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Pfas, il caso si dipana tra ambiente giustizia e salute

Mentre a Borgo Berga il processo sul caso Miteni procede «a tappe cadenzate» una parte della comunità scientifica continua ad indagare sugli effetti dei derivati del fluoro sulla salute umana: frattanto la rete ambientalista ad Arzignano prova a mettere in discussione il modello di sviluppo adottato dal comparto industriale

Per l'affaire Miteni il processo in corso a Vicenza oggi 6 ottobre si è registrata una nuova udienza, interlocutoria peraltro, durante la quale si è proceduto con il contro-esame del di Manuel Tagliaferri, il maresciallo dei carabinieri del Noe di Treviso che ha condotto su input della procura berica una buona parte delle indagini sulla maxi contaminazione da perfluorati («i temibili derivati del fluoro noti anche come Pfas») attribuita alla Miteni di Trissino, oggi fallita. E mentre il processo a Borgo Berga secondo le parti va avanti «a tappe cadenzate» il Veneto prova a fare i conti con i cascami del caso Pfas. Pochi giorni fa a Lonigo le reti ambientaliste e le istituzioni si sono confrontate tra tanti dubbi qualche certezza sul tema della bonifica dell'impianto trissinese. Ad ogni buon conto sul fronte dei rimedi per la salute, per quanto di rimedi si possa parlare «di fronte al disastro ambientale di questi anni», c'è chi prova a tracciare una rotta precisa. Basti pensare in questo senso al professor Carlo Foresta.

Già ordinario di endocrinologia all'università patavina Foresta da anni studia gli effetti dei Pfas sulla popolazione. Come riporta Padovaoggi.it di ieri l'altro, il 4 ottobre Foresta ha reso noto un dispaccio. Un dispaccio nel quale lo scienziato della città del Santo spiega come in futuro i carboni vegetali, probabilemnte nella loro forma di integratori alimentari, potrebbero essere usati per depurare l'organismo dai derivati del fluoro, che hanno un impatto negativo sulla salute umana.

E ancora in queste ore sono due medici vicentini (Enrico Ioverno e Francesco Bertòla, nel riquadro immortalati in piazza dei Signori a Vicenza) davanti alle telecamere di Vicenzatoday.it lanciano un appello per trovare novecento giovani volontari residenti nella cosiddetta area rossa ad alto rischio Pfas tra Veronese, Vicentino e Padovano, affinché questi ultimi siano sottoposti ad uno studio scientifico particolare. Uno studio pensato per valutare eventuali interferenze negative dei derivati del fluoro sull'apparato riproduttivo maschile.

Diversa invece, ma sempre in tema di perluorati, è l'iniziativa che giunge dal distretto Agno-Chiampo. Con una nota diramata ieri pressoché all'unisono il Comune della città del Grifo e l'associazione ambinetalista Cillsa hanno reso noto il calendario della «Ecofesta» che a partire dal 14 ottobre prenderà il via al Parco di villa Brusarosco ad Arzignano. L'iniziativa, curata appunto da Cillsa, ha il patrocinio dell'amministrazione comunale arzignanese. Gli eventi in cartellone sono numerosi come numerosi sono gli approfondimenti dedicati al caso Pfas anche se il focus della iniziativa ruota attorno alle possibili alternative all'attuale modello di sviluppo che ormai abbraccia la quasi totalità del globo. Un modello di sviluppo che secondo la rete ambientalista «sta mettendo seriamente a rischio l'esistenza della stessa umanità almeno per come la conosciamo oggigiorno».

GUARDA L'INTERVISTA A BERTÒLA E IOVERNO

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