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Stipendi d'oro e caso sicurezza: la giunta vicentina finisce sulla graticola

Il sindacato prende di mira l'esecutivo del capoluogo accusandolo di voler abbassare gli stipendi ai lavoratori per aumentare quello di dirigenti e funzionari definiti «cortigiani». Frattanto Fdi, dopo la rapina in zona San Felice, spara a palle incatenate sul sindaco accusandolo incapacità nel dare corso ad una efficace politica in materia di prevenzione del crimine

Ieri 6 dicembre verso palazzo Trissino c'era stato un primo affondo del sindacato Cub, il più rappresentativo tra i dipendenti, con la sigla di base che ha cannoneggiato l'amministrazione con una nota di fuoco. Il motivo? La si accusa, questa la doglianza dei sindacalisti che dura da mesi per vero, di voler sottrarre le risorse destinate a rimpinguare «gli stipendi da fame» che toccano «alla maggior parte dei lavoratori in modo da premiare invece quadri e dirigenti che costituiscono la cerchia primaria del potere municipale». Oggi per di più l'atmosfera si è ulteriormente arroventata dopo che il gruppo di Fratelli d'Italia in sala Bernarda ha distillato un dispaccio al carburo in forza del quale ha aperto il fuoco sul sindaco berico del Pd Giacomo Possamai, imputandogli una sostanziale inadeguatezza nel contrasto alla criminalità: il tutto sulla scorta della rapina sventata dai vigili urbani di Vicenza alla farmacia Carlassare di corso San Felice: rapina durante la quale due agenti sono rimasti feriti in modo non grave.

LA CUB ALL'ATTACCO
La giunta di Vicenza, denuncia la Cub, il 30 novembre scorso ha bloccato «le trattative in corso» per il rinnovo del contratto integrativo triennale dei dipendenti municipali comunicando ai rappresentanti sindacali la volontà «di aumentare di 240mila euro gli stipendi dei capi ufficio e dei quadri». Nei corridoi di corso Palladio e di piazza Biade la querelle peraltro è già stata ribattezzata «come il caso degli stipendi d'oro».

«NESSUNO SI ERA MAI AZZARDATO»
Secondo Maria Teresa Turetta, segretaria veneta della sigla indipendente e estensore della nota si tratta «di una richiesta che toglie dalle tasche dei lavoratori circa la metà dei compensi incentivanti che da anni sono bloccati per effetto di legge e per il mancato rinnovo dei contratti nazionali di lavoro. Una richiesta che finora nessuno si era mai azzardato di fare considerando che su novecento dipendenti ci sono venti dirigenti pagati in media 110mila euro l'anno per un costo complessivo di quasi tre milioni di euro all'anno».

STRUTTURA DI VERTICE PACHIDERMICA
E ancora, ogni dirigente «gestisce in media quarantacinque dipendenti ciascuno... una faticaccia davvero enorme che viene supportata da una quarantina di capi ufficio che mediamente, oltre allo stipendio di funzionario, si portano a casa un compenso medio di 10mila euro in più all'anno finanziato interamente con le scarne risorse del fondo salario accessorio dei dipendenti comunali e non invece dai ricco fondo dei dirigenti». Detto alla grossa la Cub denuncia una sorta di struttura di vertice pachidermica in seno al comune in cui abbondano tanti generali super pagati a fronte della base del personale che stando ai j'accuse periodicamente messi sul tappeto dagli stessi sindacalisti della Cub non può che annotare in busta paga, mese dopo mese, «stipendi da fame» che toccano «alla maggior parte dei lavoratori». Un meccanismo visto come iniquo che de facto, premia senza merito quadri e dirigenti che costituiscono «la cerchia primaria del potere municipale».

ROBIN HOOD AL CONTRARIO
Tanto che, conclude Turetta, il sindaco Possamai e la sua giunta «di centro chiamiamolo così sinistra dopo aver fatto man bassa di figure dirigenziali di nomina politica senza alcun concorso pubblico, prima fra tutti quella del discutibile dirigente alla comunicazione, dopo avere riempito di nomine politiche il suo staff», avanza pure la richiesta ai sindacati «di togliere i soldi del salario accessorio dei lavoratori dipendenti per finanziare ulteriormente il già elevato numero dei capi ufficio». Parole durissime che secondo la dirigente descrivono il capo dell'esecutivo come una sorta di Robin Hood al contrario.

