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Morti sul lavoro: soprattutto anziani agricoltori

I luoghi di lavoro più pericolosi rimangono infatti ancora oggi l'agricoltura e quello delle costruzioni dove si conta il maggior numero di vittime. Si muore soprattutto per schiacciamento, da oggetti dall'alto o mezzi di lavoro

Le persone che hanno perso la vita sul lavoro a Nordest nel primo quadrimestre del 2012 sono 12, di cui 9 in Veneto, 4 in Friuli Venezia Giulia ed altrettante in Trentino Alto Adige. Il numero delle morti bianche diminuisce notevolmente in tutte e tre le regioni nordestine rispetto allo stesso periodo del 2010 (24) e del 2011(20). In tutto il Paese i decessi registrati nei primi quattro mesi dell’anno sono 137. Lo riferisce il sito della Cisl Veneto.

I numeri sono forniti dall’Osservatorio Sicurezza della società Vega Engineering di Mestre che considerano solo i casi di infortunio mortale accaduti sul luogo di lavoro che non siano connessi alla circolazione stradale e a quelli in itinere. La provincia del Nordest che guida la drammatica classifica degli infortuni sul lavoro è Bolzano con 3 decessi, seguita da Rovigo, Vicenza, Verona e Udine (2). Una vittima a Belluno, Venezia, Treviso, Gorizia, Pordenone e Trento.

Ma lo scenario cambia quando gli esperti dell’Osservatorio propongono un’altra lettura di questi numeri: l’analisi dei dati delle morti bianche rispetto alla popolazione lavorativa (per milione di occupati). Ed ecco che la provincia più pericolosa in Triveneto diventa Rovigo che, con un indice di incidenza pari a 19,4 (contro una media nazionale di 6), è anche ottava nella graduatoria nazionale delle province più colpite. Seguono: Gorizia (17,6), Bolzano (12,5), Belluno (11), Udine (8,9) Pordenone (7,4), Vicenza (5,3), Verona (4,8), Trento (4,4), Venezia (2,8), e Treviso (2,7). Il Veneto, con i 9 casi, è, in questo primo scorcio dell’anno, al quinto posto per numero di decessi in assoluto e viene dopo la Lombardia (23), la Toscana (20), l’Emilia Romagna (15) e il Piemonte (10).

Chi sono le vittime? Anche in questo caso abbiamo delle conferme: lavoratori, compresi moltissimi coltivatori diretti ed artigiani edili, con più di 55 anni di età; poi chi lavora nel trasporto. I luoghi di lavoro più pericolosi rimangono infatti ancora oggi l’agricoltura e quello delle costruzioni dove si conta il maggior numero di vittime. Si muore soprattutto per schiacciamento avvenuto in seguito alla caduta di oggetti pesanti e per essere caduti dall’alto (29,4% dei casi). Segue lo schiacciamento a causa del ribaltamento di veicoli o mezzi in movimento (17,6%). Sulla interpretazione di questo positivo calo delle morti sul lavoro si confrontano due tesi. La prima attribuisce questa dinamica alla riduzione del lavoro e degli occupati conseguente alla crisi. La seconda, rilevando che la riduzione dei posti di lavoro è di molto inferiore a quella degli infortuni, attribuisce alla attività di informazione, prevenzione e controllo la maggiore sicurezza sul lavoro.

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