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Per le indagini sulla morte di Andrea Soligo fioccano gli addebiti ai magistrati

Sia i legali della famiglia del giovane morto a Tezze sul Brenta che la madre non lesinano le critiche nei confronti della inchiesta condotta a Borgo Berga: e dopo una prima archiviazione a gran voce si chiede la riapertura del caso

I pubblici ministeri che hanno seguito il caso dell'infortunio che all'inizio del 2022 a Tezze sul Brenta nell'Est Vicentino fu causa della morte dell'operaio Andrea Soligo avrebbero dovuto indagare con maggiore incisività. Di più, l'archiviazione firmata dal pubblico ministero Paolo Fietta e concessa dal Gip Nicolò Gianesini non sta né in cielo né in terra. È questo, alla grossa, quanto affermano davanti alle telecamere di Vicenzatoday.it Fabio Capraro e Marco Bonazzi, i due legali trevigiani che assistono la famiglia Soligo nell'ambito del procedimento penale scaturito dopo l'infortunio. Procedimento che, conclusosi con una archiviazione andata di traverso ai familiari del ragazzo (i quali vivono appunto nel Trevigiano a Caerano San Marco), di recente è stato oggetto di una iniziativa dei due avvocati. I quali, in modo formale, a gran voce chiedono la riapertura della inchiesta nell'ambito della quale in prima battuta era stata chiesta e ottenuta l'archiviazione per gli impresari Luciano Giacomelli Benedetto Uberto Selvatico Estense. Il primo è il titolare della Veneta impianti di Riese Pio X nella Marca per la quale lavorava il 25enne Andrea. Il secondo è il legale rappresentante della di Fen, la srl di Tezze in cui per l'appunto perse la vita il giovane operaio durante un intervento in esterna. Ieri primo marzo i due legali hanno fatto un passaggio rapido al palazzo di giustizia per avere qualche riscontro rispetto ad una eventuale riapertura del caso che la famiglia chiede a gran voce.

Ma a fronte delle critiche mosse nei confronti dei magistrati berici come valutano la situazione questi ultimi? Chi scrive ha chiesto un commento alla sezione Gip del tribunale di Vicenza tramite l'ufficio di presidenza di quest'ultimo. Allo stesso modo è stato chiesto un commento al procuratore capo Lino Giorgio Bruno. In entrambi i casi però i diretti interessati, almeno al momento non hanno risposto. Chi scrive ha anche chiesto un commento a Giacomelli, che è molto conosciuto nel comprensorio asolano: idem per Selvatico Estense. Quest'ultimo per altro è un rispettato uomo d'affari molto influente e molto noto nel Bolognese, il cui nome è legato alla gestione dell'autodromo di Imola. Anche i due imprenditori comunque, almeno per il momento hanno preferito rimanere in silenzio. Sul versante opposto rimane la madre di Andrea.

Paola Simeoni, ai taccuini di Vicenzatoday.it, si dice «senza pace per la perdita del figlio che lascia una moglie, un figlio e una figlia» si dice affranta anche per una decisione della magistratura berica che continua «a far star male i miei familiari e me». Una decisione che «noi troviamo dolorosamente incomprensibile». La stessa Simeoni, pure lei a Vicenza con il marito, la figlia e il figlio, ai microfoni di Vicenzatoday.it ha parlato del suo stato d'animo, dello stato d'animo della giovane vedova e di quello del resto dei parenti.

ASCOLTA L'INTEVRISTA A SIMEONI, CAPRARO E BONAZZI

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