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Nodo Ponti di Debba? «Serve una soluzione realmente condivisa»

In una lunga intervista rilasciata a Vicenzatoday.it parla Giuliano Raimondo, il promotore del comitato che si è battuto per realizzare un attraversamento provvisorio sul Bacchiglione. E l'attivista ricordando la petizione firmata da duemila residenti, sul futuro della viabilità della zona, lancia un messaggio preciso alla giunta della città palladiana

Il vicentino Giuliano Raimondo Raimondo, già volto storico della Cgil berica, è stato il promotore della raccolta delle firme «per la riapertura dei Ponti di Debba», nonché uno degli animatori del «Comitato per la urgente riapertura dei Ponti di Debba». Ma ora che ai primissimi di agosto è stato completato il ponte provvisorio (quello vecchio in ghisa è stretto e malconcio) per l'attraversamento del fiume Bacchiglione, attraversamento che ha ridato un po' di fiato alla viabilità spalla meridionale della città palladiana, che piega hanno preso gli eventi? Raimondo ai taccuini di Vicenzatoday.it spiega che «Il ponte provvisorio, ultimato di recente, è il risultato della partecipazione attiva di tante persone. Una partecipazione che ha costretto la precedente amministrazione comunale di Vicenza» capitanata dall'ex sindaco Francesco Rucco, al tempo a capo di una coalizione di centrodestra, «a decidere per la realizzazione del ponte provvisorio». Tuttavia quel manufatto «sarebbe stato realtà sin dal maggio scorso» cioè con un bel po' di anticipo e con «una spesa molto ridotta», se sempre la precedente amministrazione avesse colto la sostanza dell'appello contenuto nella petizione sostenuta da oltre duemila firme». Tanto che il comitato in qualche modo ora deve fare il punto della situazione.

Senta Raimondo di preciso a chi fu indirizzata quella petizione?
«All'ex sindaco berico Franceso Rucco e a tutti i consiglieri comunali allora in carica».

Oggi come oggi invece intendete muovervi?
«Oggigiorno occorre intervenire sul ponte storico, per adeguarlo alle esigenze  della moderna viabilità locale. Occorre il sostegno del nuovo sindaco Giacomo Possamai con il quale siamo in contatto, per ottenere adeguati interventi tecnici, prevedendo anche il possibile allargamento: un allargamento concepito al fine di realizzare pure un ottimale spazio per un percorso pedonale e ciclabile raccordato con la pista ciclabile pedonale Renato Casarotto e con la pista ciclabile proveniente da Torri di Quartesolo».

In un contesto del genere che cosa vi auspicate e che cosa immaginate all'orizzonte?
«In questo contesto Possamai dovrà chiaramente incontrare la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. Con la quale va condivisa l'agenda degli interventi: il tutto sempre tenendo a mente quanto chiesto nella petizione».

E poi?
«Nella petizione, che ricordiamolo porta in grembo oltre duemila firme raccolte tra la cittadinanza, si chiede anche la messa in sicurezza di strada Casale e di strada Pelosa, unitamente alla realizzazione delle piste ciclabili e pedonali a corredo».

Pertanto che cosa vi aspettate di concreto dalla attuale giunta comunale capitanata dal sindaco democratico Giacomo Possamai?
«Cerchiamo ottenere il più possibile, rispetto alle istanze messe nero su bianco nella petizione stessa. Lo dobbiamo per rispetto alle oltre duemila persone che hanno firmato quel documento».

Pensate che l'attuale giunta di centrosinistra abbandonerà il progetto del viadotto da 13 milioni ipotizzato a circa cento metri dalla zona di Ponti di Debba, come sostenuto dall'esecutivo Rucco?
«Quel progetto non compare nella petizione. Aggiungo che le soluzioni che prevedono la costruzione di nuove infrastrutture richiedono, prima di tutto, molta attenzione per l'impatto che generano sul territorio. Poi occorre una puntigliosa analisi costi-benefici. Al contempo si debbono prospettare tempi realistici per il completamento. Ma soprattutto non si può prescindere dal confronto preventivo con i residenti dell'area interessata all'opera. Di contro, ciò che invece chiedono i residenti di Debba e dintorni, sono una risposta immediata ai problemi di viabilità e di traffico».

E quindi? Concretamente a che cosa si può pensare?
«Perché non cercare altre soluzioni come una parziale liberalizzazione dell'Autostrada A31 per i mezzi pesanti, dal tratto Longare-Montegalda a Vicenza Nord, che potrebbe portare un immediato sollievo non solo alla Riviera Berica ma pure al quadrante viale Trieste-Anconetta? Insomma serve una soluzione realmente condivisa».

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