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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La procura berica, l'ex 007 e il sequestro contestato

Con una clamorosa presa di posizione pubblicata sulla sua pagina Facebook Riccardo Sindoca, già agente del controspionaggio della Nato, punta l'indice su un pm di Borgo Berga che non avrebbe spiegato a chi avrebbe consegnato le copie forensi di un pc e di un telefono acquisite «inopinatamente»

Che fine hanno fatto le copie forensi delle memorie del telefono e del pc che alcuni anni fa vennero sequestrati dalla Guardia di Vicenza su ordine della magistratura berica all'ex 007 Riccardo Sindoca? La vicenda è riconducibile a una inchiesta contro ignoti relativa a una presunta fuga di informazioni  riservate dalla procura della città palladiana che peraltro non aveva a che fare con questioni legate al mondo dei servizi di sicurezza. Ma in quella occasione gli inquirenti tennero nel dovuto conto l'avvertimento fatto dallo stesso Sindoca che i suoi dispositivi contenevano materiale potenzialmente o addirittura a tutti gli effetti coperto dal segreto Nato? E soprattutto dopo che la Cassazione, tranne alcune minuzie, rigettò le ragioni alla base di quel «sequestro esplorativo» reputandolo «abnorme» tanto da ordinare la distruzione delle copie digitali effettuate dagli inquirenti, come mai le autorità non hanno risposto alla richieste di chiarimenti avanzate dal diretto interessato? A dare contezza di un risvolto di una vicenda che sta agitando il mondo dell'intelligence del Belpaese è lo stesso Sindoca che ieri 29 ottobre pubblicando un video sulla sua pagina Facebook ha riacceso una polemica mai sopita che lo vede impegnato da anni in una sciarada al curaro che ha al centro l'affaire Safond: un caso che come in un libro di John Grisham corre lungo il filo tra il legal thriller, la spy-story e lo scandalo ambientale.

L'ANTEFATTO
È «il 7 giugno dell'anno 2018». Quel giorno l'abitazione di Sindoca, un ex 007 del controspionaggio Nato, viene perquisita da alcuni agenti delle Fiamme gialle su ordine della procura di Vicenza che ha aperto un fascicolo contro ignoti per una presunta fuga di notizie da Borgo Berga relativa ad una inchiesta ancora in corso. Per quel fatto verranno poi indagati tra gli altri, l'ex funzionaria «della Regione Veneto Chiara Lago», il maresciallo allora in forza alla sezione di polizia giudiziaria della Gdf presso la procura berica «Emanuele Agugiaro» oggi a riposo e l'allora comandante della GdF di Cittadella «il capitano Giuseppe Taverna». Da quel procedimento Taverna sarà prosciolto «per non avere commesso il fatto»: Agugiaro per «per tenuità del fatto».

IL J'ACCUSE
Ad ogni buon conto i modi e gli sviluppi di quel sequestro non vengono digeriti da Sindoca che lo reputa giuridicamente non sostanziato. Scattano così i ricorsi che giungono fino alla Corte di cassazione. La quale tranne un aspetto secondario, considera illegittimo lo stesso sequestro dando quindi ragione all'ex agente segreto.

Quando quest'ultimo però chiede «al pubblico ministero vicentino Claudia Brunino che aveva in carico il fascicolo» e «al consulente tecnico incaricato dal Pm» di sapere che fine avessero fatto le copie «di quanto inopinatamente sequestrato» non riceve «risposta alcuna». Questo è il quadro delineato da  Sindoca ai taccuini di Vicenzatoday.it. Di più, l'ex 007 ora teme che quel sequestro possa essere servito «in maniera strumentale» alla magistratura vicentina per venire a conoscenza della linea difensiva che lo stesso Sindoca stava approntando nell'ambito del procedimento che lo vede coinvolto nel contenzioso infinito iniziato anni fa con la Safond e la stessa procura di Vicenza.

LA STOCCATA
Sempre ai taccuini di Vicenzatoday.it Sindoca ricorda e ribadisce che «quelle copie furono inopinatamente effettuate su impulso della procura berica e per questo io non smetterò mai di chiedere conto a chi di dovere: soprattutto perché ad oggi non mi è dato sapere che fine abbiano fatto. Pretendo di sapere che cosa sia successo esattamente a Borgo Berga sede del palazzo di giustizia di Vicenza. Peraltro faccio notare - aggiunge il padovano Sindoca che risiede a Villa del Conte- che Taverna fu l'ufficiale che su input della procura di Vicenza, input maturato solo il cielo sa come, diede il via ad alcune indagini fiscali di rilevanza penale sul mio conto che si scioglieranno come ghiaccioli sotto il sole di ferragosto». E l'affondo prosegue. «Faccio rilevare che chi successe a Taverna, ovvero il capitano Luca Micheli, proseguì sul malnato solco del suo predecessore tanto che fui costretto a denunciarlo».

LA BORDATA
Tuttavia oltre alla querelle giudiziaria ieri l'ex agente del controspionaggio Nato ha aggiunto un carico di briscola di non poco conto. «Esigo sapere - ha tuonato nel video - chi ad oggi ha in mano e per quali motivi materiale sensibile che per anni è stato patrimonio» della attività informativa dell'ex agente.

Il termine «ex» va usato peraltro col beneficio dell'inventario perché pur non dicendolo apertamente è proprio Sindoca che nel suo video fa balenare il dubbio che in qualche modo la sua «operatività» non sia stata definitivamente appesa al chiodo. Detto alla grezza Sindoca, che oggi è consulente in ambito criminologico, teme che del materiale sensibile possa essere finito in mani in cui non sarebbe dovuto finire: mani più o meno ignote peraltro. Il che preconizzerebbe una questione di sicurezza internazionale.  

AMBIENTI ROMANI
Il video da stamani avrebbe cominciato a circolare in ambienti romani rimbalzando di corridoio in corridoio fino a giungere dalle parti del Copasir, l'organismo bicamerale che oltre a sovrintendere il lavoro dei servizi segreti ha il compito di vagliare eventuali rischi per la tenuta democratica delle istituzioni.

Stando a quanto pubblicato dai media negli anni, tra i casi più scottanti dei quali Sindoca si sarebbe occupato c'è il rapimento in Italia da parte della Cia di Abu Omar nonché il rapimento in Iraq da parte di una organizzazione di ispirazione jihadista della giornalista italiana Giuliana Sgrena: rapimento segnato dalla morte in loco dell'agente segreto italiano Nicola Calipari che lavorò sotto copertura per la liberazione della cronista.

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