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Economia Asiago

Assunzioni al punto nascite dell'Altopiano? La spuntano i sindacati

Nell'ambito del contenzioso per l'aumento del personale del comprensorio montano l'Ulss 7, assecondando le richieste delle sigle, si è detta pronta a nuovi ingaggi: revocato lo stato di agitazione, ovvero l'anticamera dello sciopero

Dopo un contenzioso durato un anno e mezzo i vertici dell'Ulss 7 Pedemontana hanno preso l'impegno di assumere «entro un paio di mesi» dieci o dodici persone per il punto nascite di Asiago, che era rimasto in parte sguarnito. È questo l'esito di un lungo incontro organizzato oggi primo febbraio alla prefettura di Vicenza. Da una parte c'erano infatti le organizzazioni sindacali che da diciotto mesi reclamavano a gran voce l'intervento dell'amministrazione regionale. Dall'altra c'erano i vertici dell'Ulss che si erano detti disponibili ma senza che si addivenisse ad un risultato concreto.

Oggi, con la prospettiva di uno sciopero all'orizzonte e anche grazie all'impulso dell'ufficio territoriale del governo che col vicecapo di gabinetto Emanuele Cassaro ha spinto non poco perché si addivenisse ad una soluzione condivisa, «il risultato è arrivato», hanno detto i rappresentanti della della delegazione trattante quando poco prima delle due di oggi pomeriggio sono usciti dall'androne di palazzo Volpe accolti da un breve applauso di una trentina di lavoratori, che striscioni e bandiere alla mano, avevano atteso in contrà Gazzolle.

Ma quali sono le ragioni di una vertenza tanto dura? Le sigle coinvolte nella vertenza (Cgil-Fp, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Nursind, Nursing-Up, Cub) in una col supporto dei lavoratori e dei delegati aziendali, gli Rsu, non solo lamentavano le carenze di personale. Ma lamentavano «i rischi intimante connessi» con queste carenze: sia per l'utenza sia per gli stessi lavoratori. Molti dipendenti di Santorso e Bassano infatti per coprire le carenze di organico erano costretti ad un sali-scendi tra l'Altopiano e la pianura che comportava un allungamento de facto dei turni di lavoro già gravoso, «per non parlare, tra le altre» del rischio di incidenti stradali durante gli spostamenti «con la propria vettura». I sindacati fanno notare infatti che in caso di urgenza il personale «può essere costretto a premere sull'acceleratore». Un'altra richiesta che proveniva dai sindacati riguardava la formazione.

Presso i punti nascita delle zone isolate come quelle montane, per ragioni intrinseche, ci sono meno parti: di contro la pratica costante è una delle condizioni di base per mantenere un certo standard professionale. Per questo motivo i sindacati per gli operatori dell'Altopiano chiedevano, in ossequio alla legge, un congruo numero di turni in distacco presso unità o ospedali ad alta intensità di lavoro: proprio per mantenere alti gli standard sia in termini di casi tout court sia in termini di casistiche: ogni parto infatti è una storia a sé e maggiore è l'esperienza del medico o dell'infermiere e maggiormente si accrescono le capacità utili a fronteggiare «le più disparate situazioni».

Ad ogni modo quando oggi nel primo pomeriggio la delegazione trattante è uscita dagli uffici della prefettura è trapelata una certa soddisfazione: non solo per il risultato ottenuto ma anche perché i vertici dell'Ulss 7 «si sono impegnati per dare seguito a tutte quelle mitigazioni necessarie per superare al meglio le attuali difficoltà in attesa che il personale sia completamento assunto». La vertenza nello specifico non riguarda i medici bensì in massima parte le ostetriche. «Ora lo stato di agitazione è stato cancellato. Chiaramente noi rimarremo vigili perché nel caso in cui l'Ulss 7 facesse marcia indietro noi riapriremo il contenzioso» hanno fatto sapere Lara Donati, Elena Tonelli, Edoardo Vanin, Oscar Gheno, Guerrino Silvestrini, Lucio Basso e Salvatore Del Colle. I primi sei sono, rispettivamente, i referenti di Cgil-Fp, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Nursind, Nursing-Up e Cub. Del Colle invece ha parlato nella sua veste di rappresentante aziendale ovvero di Rsu. Dalle prime notizie filtrate in contrà Gazzolle l'Ulss 7, che dipende in toto dalla Regione Veneto, per rimpolpare il personale per il punto nascite sull'Altopiano dovrà mettere in conto una spesa per 6-700mila euro annui. Il presidio, durante la sua intera durata, è stato vigilato, con discrezione peraltro, da una mezza dozzina tra poliziotti e carabinieri, coordinati dalla Digos di Vicenza. Il sit-in si è svolto tranquillamente dall'inizio alla fine.

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