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Venerdì, 26 Aprile 2024
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L'anomala storia della cessione del Vicenza: "Rosso ha comprato il nulla cosmico, perchè?"

Ospitiamo l'intervento di Pino Dato, giornalista e direttore di "Quadreni Vicentini", che da mesi sta osservando quando accaduto all'ombra del Menti

Il Vicenza Calcio spa era fallito a gennaio. Il giudice fallimentare, per consentire il salvataggio del titolo sportivo, come avviene sempre in questi casi di fallimenti di società calcistiche, ha consentito l'esercizio provvisorio dell'azienda e la conclusione del campionato. L'esercizio provvisorio porta con sé più costi che ricavi, ovviamente. Ma alla fine c'è la gara d'asta che decide l'assegnazione del titolo, ovvero del valore più alto di qualsiasi società.

Nel Vicenza calcio il titolo sportivo era tutto, perché si accompagnava anche alla disponibilità della famosa "R", simbolo riconosciuto dadecenni di grande spolvero sportivo. La "R" era in comodato d'uso gratuito da anni, concessa amabilmente dai proprietari della Lanerossi, i Marzotto. Il Vicenza calcio fallito, a parte il titolo e la "R", non aveva nulla. Solo debiti.

Il contratto di locazione per lo stadio era scaduto e il debito verso il comune di Vicenza largamente e storicamente insoluto. La squadra non disponeva neanche del campo di allenamento. Il curatore De Bortoli indice l'asta. Deserta. Indice una seconda sessione d'asta. Deserta anche questa. Scaduti i termini (almeno così pare) il curatore annuncia che si andrà a trattativa privata. 

Qui si fa avanti per la prima volta Renzo Rosso.

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