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Nane, il mago del Lane

Il male oscuro del Vicenza colpisce ancora e il malessere agita i tifosi. Stagione finita o c’è ancora spazio per salvarla

Diversi anni fa, durante una trasmissione radiofonica, inventai il personaggio di “Nane El Mago del Lane”. Non ebbe particolare successo, ma ho ripensato a lui, ieri, al fischio di chiusura di Novara-Vicenza. A tempo scaduto, scambiando una battuta con il tifoso che avevo seduto accanto, m’ero lasciato scappare una battuta che avrei dovuto evitare, almeno per non portare sfiga. Al gol Di Costa, infatti, il vostro Baffo aveva profetizzato: “Adesso ci manca solo di prendere un pero negli ultimi secondi!” Quelli, cioè, concessi dal direttore di gara per compensare le esultanze biancorosse dopo l’1-2. Tranquilli, non sono diventato un aruspice del pallone. Niente mago del Lane. Conosco solo i miei polli e ormai non mi stupisco di niente, nemmeno quando succede l’impensabile. Ha detto Aimo Diana, commentando ieri l’inopinato pareggio in zona SuperCesarini: “Abbiamo sprecato un’occasione importante.

Alla prima occasione gli avversari ci bastonano.” Tutto vero, ma è un leit motiv che ricorre con sconcertante puntualità. Come in un film di Will Coyote, arriva sempre per i suoi il momento in cui oltrepassano l’orlo del burrone e precipitano nel vuoto del canyon. “L’ultima palla deve essere quella della vita e noi forse questa cosa non ce l’abbiamo ancora dentro” ha continuato il tecnico. Ok mister. Ma quella al Silvio Piola è una gara che mai avreste dovuto perdere, comunque la si giri. Avevate raddrizzato la partita in modo persino esaltante. Si trattava di gestire un piccolissimo scampolo di gara: un minuto o poco più. E’ inutile stare a tirar fuori la storia del fuorigioco dei padroni di casa. Che c’era, di almeno un metro. Ma qui entriamo nel ginepraio dell’off side passivo. Che a termini di regolamento non inficia l’azione, a patto che il giocatore incriminato: 1) si disinteressi del pallone e non lo contenda agli avversari 2) non ostruisca la visuale al portiere 3) non compia gesti che disturbino la capacità di gioco degli avversari 4) non tragga vantaggio diretto dalla sua posizione. Lascio ai miei lettori di giudicare l’influenza o meno del piemontese, ricordando solo che stava sul palo a sinistra di Confente, il quale gli voltava le spalle. Resta la questione, decisiva, che Il Novara non avrebbe mai dovuto nemmeno avvicinarsi alla porta berica.

Sarebbe stato sufficiente restare concentrati. E “cattivi” al punto giusto. Ma il Vicenza non ha queste doti. Questione di DNA. Inutile prendersela con Diana, che pure lui ha qualcosa da rimproverarsi, intendiamoci, perché non si arriva a questa situazione senza il concorso di colpa della panchina. Comunque la si guardi c’è un vulnus inspiegabile. Il Vicenza, invece di ridurre il gap dalle prime, è riuscito ieri persino a dilatarlo (Padova a parte) con Mantova, Triestina e Pro Sesto in ulteriore allungo. La principale inseguitrice del Lane è ora la Giana Erminio. Ci rendiamo conto? Con tutto il rispetto per una società che onora nel nome un eroe della Grande Guerra, mi metto facilmente nei panni di Renzo Rosso e del board che (giriamola come volete) i soldi quest’anno cel li hanno messi e non pochi. “Il mood della partita è stato positivo” ha dichiarato ancora l’allenatore. No, mister, la partita è stata buona, certamente nel primo tempo. Ma quando si buttano via due punti nel modo che abbiamo visto, non si può assolvere la squadra. Tutta la vita. “In testa abbiamo gli ultimi 30 secondi, che ci fanno girare i testicoli. Avremmo meritato la vittoria.” Ai punti certamente si, ma il calcio non è la box. E i testicoli girano assai di più a chi si è fatto 250 chilometri per essere con voi. Mi piace concludere con una domanda dal sapore romantico e sentimentale: “Ma secondo voi, amici miei, con in formazione gente come De Marchi, Zoppelletto, Carantini o Santagiuliana. Ma anche semplicemente Carrera, Mazzeni o Lopez, quel pisquano che al minuto 96’ è andato al cross dalla fascia, sarebbe arrivato fino all’area biancorossa? Io la risposta la so già. E non sono il solo…

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