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Sicurezza nei quartieri e assistenza agli anziani angustiano Possamai

Il primo cittadino berico ora è costretto a occuparsi di due dossier di peso: quello della criminalità diffusa, cavalcato dall'opposizione, in primis da Fdi e quello delle strutture per la terza età depotenziate dopo il Covid: una bordata indiretta quest'ultima, che giunge dalla maggioranza di centrosinistra e che non risparmia nemmeno palazzo Balbi

Le politiche attive per la sicurezza a Vicenza sono ormai divenute il ring per uno scontro al calor bianco tra la giunta di centrosinistra e la opposizione di centrodestra. L'ultimo capitolo della querelle in corso è una nota al curaro resa pubblica ieri 14 gennaio dal consigliere comunale Nicolò Naclerio di Fratelli d'Italia. Frattanto la maggioranza di centrosinistra chiede lumi sui centri per anziani depotenziati al tempo della pandemia da Covid-19.

IL PROLOGO
Il prologo in qualche modo va ricercato proprio nella presa di posizione che Naclerio aveva fatto propria non più tardi del giorno 8 gennaio. Anche in relazione ai recenti accadimenti di cronaca nera, quest'ultimo aveva annunciato un calendario di uscite pubbliche nell'ambito del quale si sarebbe parlato, tra le altre, di sicurezza attiva e di politiche per il controllo di vicinato. La cosa aveva scatenato la reazione del sindaco democratico Giacomo Possamai che aveva duramente criticato sia il merito che il metodo dei propositi di Naclerio, il quale attualmente è capogruppo di Fdi in sala Bernarda.

LA REPLICA DEL CAPO DELL'ESECUTIVO MUNICIPALE
Il primo cittadino anzitutto contesta l'utilizzo del logo della cosiddetta vigilanza di vicinato municipale, che a giudizio del capo dell'esecutivo sarebbe stato utilizzato in maniera inopinata, senza comunicare l'iniziativa alla amministrazione: cosa grave e per di più ingannevole per i cittadini. Ancora Possamai (almeno questi riportano i media locali), puntando l'indice contro Naclerio lo aveva additato preconizzando da parte di quest'ultimo di voler gettare le basi per una sorta di vigilanza privata, descrivendo tale indirizzo come una deriva potenzialmente grave.

IL CONTRATTACCO
Epperò ieri a stretto giro il capogruppo di Fdi ha replicato con estrema durezza imputando al sindaco di non aver mosso una critica non solo errata ma pure senza senso. Di più, Naclerio accusa apertamente il primo cittadino di non conoscere nemmeno il perimetro dell'argomento che ha deciso di trattare. «Possamai Forse non ha capito - scrive Naclerio - la differenza tra promuovere un'iniziativa, che dalla scorsa amministrazione è sotto il diretto controllo di Prefettura, questura e Comune, e la creazione di quella che lui definisce una specie di sicurezza privata».

E non è finita. Quella di Possamai secondo Fdi è una «dichiarazione molto forte e molto sbagliata». Da tempo, rimarca Naclerio «come capogruppo di Fratelli d'Italia, affianco cittadini che mi contattano giornalmente per cercare delle soluzioni a dei problemi che l'amministrazione, per lentezza o per sottovalutazione, non riesce a vedere». L'oggetto del contendere è quello del contrasto e della prevenzione della criminalità diffusa. Che in buona parte spetta alle forze dell'ordine ma per il quale pure le amministrazioni comunali hanno voce in capitolo.

I DISTINGUO
Appresso Naclerio fa alcuni distinguo: «Alcuni lo fanno per vicinanza politica, ma la maggior parte lo fa per la mia esperienza pregressa come delegato alla sicurezza nella giunta di centrodestra all'epoca dell'ex sindaco Francesco Rucco». Si tratta di un supporto, aggiunge il capogruppo, che viene fornito a chi lo richiede, affinché ci sia la possibilità di dare ascolto alle «problematiche specifiche» dei singoli quartieri ma pure per procedere con una «scrematura delle proposte» nonché per portare le istanze dei cittadini «in consiglio comunale». Detto in modo semplice, Possamai avrebbe confuso quella che è una fase di ascolto dei cittadini con la eventualità di dare spazio a quelli che negli Usa vengono chiamati vigilantes di quartiere: una eventualità che secondo Fdi non ha alcun fondamento.

«DISSENTERIA E FUOCO AMICO»
Ad ogni modo Possamai non deve fronteggiare solo l'opposizione di centrodestra. In questi giorni pure la maggioranza di centrosinistra ha fatto avvertire alcuni brusii «un tempo nascosti». La presa di posizione più eclatante è quella del consigliere comunale Raffaele Colombara (del gruppo «Una grande Vicenza») che non più tardi di due gironi fa ha messo nero su bianco una interpellanza indirizzata alla giunta rispetto alla quale i destinatari, politicamente parlando, di maggior peso sono proprio il sindaco nonché l'assessore al sociale Matteo Tosetto, il quale peraltro nella passata conciatura era schierato proprio col centrodestra.

