolto anche la vicentina Gemmo, una delle più blasonate realtà del gotha imprenditoriale del Settentrione, la politica deve fare i conti con una catena di eventi di non facile lettura. Sullo sondo c'è la maxi partita in corso per le infrastrutture del Nordest: e così a palazzo Ferro Fini un consigliere del Pd chiede lumi a Ciambetti

«Potreste spiegarci se gli interessi della Regione Veneto siano o meno in qualche modo sotto attacco?». È questo il passaggio chiave di un intervento pubblicato ieri 4 gennaio sulla propria pagina Facebook dal consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni, rivolta al presidente della giunta regionale veneta Luca Zaia e al presidente dell'assise regionale Roberto Ciambetti. L'esponente del Pd, che milita all'opposizione di centrosinistra, tende così la mano ai due esponenti leghisti invitandoli a dire la loro dopo la deflagrazione dell'inchiesta sugli appalti Anas che sta spazzando mezz'Italia e che ha coinvolto la famiglia dell'ex senatore azzurro Denis Verdini: una storiaccia di malversazioni in cui ha un ruolo di primo piano anche il figlio di Denis ossia Tommaso Verdini.

IL TOP MANAGER DI ORGINE SICILIANA
Epperò le malversazioni, vere o presunte che siano, hanno un risvolto veneto e vicentino di non poco conto. Basti pensare al coinvolgimento nell'inchiesta di Giuseppe Tomarchio (di natali siciliani), amministratore delegato della Gemmo spa, una ditta di Arcugnano nel Vicentino da decenni considerata tra quelle del salotto buono del gotha economico-politico nordestino. La società infatti non solo è un nome di primo piano nelle forniture elettriche, non solo è un nome di primo piano nelle opere pubbliche (strade e ospedali), non solo vanta partecipazioni di altissimo profilo in altri comparti industriali.

IL COMPLESSO MILITARE INDUSTRIALE
La Gemmo infatti ha un ruolo di peso nelle commesse belliche. Un esempio su tutti è la realizzazione del Muos, il sistema avanzato per le comunicazioni militari Usa che ha preso corpo a Niscemi in Sicilia: opera accolta da polemiche a non finire.

LA MANO TESA DI ZANONI A CIAMBETTI
Ma perché Zanoni (quasi mai tenero con la maggioranza a trazione leghista) sente il bisogno di chiedere al numero uno di palazzo Balbi e al numero uno di palazzo Ferro Fini un aiuto per tentare di capire il capitolo dell'affaire Verdini, che ha persino lambito il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, pure lui leghista? A spiegare la cosa è lo stesso Zanoni che nel suo intervento dà conto così dei suoi interrogativi: «Il filone veneto dell'inchiesta, da quanto è possibile leggere, riguarderebbe anche gli affidamenti per il potenziamento delle gallerie della autostrada Alemagna Venezia-Cortina».

Ancora, sempre stando ai quotidiani del Triveneto «sarebbe emersa la volontà di un gruppo di persone al centro delle indagini, di fare pressioni per una nomina di peso in Cav ossia il titolare delle concessioni autostradali del Nordest nel quale la Regione Veneto ha un peso notevole. Tra coloro che sarebbero stati avvicinati per questo tipo di nomina, figurerebbe il presidente del consiglio regionale Veneto Roberto Ciambetti. Ora - prosegue Zanoni - considerato che quest'ultimo non figura tra gli indagati e che su quest'ultimo non figuri alcun addebito, rimane grave, non certo per colpa del nostro presidente del consiglio, che da parte di soggetti esterni sia, la Regione Veneto, sia le società connesse come il concessionario Cav, vengano fatte bersaglio di mire e appetiti vari».

«DISEGNO DI POTERE»
Zanoni poi entra ancor più nello specifico: «Ora, se tali condotte costituiscano o meno reato sarà la magistratura a dirlo. Tuttavia il disegno di potere dietro l'affaire Verdini è innegabile. Ed è per questo che sia Ciambetti, sia il presidente della giunta regionale Luca Zaia, dovrebbero prendersi una mezz'oretta per riferire in aula: proprio perché possano aiutare noi consiglieri a capire che cosa stia accadendo».

AZIONE DI LOBBYNG
In questo passaggio Zanoni non chiede lumi sugli aspetti giudiziari dell'inchiesta condotta dalla magistratura romana, tra le altre, per un giro di presunte mazzette e malversazioni nella gestione di Anas, che è il grande concessionario stradale che fa riferimento tramite il Gruppo Fs, allo Stato italiano. Zanoni, di contro, sembra più interessato a inquadrare protagonisti e forze in gioco rispetto alla partita delle nomine che si sarebbe concretizzata, anche, in una azione di lobbying nei confronti di Ciambetti, poi finita nel nulla: questo almeno si legge sui media.

