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Clorochina, «l'Aifa la rivaluti: aiuta a combattere il Covid-19»

Da giorni l'Agenzia italiana del farmaco, capitanata dal vicentino Domenico Mantoan, è sotto pressione da più parti perché ritratti la censura affibbiata in passato ad un rimedio già usato per contrastare il coronavirus

Domenico Mantoan, il vicentino che di recente è salito alla presidenza della agenzia nazionale del farmaco, l'Aifa, nelle prossime settimane dovrà occuparsi assieme ai vertici dell'organismo di un dossier di non poco conto. Dovrà infatti valutare se l'idrossiclorochina (il cui utilizzo per combattere il Covid-19 è stato censurato dall'Oms, dall'Aifa stessa e sconsigliato da parecchie regioni italiane), sia veramente inefficace o sconsigliabile, come sostengono alcuni studiosi. O se sia invece consigliabile come sostiene «un altro studio scientifico» promosso dal movimento Ippocrate. La questione è talmente seria che ieri Franco Zaffini, senatore umbro di Fdi, all'agenzia Dire ha dichiarato di avere chiesto alla presidenza della Commissione sanità del Senato di convocare proprio Mantoan affinché l'agenzia chiarisca la sua posizione rispetto alla decisione assunta in passato. Ma su quali basi si è mosso il senatore di Fratelli d'Italia che siede giustapposto tra i banchi della commissione sanità di palazzo Madama?

IL PREAMBOLO
Il preambolo della vicenda va ricercato in uno studio pubblicato il 22 maggio dalla rivista scientifica the Lancet il quale aveva messo in dubbio la efficacia della isrossiclorochina (nota al grande pubblico come clorochina: è usata per molte patologie come la malaria) per combattere il Covid-19. Lo studio, sul quale si erano addensati subito parecchie ombre era stato «fatto a pezzi» da una lunga inchiesta del prestigioso quotidiano britannico The Guardian uscita ai primi di giugno. In quel frangente la comunità scientifica, che già si stava interrogando sulle conclusioni di The Lancet, ebbe molto da ridire nei confronti della rivista scientifica tanto che quest'ultima, subissata di critiche al vetriolo, dovette ritirare l'articolo (che è ancora leggibile ma sul quale campeggia la sovrimpressione «Retracted» ossia ritirata. Va poi rimarcato che in questi mesi nonostante la bocciatura di The Lancet, poi rivelatasi debole, molti medici in giro per il mondo avevano continuato a prescrivere la clorochina in funzione anti-Covid. Addirittura in Germania sarebbe largamente usato un farmaco in funzione Covid-contrastante (che verrebbe somministrato molto in sordina) che contiene tra i suoi principi attivi proprio quello della stessa clorochina. Il medicinale si chiama Decamoquin. Lo spiega ai taccuini di Vicenzatoday.it Mauro Rango, padovano, animatore del movimento Ippocrate nato pochi mesi fa come movimento transnazionale che si batte «per una medicina più a misura d'uomo». 

LA DISCUSSIONE PRENDE CORPO
Chiaramente anche la comunità scientifica nonché quella mediatica del Belpaese hanno cominciato ad interrogarsi parecchio sulla vicenda: basti pensare all'approfondimento realizzato nello specifico dalla giornalista Barbara Paknazar su Il Bo Live, il magazine telematico dell'Unversità di Padova non più tardi del 10 giugno: un approfondimento corroborato dal parere di Antonella Viola, una nota immunologa dell'Università della città del Santo.

IL TEMPO PASSA
In questi mesi però, «non senza una certa dose di stupore manifestato fin dalle prime ore da parte di alcuni addetti ai lavori», la censura distillata dall'Aifa nonché dalla sua cugina europea l'Ema, sono rimaste le stesse. Per vero il farmaco non è mai stato vietato visto le la disciplina in materia fornisce chiaramente al medico un ampio margine discrezionale. Ma il fatto che il farmaco «sia fortemente sconsigliato dall'Oms o Organizzazione mondiale della sanità che dir si voglia nonché dall'Aifa» spiega ancora Rango «induce parecchi camici bianchi a non prescriverlo per evitare eventuali rogne legali».

LA SVOLTA? LA PALLA AL PARLAMENTO
E così «per cercare di venir fuori da questo cul de sac» il movimento Ippocrate (che in queste settimane ha approntato anche una articolata piattaforma web) ha promosso uno studio (ne parla diffusamente ai microfoni d Vicenzatoday.it proprio Rango) nel quale le tesi «dello studio Recovery pubblicato da Lancet non solo vengono smontate ma viene provata la efficacia della clorochina quando le complicazioni derivanti dal Sars-cov-2 vengono diagnosticate presto, più o meno settanta ore dopo che i sintomi si sono manifestati».

Questo è il crescendo di eventi che ha convinto il senatore Zaffini a chiedere la presenza di Mantoan e di altri al cospetto della commissione sanità di palazzo Madama anche alla luce del fatto che è la stessa Oms che sta rivedendo le sue posizioni sul farmaco un tempo censurato. Ora bisognerà vedere se la presidente Annamria Parente convocherà Mantoan. In tutta questa sciarada politico-farmaceutica (in cui gli interessi economici pesano come macigni silenziosi visto che la clorochina «costa infinitamente meno rispetto a altri farmaci») il Veneto è rimasto potentemente sullo sfondo: vicentino, o meglio brendolano, è il presidente di Aifa, padovana è l'università che ha dedicato alla materia più di un approfondimento, padovano (si tratta del senatore del M5S Giovanni Endrizzi) è il segretario della commissione sanità: ruolo che condivide guarda caso col collega Zaffini che per inciso è colui che ha chiesto all'Aifa di pronunciarsi sul destino dell'idrossiclorochina proprio adesso che il cosiddetto contagio torna ad assumere una portata preoccupante. E proprio adesso che a favore dell'impiego del farmaco si moltiplicano le richieste dei medici mezz'Italia la cui petizione è stata pubblicata su Panorama.

GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA A MAURO RANGO

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