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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Chiampo

«Arpav sguarnita?»: l'ira di Ev contro la giunta veneta

Lo sversamento di idrocarburi registrato nell'Ovest vicentino secondo la consigliera Cristina Guarda ha messo a nudo le carenze del personale dell'agenzia ambientale regionale

Dopo il caso della sversamento di idrocarburi in una roggia che a Chiampo lambisce via Pino la polemica si sposta a palazzo Ferro Fini dove la consigliera regionale Cristina Guarda di Ev, ha puntato l'indice contro i tagli patiti negli anni dalle figure chiave dell'agenzia veneta per la protezione ambientale. «Questo - così denuncia la consigliera in una nota diffusa ieri 7 agosto pubblicata pure sulla sua bacheca Facebook - è il risultato di quasi dieci anni di tagli al personale, così come Europa Verde denuncia da molto tempo».

L'EPISODIO
L'episodio cui fa riferimento Guarda che eletta in Europa verde milita tra le fila della opposizione, era stato svelato da Vicenzatoday.it il 6 agosto. Ora secondo l'esponete di Ev i tecnici della prevenzione, ossia le uniche figure professionali formate e riconosciute come pubblici ufficiali, coloro che eseguono sopralluoghi preventivi e di controllo, in soli nove anni sono «stati ridotti di 79 unità, tra il 2013 e il 2021».

E considerato che non tutti sono impegnati nel territorio, ma vengono impiegati in attività di laboratorio, «la situazione è grave». Guarda, che sul caso ha redatto una interrogazione indirizzata all'assessore regionale all'ambiente Giampaolo Bottacin e al presidente dell'esecutivo Luca Zaia (entrambi del Carroccio) spara a palle incatenate contro palazzo Balbi. E nella sua nota rimarca come quella di Arpav costituisca una vera e propria carenza strutturale «che poteva essere corretta almeno parzialmente nel 2018, dato che un decreto del governo consentiva alla Regione Veneto di assumere un ulteriore 25% in più di personale per garantire il ricambio generazionale». Il dossier rimane bollente perché da mesi le opposizioni sostengono che un progressivo depotenziamento del presidio Arpav costituisce alla fin fine una deregulation de facto che mette nelle condizioni le imprese senza scrupoli di inquinare senza una reale deterrenza. Detto in altri termini «un'Arpav sguarnita» sostengono le opposizioni costituisce alla fin fine «un incentivo per le imprese a inquinare».

IL J'ACCUSE
Tuttavia la giunta regionale allora decise «di non approfittarne», per cui tra il 2018 e il 2021 «abbiamo assistito - denuncia la consigliera di natali leoniceni - alla riduzione più consistente: 49 tecnici in meno presso la direzione della Prevenzione ambientale». Nel frattempo le autorità sono al lavoro per dare un volto ed un nome ai responsabili dell'accaduto. Le indagini dei vigili del fuoco si sarebbero concentrate sulla zona industriale di via Zaupa. Quando i residui di idrocarburi erano stati notati dai residenti nella roggia che costeggia il torrente Chiampo erano intervenuti sul posto i vigili del fuoco di Arzignano: ma anche la polizia locale della amministrazione chiampese oggi retta dal sindaco Filippo Negro eletto in una lista civica.

QUESTIONE APERTA
Frattanto la questione rimane aperta anche per quanto riguarda i tempi di intervento dell'agenzia ambientale che ha preso in carico il dossier Chiampo proprio su input dei vigili del fuoco. Secondo i residenti i tecnici dell'agenzia ambientale, la cosa è stata suffragata peraltro anche dal consigliere provinciale berico Matteo Macilotti con delega all'ambiente, che nella sua veste di consigliere comunale chiampese ha fatto intervenire pure la polizia locale. Ma le cose stanno davvero così? O invece gli addetti dell'agenzia ambientale sono riusciti ad intervenire più prontamente? E poi a sversamento in corso sono stati posizionati per tempo i cosiddetti salsicciotti ossia le barriere assorbenti? Oppure si è proceduto con un semplice lavaggio ex post? Più nel dettaglio come avrebbero operato i tecnici di Arpav? Chi scrive ha contattato proprio il vertice di Arpav Veneto per conoscere il punto di vista dell'agenzia: sia per quanto accaduto a Chiampo sia per le doglianze espresse da Guarda. Da parte del direttore generale Loris Tomiato però, almeno per il momento, non è giunto alcun commento.

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