LA PROPOSTA «IRRICEVIBILE» E LE PROTESTE ALL'ORIZZONTE
Per la sigla di base si tratta d'una proposta «irricevibile che non consentiremo in alcun modo di attuare. Il prossimo 13 dicembre tutto il personale è convocato per una assemblea generale in cui discutere il da farsi, ma la rappresentanza sindacale unitaria, la Rsu, a questo proposito ha già alzato un muro. Questa proposta è un attacco offensivo agli stipendi dei lavoratori dipendenti alla quale si risponde con la lotta».

NACLERIO E CONTE APRONO UN ALTRO FRONTE
E sul versante della sicurezza peraltro la tensione non è che scemi: tutt'altro. Oggi i consiglieri d'opposizione che militano tra le fila di Fratelli d'Italia (il capogruppo Nicolò Naclerio assieme a Giorgio Conte) hanno preso carta e penna. E dopo averla intinta nel curaro hanno fornito la loro interpretazione dei fatti dell'episodio di cronaca nera occorso due giorni fa.

IL PROLOGO
«Il fatto di cronaca avvenuto martedì 5 dicembre, inerente la rapina consumata ai danni della farmacia Carlassare in corso San Felice, con il ferimento di due agenti del Nos, il Nucleo operativo speciale  della polizia locale di Vicenza, racconta più dei fatti stessi. Innanzitutto  - si legge - va la solidarietà del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia ai due agenti feriti. Solidarietà che vogliamo estendere ai farmacisti e a tutta la categoria di commercianti che lavora in queste zone ad alta densità di eventi criminali e degrado».

LA FRUSTATA
Questo è l'incipit. I due però poi si spingono oltre. «La solidarietà sarebbe poca cosa se non evidenziassimo dei problemi che continuano a essere sottovalutati colpevolmente da quest'amministrazione. Amministrazione che manca di visione e competenza sull'argomento, poiché l'unica soluzione che ha messo in atto è stata quella di seguire ciò che avevamo fatto e programmato come centrodestra, vedi il Nos e il nostro agente di prossimità. Soluzioni che - precisano gli estensori - loro stessi volevano eliminare in campagna elettorale. Non hanno visione perché il tema necessita sempre di essere aggiornato, mese per mese. Perché, la pericolosità per i cittadini e per chi deve garantire la legalità, cresce giorno dopo giorno».

LO SPETTRO DELL'EROINA
Di seguito Naclerio e Conte danno corpo ad una lunga digressione sul fenomeno della criminalità sia spiccia sia di maggior spessore, che da tempo funesta una parte della spalla Ovest della città palladiana. «Il legame tra tossicodipendenza e questi fatti criminali ricorda gli anni '80. Quando - puntualizzano i consiglieri - l'eroina, nello specifico, inondava tutte le città d'Italia. Oggi, il ritorno massiccio dell'uso di questo stupefacente, e non solo, sta colpendo fasce di popolazione sempre più giovani. Sta creando sempre più drammi all'interno della società. E il Comune non vede, non sente, non parla. Sottovaluta. Sminuisce. Evita il problema».

IL NESSO CHE PREOCCUPA E LA QUESTIONE TASER
Gli esponenti di Fdi infatti spiegano che spesso e volentieri le azioni da codice penale dei balordi altro non siano che il tentativo di procurarsi denaro per acquistare dosi di droga. Problema che porta a fatti come quello registrato recentissimamente. In corso San Felice infatti, rimarcano i due, «la sicurezza degli agenti è stata compromessa dall'impossibilità di avere  strumenti che possano aiutarli nel loro compito. Avevamo proposto in consiglio comunale, l'uso da parte della polizia locale del taser, il dispositivo in grado di immobilizzare l'aggressore con una scarica elettrica. Uno strumento che non serve solo a fermare lo stesso aggressore, ma pure a difendere chi lo usa: fondamentale per evitare il contatto diretto con la persona che si deve contrastare, eliminando il rischio di essere colpiti e feriti».

IL CENTTROSINISTRA? «CHIACCHIERE INUTILI»
Ma l'opzione taser, secondo Fdi, rimane «troppo lontana dagli orizzonti visivi del centrosinistra, che l'ha bocciata: colpevolmente. Un fatto come quello avvenuto a San Felice - concludono i consiglieri della opposizione di centrodestra - non è più un campanello d'allarme. Siamo già dentro a un vortice criminale, pericoloso e preoccupante. I vicentini hanno bisogno di fatti, la polizia locale ha bisogno di strumenti aggiornati ai pericoli di oggi. Vicenza ha bisogno di decisioni, non di chiacchiere inutili».
 

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