In buona sostanza Colombara chiede alla giunta lumi sulla situazione di alcuni centri residenziali per anziani non autosufficienti, centri noti in gergo burocratico come Ceod. A Vicenza, dopo la deflagrazione della pandemia legata al Covid-19, queste strutture  erano state drasticamente depotenziate. L'interpellanza di Colombara avrebbe scatenato «un po' di dissenteria» tra alcuni aficionados di Possamai, che avrebbero parlato addirittura «di fuoco amico».

IL J'ACCUSE: OFFERTA PUBBLICA CARENTE
Peraltro il «cahier de doléances» vergato da Colombara non lascia spazio all'immaginazione. «Villa Rota Barbieri è aperta e accoglie ogni giorno una trentina di persone auto e non autosufficienti, in particolare persone affette da Alzheimer: ben pochi posti in relazione alla sempre crescente richiesta di aiuto e cura che questa particolare malattia sollecita. Gli altri due centri diurni sono chiusi o da poco riavviati non a pieno regime: quando verranno riaperti definitivamente e completamente?».

COSTI ALLE STELLE E «FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ»: SERVONO «ALTRI POSTI»
Appresso un'altra bordata: «Solo per il centro diurno Bachelet di San Pio X, in gestione a Ipab ed ancora chiuso, risulterebbero almeno una cinquantina le persone in lista d'attesa: più tutti quelli che ormai hanno perso la speranza e che non possono permettersi di sostenere i costi presso una struttura privata. Se infatti molte realtà private hanno da anni ripreso regolarmente le attività, rimane per molte famiglie la difficoltà di affrontare anche economicamente un problema già di per sé assai gravoso: per questo, e a maggior ragione, dovrebbe essere presente un'offerta pubblica. Servono, insomma, altri posti. Serve un nuova attenzione su questo tema». Parole durissime alle quali segue una richiesta di delucidazioni in particolare modo al referto al sociale ma pure all'Ipab  e alla sua controllata Ipark, che secondo Colombara, gestisce direttamente alcuni Ceod. Più in generale però la stilettata, per varie ragioni, è destinata a infastidire anche ai vertici dell'amministrazione regionale veneta in quel di palazzo Balbi.

LETTURA IN FILIGRANA
Infatti l'uscita di Colombara può anche essere letta in filigrana. I Ceod e più in generale le case di cura note anche come Rsa o Ipab, conosciute un tempo «come opere pie», sono soggetti particolari la cui governance e il cui finanziamento in parte è dato dai lasciti privati, in parte dai fondi pubblici in un quadro complessivo che risponde ai comuni ed alla Regione Veneto: alla fin fine i dominus nella gestione di questi enti de facto pubblici.

FILO DIRETTO CON ZAIA
Ora Possamai nei confronti dell'amministrazione regionale a trazione leghista, anche quando era consigliere regionale di minoranza in quota Pd, ha sempre avuto un atteggiamento critico ma non conflittuale, non nascondendo mai il canale di dialogo sempre aperto e sempre improntato alla cordialità e all'apprezzamento reciproco, col governatore leghista Luca Zaia. Il quale è esponente «dell'ala moderata del Carroccio». Il sindaco infatti fa pare di quel settore del Pd Veneto che per orientamento moderato, condivisione delle scelte di campo (libero mercato, atlantismo, grande attenzione ai desiderata dei grandi stakeholder privati) ha da sempre privilegiato col governatore la ricerca di una grammatica comune pur nelle rispettive diversità.

LA BASE DEL CENTROSINISTRA È IN FERMENTO
Di più, le recenti e meno recenti difficoltà registrate nel campo della sanità veneta (nonostante le rassicurazioni del governatore) non hanno trovato in Possamai un fromboliere scatenato. Tale approccio invece è molto più presente nella base del centrosinistra: basti pensare, una tra le tante, alla sostanziale situazione di stallo che riguarda le carenze dei medici di famiglia in zona Ferrovieri.

«UN NERVO SCOPERTO MICA DA NIENTE»: SCOTTA LA POLTRONA «DI TOSETTO»
Ed è in questo quadro che va letta l'iniziativa di Colombara. Quest'ultimo infatti è andato a toccare «un nervo scoperto mica da niente», se non «un vero e proprio tabù», in modo potenzialmente fastidioso non solo per Zaia, ma pure per Possamai e soprattutto per Tosetto. La cui poltrona, si vocifera a palazzo Trissino, «comincia a scottare» proprio perché su questo dossier la sua dedizione «non sarebbe stata totale». Se poi la carica di Tosetto «potrà funzionare da fusibile d'emergenza, sacrificabile alla bisogna», questa è un'altra partita, «tutta interna alla maggioranza di centrosinistra».

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