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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Berlato, Pdl: "Il redditometro penalizza i cittadini onesti"

Il segretario provinciale del Pdl dice la sua a proposito del nuovo strumento di controllo fisacle, che entrerà in vigore dal mese di marzo: "Necessaria una radicale riforma fiscale"

Dal mese di marzo entrerà ufficialmente in azione il Redditometro, il nuovo strumento a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per scovare gli evasori fiscali. I primi controlli saranno effettuati sull’anno d’imposta 2009, quindi a partire dalle dichiarazioni del 2010, e si potranno basare sia su dati come dichiarazioni dei redditi o bollette, sia su valori ricavabili dall’anagrafe tributaria. SONDAGGIO: REDDITOMETRO SI' O NO?

“E’ noto che l’evasione fiscale è uno dei problemi principali del Paese, ma se sulla carta il redditometro potrà essere uno strumento utile per scovare coloro che rubano risorse preziose alla collettività, esiste il ragionevole rischio che nel tritacarne fiscale finiscano anche i contribuenti onesti che rappresentano la gran parte dei cittadini italiani” – spiega - l’eurodeputato Sergio Berlato. “Perciò se da un lato non si può fare a meno di rilanciare un’azione incisiva per contrastare l’evasione, per la verità già sostenuta anche dall’ultimo governo Berlusconi, dall’altra – prosegue il Coordinatore provinciale del Pdl - è giusto interrogarsi sull’efficacia di uno strumento i cui criteri di valutazione rischiano di complicare la vita più ai contribuenti onesti che agli evasori incalliti”.

Per Berlato lo Stato non si può limitare agli strumenti di controllo “ma deve operare una radicale riforma fiscale che introduca per esempio il quoziente famigliare che consentirebbe di calcolare l’imposta sul reddito in funzione delle persone fiscalmente a carico in modo da tassare non tanto il reddito unitario percepito, quanto il reddito disponibile per ogni componente della famiglia”. “Fondamentale nella lotta all’evasione fiscale – conclude Berlato - rimane la necessita di concedere ai cittadini la possibilità di scaricare dalle tasse dovute al fisco tutte le spese sostenute durante l’anno, generando così l’interesse nel cittadino contribuente ad avere prova documentale delle spese sostenute, attraverso lo scontrino fiscale o la fatturazione del bene o del servizio acquistato. Questo permetterà di portare alla luce il sommerso”.

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