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Domenica, 28 Aprile 2024
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Cis: ripartono i lavori ma Archeidos non paga i dipendenti

Il consigliere provinciale Matteo Quero ha depositato una domanda di attulità sul possibile fallimento della società di scavi archeologici che rischia il fallimento per il mancato pagamento del Cis

Archeidos chiude perchè il Cis non paga. Così si è espresso Carlo Bressan, titolare della società di Rotzo che ha eseguito gli scavi archeologici a Montebello, dove sorgerà il Centro intermodale, Cis. A causa della natura del Consorzio, che è attività di servizi e non commerciale, l'impresa non verrà pagata se non entro 3-5 anni, come deciso nel piano di rientro. E mancano ancora tre persone, dei 10 lavoratori impiegati negli scavi, da pagare. CIS, la vicenda Il sindacato

“L’intera situazione mi pare un film già visto, un film che non è piaciuto per niente. La trama è scontata e manca pure il lieto fine: un fornitore che offre un servizio, la società appaltatrice che lamenta problemi e non paga, il fornitore che rischia di fallire. Penso che ogni spettatore vorrebbe cambiare il finale di questo film”. Questo il commento di Matteo Quero, consigliere provinciale del PD, sulla vicenda di Archeidos, società fornitrice degli scavi archeologici presso il CIS di Montebello che da giugno 2011 aspetta le fatture di pagamento per poter saldare gli stipendi ai propri dipendenti.

Sulla vicenda il consigliere provinciale ha depositato oggi una domanda di attualità con la quale si chiede se la Provincia intenda adoperarsi per trovare una soluzione all’annosa vicenda. “Non si può giocare allo scarica barile sulla pelle degli altri – commenta Matteo Quero – specialmente in un momento di crisi come questo. Non possiamo accettare che le ingiunzioni di pagamento avanzate da Archeidos cadano nel vuoto per una mera questione formale dovuta alla natura non commerciale del Consorzio CIS. E non possiamo nemmeno far finta di niente e affidarci al buon cuore di un privato, come è già accaduto con il prestito elargito dall’ex senatore Filippi. I soci del Consorzio CIS – conclude Quero - non sono oscuri finanzieri internazionali, ma perlopiù enti pubblici del territorio. Non è ammissibile che su un’opera infrastrutturale ritenuta così strategica dagli stessi soci si accumulino tutti questi ritardi e problemi. La Provincia deve ora dire come intende risolvere la questione”.

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