«LA SCACCHIERA ESPANSA»
In questo contesto quindi la pezzatura della casata industriale vicentina della Gemmo rimane cruciale per capire la complessità della «scacchiera espansa» su cui si sta giocando una partita carica di tensione. Come si evince dagli archivi della Camera di commercio di Vicenza infatti, la ditta di Arcugnano infatti nel suo consiglio di amministrazione vede tre figure di primissimo piano. La presidente è Irene Gemmo (nata il 16 giugno  del 1961 a Vicenza), per anni vicinissima all'ex governatore azzurro del Veneto Giancarlo Galan e tutt'ora molto vicina all'ex eurodeputata vicentina di Fi Lia Sartori.

ZONIN, VALMARANA, VARIATI E LA FONDAZIONE ROI
Alla vicepresidenza della società figura Susanna Gemmo (nata il 4 luglio 1963 a Vicenza) mentre l'amministratore delegato per l'appunto è Giuseppe Pietro Tomarchio nato a Catania il 22  settembre 1958. Un altro personaggio di spicco nella compagine societaria è il presidente del collegio sindacale. Si tratta di Andrea Valmarana. Nato ad Asolo il 15 agosto del 1958, Valmarana, in passato fu noto anche come uomo di spicco della Fondazione Roi di Vicenza. Il numero uno del collegio sindacale per di più per anni è stato dato assai vicino all'ex presidente della Banca popolare di Vicenza Gianni Zonin nonché all'ex sindaco berico del Pd Achille Variati.

LA CASSAFORTE DI FAMIGLIA
Ma per immergersi ancor più negli anfratti della società di Arcugnano è necessaria un'occhiata alla holding, cioè alla cassaforte, che la controlla. La Gemmo infatti è posseduta in toto dalla Gemmo holding. Quest'ultima è una società per azioni interamente controllata dalla famiglia Gemmo nel cda della quale sono presenti solo componenti della famiglia Gemmo: con una unica eccezione, Amalia Sartori.

LA FORZISTA CHE PESA
Amalia Sartori, detta Lia, nata a Valdastico il 2 agosto 1947 è una donna con una carriera politica di lungo corso, con un peso politico per molto tempo senza pari nel Veneto: prima nel Psi, poi in Forza Italia. Ed è fra gli azzurri però che la vicentina ha bruciato le tappe fino a giungere all'europarlamento a Strasburgo: dove è stata la potentissima presidente della commissione trasporti, la rappresentante della delegazione dell'europarlamento presso la Nato e la rappresentante della delegazione dell'europarlamento presso Israele. L'esponete di Fi da tempo non fa politica attiva. Tuttavia il profumo forzista è rimasto appiccicato a lei come a Verdini: visto che da anni nei salotti romani si parla di una certa vicinanza tra i due ex colonnelli azzurri. Per di più, tanto per dare un quadro «delle liason alto di gamma in gioco», la figlia di Verdini, Francesca, attualmente è la compagna del ministro dei trasporti Matteo Salvini.

IL DEPUTATO, IL GOLF CLUB E IL FINANZIAMENTO STATALE
Ma c'è di più, la nuance di Forza Italia «sulla Liona» (vezzeggiativo usato da molti «aficionados» della ex deputata per indicare il piglio decisionista della donna considerata una delle menti politiche più fini del centrodestra veneto, tanto da essere riverita anche nel centrosinistra e in molti ambienti del Carroccio) si è avvertita quando il deputato berico Pierantonio Zanettin si è impegnato, (lo racconta Vipiu.it) per fare avere un finanziamento statale, finanziamento ancora in ballo, da oltre due milioni di euro per il Golf club di Asiago.

L'ORGANIGRAMMA
Sbirciando tra pagine web dell'esclusivo circolo dell'Altopiano si potrà notare facilmente come la sua presidente sia Irene Gemmo. Tuttavia gli archivi camerali dicono ciò che la pagina web del circolo sportivo non dice. L'amministratrice delegata del club è giustappunto la Sartori che peraltro figura pure tra i soci.

BANCHE, PALAZZI, «INTRIGHI E MASSONERIA»
Ora considerando i trascorsi tra palazzo, banche e massoneria di Verdini senior, considerando che Sartori da più parti viene indicata come la mente della sciarada editoriale e politica neocentrista che sta interessando il Nordest e considerando che il governatore veneto è chiamato dai sui detrattori padovani del Carroccio, un po' per scherzo un po' sul serio, «l'esponente di spicco della corrente zaiana del Pd», nel risiko sbozzato in questi giorni sui media nazionali, tra palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi chi teme chi e per che cosa?

IL RONZIO, LA CENTRIFUGA E IL BRUSIO PARLAMENTARE
«Quali tra calabroni, fuchi, api operaie, api regine e cimici» hanno ronzato lungo l'asse Zaia Ciambetti sperando «in qualche apertura» sulla ghiotta partita autostradale e infrastrutturale in corso a Nordest? E l'asse tra i due «esiste ancora»? Tav Verona-Vicenza-Padova, quarta corsia della Brescia Padova con possibile proroga della concessione incorporata, Treviso mare, ultimi scampoli della Superstrada pedemontana veneta - Spv e futuro della Valdastico nord «sono una centrifuga che gira a mille: che attira molti, ma vicino alla quale è anche possibile ferirsi». Il che vale anche «per la mani mosse con grande destrezza». Così si mormora tra Montecitorio e palazzo Madama.
 

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