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Cronaca

Veterinari veneti in rivolta contro la Regione: "Vicenza unica virtuosa"

Secondo il sidacato di categoria il decreto Balduzzi e il Piano socio sanitario regionale "dispongono che i servizi veterinari siano articolati in tre strutture complesse autonome". Per la Regione "almeno una"

Potrebbe diventare sempre più difficile curare i propri amici a 4 zampe (o di qualsiasi specie), a causa di una delibera regionale. Il Sindacato veterinari di medica pubblica (Sivemp) del Veneto ha deciso di impugnarla davanti al Tar, con gli atti di 19 aziende sanitarie che sono ritenuti contrari alla normativa nazionale e regionale. In ballo le nuove linee guida per la predisposizione dell’atto aziendale e per l’organizzazione del Dipartimento di prevenzione. 

"Il decreto Balduzzi e lo stesso Piano socio sanitario del Veneto – spiega una nota del Sivemp - dispongono, infatti, che i servizi veterinari siano articolati in tre strutture complesse autonome, sia sotto il profilo organizzativo che tecnico-funzionale, tributarie di risorse economiche proprie. La delibera veneta invece stabilisce arbitrariamente che le strutture complesse veterinarie in ogni Usl siano almeno una”.  

L’unica azienda sanitaria che ha previsto i tre servizi veterinari con le tre canoniche strutture complesse è la Ulss 6 di Vicenza. Per il resto ci troviamo di fronte alle previsioni più fantasiose delle Asl, con servizi veterinari articolati su una o due strutture complesse, accorpamenti inediti di aree diverse, organizzazioni irrazionali in cui si arriva addirittura a far dipendere, nella scala gerarchica, un canile sanitario da un medico. Per non parlare delle strutture semplici ridotte al lumicino” prosegue la nota

Duro il commento di Roberto Poggiani, segretario regionale Sivemp. “Con una riorganizzazione dei servizi veterinari messa in atto con queste modalità la Regione Veneto si assume gravi responsabilità. Non solo nei confronti di professionisti messi nell’incapacità di svolgere con efficienza il proprio lavoro, ma, soprattutto, dei cittadini e degli operatori economici. Per questi motivi, con senso di responsabilità, ci siamo fatti carico di impugnare provvedimenti lesivi per la salute pubblica e la nostra economia, già messa a dura prova dalla crisi”. “Lo scadimento dei modelli organizzativi peraltro - conclude - potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi Lea veterinari a cui sono direttamente collegati i finanziamenti del piano sanitario. Con il rischio di perdere fondi per centinaia di milioni”.

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