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Salute

Infarto: come riconoscere i sintomi, cosa fare per prevenirlo

Il 29 ottobre è la giornata mondiale dedicata a questa malattia. Come agire in caso di attacco al cuore

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo. Ogni anno in Italia circa 120 mila persone sono colpite da infarto. Di queste, circa 25 mila muoiono prima di arrivare in ospedale. Ma fra i 95 mila che arrivano in un centro di cura la mortalità è solo del 10,95%, e potrebbe essere ancora dimezzata. Entro il 2030 si stimano 24 milioni di decessi globali per cause cardiovascolari, più di 66.000 in media al giorno.

I sintomi

I disturbi (sintomi) più comuni causati dall'infarto acuto del miocardio sono:

  • dolore al petto, che può essere percepito anche come sensazione di oppressione o pesantezza al torace. Il dolore può irradiarsi alla mandibola, al collo, alle braccia, alla schiena e all'addome
  • respiro corto
  • sensazione di debolezza e/o capogiro
  • sensazione opprimente di ansia

Nella maggior parte dei casi il dolore possono comparire improvvisamente, ma in alcuni è preceduto da fitte di breve durata nelle ore o nei giorni precedenti. Generalmente si manifesta come un'oppressione al torace, dietro lo sterno; può essere irradiato al dorso, al braccio sinistro o alle mandibole, non raramente si localizza allo stomaco. Spesso è accompagnato da sudorazione fredda abbondante. A volte c'è anche la nausea. Nei pazienti diabetici, si può presentare come malessere generale, senza dolore al torace. 

L'infarto costituisce un'emergenza e richiede l'intervento medico nel più breve tempo possibile: le persone che sospettino di avere un infarto dovrebbero chiamare immediatamente l'ambulanza e, se non sono allergiche all'aspirina, dovrebbero prenderne una compressa da 300 mg, masticarla lentamente e poi ingoiarla nell'attesa del soccorso medico; l'aspirina contribuisce alla fluidificazione del sangue. L’infarto, è un evento acuto e può stroncare all’improvviso; esistono infarti cosiddetti silenti che non danno sintomi e dunque non consentono di chiamare in tempo i soccorsi.

Infarto del miocardio

Nel linguaggio comune l'infarto acuto del miocardio è indicato semplicemente come infarto o colpo al cuore. Un infarto, si verifica quando il flusso di sangue ricco di ossigeno indirizzato al cuore, viene bloccato, privando il cuore di ossigeno e portando alla morte del suo tessuto muscolare. Il motivo più comune per un blocco del flusso sanguigno è un coagulo, che è spesso il risultato di un accumulo di placca nelle arterie. Quando si hanno alti livelli di catacholamine, i meccanismi di coagulazione aumentano e il cuore batte più forte. Uno studio su oltre 12.400 persone ha rilevato che il 13,6% era stato fisicamente attivo e il 14,4% era stato arrabbiato intorno ad un'ora prima dell'inizio dei sintomi. I ricercatori, hanno notato che sia lo sforzo fisico che l'essere arrabbiati, hanno generato i sintomi due volte di più. Se combinati, il rischio era tre volte maggiore.

Sindrome del cuore spezzato

C'è un'altra condizione causata dallo stress, che ha sintomi simili a un infarto. È più comunemente chiamato cardiomiopatia da stress o cardiomiopatia takotsubo, che prende il nome da un vaso giapponese, a forma di cuore. Circa un terzo delle volte, la cardiomiopatia takotsubo, è provocata da una forte emozione, dopo questo evento, la persona avverte gli stessi sintomi di un infarto, lo stesso dolore al petto, difficoltà respiratorie, nausea. Sebbene le arterie siano normali, la funzione cardiaca è indebolita e le parti del cuore, non si contraggono come dovrebbero. I medici, non sono sicuri del perché, ma la teoria è che un segnale di stress dal cervello, danneggia il cuore o le arterie. Le cardiomiopatie da stress, sono molto più rare di un infarto e le donne tra i 50 ei 70 anni sono i pazienti più comuni. È improbabile che una persona muoia per la sindrome del cuore spezzato e la maggior parte delle persone, si riprende completamente con l'aiuto di beta-bloccanti e ACE-inibitori.

I fattori di rischio

Le donne sono più a rischio degli uomini. Da evitare sono: fumo di sigaretta (sia quella tradizionale che l’e-cigarette), la sedentarietà, i luoghi inquinati da polveri sottili, il diabete mellito, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e l’obesità. E lo stress, che va ridotto con lo yoga, gli esercizi di respirazione e la meditazione.

In occasione della Giornata mondiale il 29 settembre i medici hanno lanciato l'allerta rossa, e moltiplicano gli appelli alla prevenzione, primaria – messa al bando del fumo, sana alimentazione e attività fisica – ma anche secondaria con la gestione regolare delle visite e delle terapie. E serve una revisione dei modelli di cura che guardi a telemedicina e a un nuovo ruolo per il territorio.

Fonte: Istituto superiore di sanità

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