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Economia

Aumento solo agli alti funzionari? Nuova bocciatura dai lavoratori

La Rsu del Comune di Vicenza, l'organismo di rappresentanza unitaria del personale, dice no alla paga maggiorata per i soli vertici di palazzo Trissino: un primo rifiuto era giunto alcuni giorni fa peraltro. Frattanto in casa Svt invece i dipendenti ottengono, tra le altre, un premio di 900 euro

«In un momento di forte difficoltà economica dei dipendenti legata all'aumento dell'inflazione e del caro vita l'amministrazione comunale di Vicenza risponde chiedendo un aumento di salario a favore dei soli funzionari capi ufficio, a scapito di tutti gli altri. Si tratta Una visione diametralmente opposta a quella rappresentata dalla rappresentanza aziendale unitaria, la Rsu, in tutti i tavoli di trattativa». È questo il passaggio chiave di una nota diramata oggi 19 dicembre proprio dalla assemblea degli Rsu del Comune di Vicenza che si è tenuta nel primissimo pomeriggio a palazzo Trissino. È il secondo no che sul tema l'amministrazione incassa nel volgere di pochi giorni. C'è invece una netta schiarita in casa di Svt, dove dopo una serrata vertenza il personale ha strappato alcuni miglioramenti sul piano contrattuale.

IL DÉJÀ VU
Quella maturata oggi al Comune a Vicenza è sostanzialmente una seconda bocciatura decisa dal personale dopo quella che si era appalesata durante una assemblea aperta a tutti i lavoratori municipali rispetto alla proposta di aumento di stipendio per i soli alti funzionari propugnata dal sindaco democratico Giacomo Possamai e dall'assessore al personale Matteo Tosetto (Iv) di cui Vicenzatoday.it aveva dato conto il 13 dicembre.

IL J'ACCUSE
Detto alla grossa i lavoratori fanno sapere che se si parla di aumenti di questi dovranno beneficiare tutti i dipendenti e non solo chi si trova in cima alla scala gerarchica, specie se il comparto cui dovrebbero essere attinti i fondi per i funzionari è quello destinato agli aumenti degli altri dipendenti. Questi ultimi a margine dell'assemblea di oggi hanno poi fatto notare come quella di Vicenza «sia l'unico comune capoluogo in Veneto dove non si è trovata la sintesi nel rinnovo della contrattazione decentrata integrativa 2023-2025 a seguito del contratto nazionale di categoria».

In parole povere Vicenza, questa l'accusa mossa dal personale, sarebbe l'unico capoluogo di provincia tra quelli veneti a non aver adottato le migliorie in termini di salario e di organizzazione del lavoro rese possibili dalla contrattazione decentrata ossia quella che prevede alcuni surplus oltre allo standard garantito dal contratto nazionale.

SETTORE TRASPORTI: L'ACCORDO NOTTETEMPO
E se in municipio oramai la vertenza tra giunta di centrosinistra e sindacati volge verso uno scontro al calar bianco diversa appare invece la situazione in Svt: ossia il gestore del trasporto pubblico nel capoluogo e nel resto del Vicentino che fa capo ad una società controllata sia dal Comune che dalla Provincia di Vicenza, con quest'ultima che detiene la maggioranza assoluta. Durante le settimane passate anche in Svt le acque erano state agitate. I sindacati infatti da tempo chiedevano alcuni miglioramenti sia per quanto riguarda le condizioni di lavoro sia per quanto riguarda la busta paga.

In un breve nota diramata ieri Paolo Caineri, il segretario provinciale della sigla Ugl trasporto pubblico, rivela come il giorno 30 novembre «le segreterie Ugl, Cisl, Usb e Faisa, assieme alla Rsu di Svt, dopo una trattativa ad oltranza» protratta quasi fino allo scoccare della mezzanotte, sia stato «sottoscritto un accordo economico di armonizzazione che nei suoi punti salienti riconosce l'erogazione del buono pasto a tutto il personale extraurbano» anche quando quest'ultimo non effettua un turno intero ma il cosiddetto «turno spezzato». Per questa tipologia ricorda ancora il segretario il personale non percepiva il buono pasto il cui importo peraltro è stato elevato nei confronti di tutti i dipendenti da cinque a sei euro.

LA NOVITÀ
Lo stesso Caineri sottolinea come in seguito al nuovo accordo sia stata aumentata la  indennità di presenza «da sei a sette euro» a fronte di una estensione della stessa a tutto il personale assunto dopo il 2017. Indennità che peraltro viene «incrementata di un ulteriore euro giornaliero a chi dovesse raggiungere complessivamente 255 giorni annui effettivamente lavorati». È stato altresì «riconosciuto un premio di risultato 2023 di 900 euro» per coloro che appartengono alla fascia retributiva che per lo stipendio minimo veleggia attorno ai 1.100 euro, fascia nota gergalmente «come parametro 175».

LA SODDISFAZIONE
Sempre Caineri, dichiarandosi soddisfatto per l'intesa raggiunta, che viene considerata il preambolo utile per altri miglioramenti sul piano della posizione contrattuale dei dipendenti, «nel corso dell'anno corrente i delegati Rsu di Ugl e Cisl hanno sottoscritto anche un accordo normativo sui trasferimenti ai depositi esterni che si rendeva necessario per la riapertura di alcuni di essi come ad esempio quello di Camisano».

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