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Ragazzo ferito per una doppietta? «Pettorina e matricola per i cacciatori»

Dopo il caso di un minorenne di Veggiano colpito accidentalmente nelle campagne dell'Est vicentino il democratico Zanoni attacca il centrodestra alla Regione Veneto accusandolo di favorire la deregolamentazione in ambito venatorio: «La maggioranza fa l'occhiolino» alle lobby

Il ferimento di un minorenne del Padovano avvenuto il mese scorso nelle campagne di Grisignano di Zocco in provincia di Vicenza è «un grave episodio di cronaca nera». Non usa mezzi termini il consigliere regionale veneto Andrea Zanoni del Pd. Che in un intervento al curaro pubblicato ieri 26 ottobre sulla sua pagine Facebook spara a zero sulla maggioranza di centrodestra che regge le sorti di palazzo Ferro Fini. «Siamo obbligati a constatare - attacca il democratico - come quello di Grisignano di Zocco non sia che l'ultimo di una serie di episodi che da consigliere regionale di opposizione denuncio da anni. Per di più alcuni di questi episodi sono assai recenti». Peraltro il caso del ferimento del giovane di Veggiano infatti, dopo essere stato svelato da Vicenzatoday.it, specie sui social network, ha dato vita ad un accesso dibattito tra sostenitori e detrattori della caccia.

«Bene, più di una volta - scrive Zanoni - ho proposto un accorgimento molto semplice per limitare casi così infausti per vittime e famiglie. Basterebbe una semplice modifica alla norma regionale veneta che obblighi i cacciatori a dotarsi di pettorina con numero di matricola riconoscibile. Questo permetterebbe alle forze dell'ordine, alle guardie venatorie e in generale ai cittadini un maggiore e più virtuoso controllo del territorio: non solo, questa semplice modifica della norma permetterebbe un maggior contrasto al bracconaggio».

Tuttavia il j'accuse di Zanoni non si esaurisce. «Tutto semplice quindi? Nemmeno per sogno. Da anni - fa sapere l'esponente del Pd - la maggioranza di centrodestra che regge le sorti del Consiglio regionale veneto, col supporto deciso della giunta oggi guidata da Luca Zaia della Lega, fa l'occhiolino alle associazioni venatorie e più in generale con i lobbisti della caccia. Che, abituati da una progressiva deregulation, continuano a spadroneggiare forti di norme ingiuste e inattuali».

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