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Economia

I media veneti e la sciarada Gedi

La cordata che dovrebbe rilevare i quotidiani del Nordest che un tempo facevano parte del Gruppo Espresso non si è ancora definita: e tra i consigliori supremi dell'operazione avrebbe fatto capolino un'ex eurodeputata

Si sarebbe dovuta concludere in queste ore la definizione della cordata di imprenditori del Nordest che sotto la guida della Finit di Castelfranco Veneto nel Trevigiano avrebbero intenzione di rilevare i quotidiani ex Gedi appartenuti al Gruppo Repubblica Espresso e poi finiti nella galassia della famiglia Agnelli-Elkan. Tuttavia l'accordo non sarebbe stato concluso perché alcuni dettagli sul piano editoriale e sulla governance della nuova società necessiterebbero di ulteriori approfondimenti. Queste almeno sono le indiscrezioni che giungono da Conegliano Veneto dove Enrico Marchi, presidente di Banca Finint ha dato vita ad un ambizioso progetto che potrebbe ridisegnare il perimetro dei media delle Venezie e, a cascata, anche quello politico visto lo stretto nesso tra imprenditoria, politica e alcuni ambiti strategici della informazione.

I NOMI
Ad ogni modo oltre a Banca Finint tra i volti di spicco della cordata ci sarebbero o meglio ci sono «Alessandro Banzato con le Acciaierie Venete di Padova; Enrico Carraro che è a capo dell'omonimo gruppo di Campodarsego del Padovano che costruisce macchine per l'agricoltura e movimento terra; Federico De' Stefani che con Sit Group di Padova si occupa di soluzioni per il controllo del clima e la misurazione dei consumi; la famiglia Nalini con il Gruppo Carel (condizionatori, impianti di riscaldamento) di Brugine nel Padovano; la famiglia Zanatta di Tecnica Group, con casa madre a Giavera del Montello nel Trevigiano che si occupa di attrezzature sportive. In parte fuori dal coro, ma pertinente con l'editoria, è Videomedia, società attiva nel campo televisivo con Tva Vicenza e Tele chiara, controllata dagli industriali vicentini. Questo almeno il prospetto fornito in un servizio del 28 marzo de Il Fatto.

SECONDA SCHIERA
Di più, secondo una serie di indiscrezioni filtrate a palazzo Ferro Fini (sede del consiglio regionale dove da giorni spifferi e rumors sul caso si rincorrono a più sospinto), della cordata farebbero parte anche la famiglia padovana dei Canella, titolare di Alì, noto marchio della grande distribuzione, la famiglia padovana dei Banzato, proprietaria di Acciaierie venete, Angelo Mandato con la Bioman con base a Mirano nel Veneziano (si occupa di gestione ambientale e rifiuti) e il gruppo udinese Danieli di Buttrio nell'Udinese. In questo caso si sarebbe attivato Gianpietro Benedetti che del gruppo friulano che costruisce impianti siderurgici è il presidente. Ancora, un noto industriale conciario dell'Ovest vicentino avrebbe chiesto di entrare nella cordata ma non è chiaro se le sue prospettive coincidano con quelle degli altri aspiranti a mettere piede nel neonato salotto. Pure la famiglia vicentina Amenduni (acciaierie Valbruna, tramite il veicolo Ferak), sarebbe potenzialemente interessata alla partita.

IL VOLTO DI RIFERIMENTO
Se Marchi in questa operazione è il volto di riferimento il banchiere di Conegliano avrebbe potuto contare sull'aiuto di Paolo Possamai, già direttore del Piccolo di Trieste e capo delle relazioni istituzionali del gruppo e di Federico D'Incà, già ministro per i rapporti col parlamento del M5S, di recente pure lui entrato come consulente speciale nella galassia Finint-Save. La cordata però avrebbe potuto disporre dell'expertise di un altro personaggio politico (da tempo estremamente defilato) di spessore, quello dell'ex eurodeputata azzurra Lia Sartori.

L'AZZURRA DI SPESSORE E L'ECO DELLA DELTAERRE
La Sartori, vicentina doc, sarebbe stata addirittura la mente più fine dell'operazione: anche in virtù dei contatti di primissimo livello di cui dispone. Detto in altri termini l'operazione sarebbe partita da una idea venuta in mente a due tre persone e tra queste la ex europarlamentare. Ancora, sul piano delle strategia economico-politica la cordata avrebbe avuto la benedizione di un gruppo di professionisti già in forza presso la Deltaerre: la società padovana, oggi riferibile alla galassia Mediobanca, che, pur non conosciutissima, è uno dei centri nevralgici delle decisioni che contano nel Nordest del Paese.

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