"Psicologia della Globalizzazione: Guerra, Migrazioni e Terrorismo" a Vicenza
In occasione della Settimana dell'Informazione Psicologica, promossa dall'Ordine degli Psicologi, sabato 3 dicembre alle 10 presso i Chiostri di Santa Corona a Vicenza in contrà Santa Corona 6 si terrà l'incontro "La Dimensione Psicologica della Globalizzazione: Guerra, Migrazioni e Terrorismo" su come la psicologia possa aiutare a gestire i disagi e le situazioni di emergenza nella società contemporanea tra paure, dubbi, insicurezze e insofferenze. Interverranno Ines Testoni (docente di Psicologia Sociale, università di Padova), Roberta Radich (psicologa della Fondazione Capta), Silvana Sernagiotto (psicologa, Casa Circondariale di Vicenza), Daiana Colledani (ricercatrice dell’Università di Padova). La rassegna culturale "Settimana dell'Informazione Psicologica" promuove da venerdì 25 novembre a domenica 4 dicembre oltre 150 eventi rivolti alla cittadinanza su tutto il territorio veneto. Partecipazione libera e gratuita.
Il processo di globalizzazione e i numerosi conflitti in atto (culturali, sociali, religiosi, geografici) impongono sforzi per ridare significato al concetto di benessere sociale. La pace non è una mera assenza di guerra in un mondo alle prese con l'integrazione: i confini si stanno riconfigurando, facendo emergere sfide che mettono a repentaglio questo bene prezioso. L’immigrazione torna a rendere attuali categorie sociali, che si credevano ormai superate dall’idea di cosmopolitismo, come quelle di “cittadino” e di “straniero”. Appartenere ad una società tende a coincidere con il difendersi da un nemico comune. Tutto ciò che è fuori è concepito come diverso e minaccioso. Questa tematica è estremamente attuale che un terzo dell’umanità si sente psicologicamente sul piede di partenza, disponibile o costretto, attirato o rassegnato a doversi rifare una vita “altrove”. Da un lato chi subisce questo inarrestabile flusso migratorio comincia a provare insoddisfazione, paura, rabbia anche per l’emergere di violenza e terrorismo, dall’altra parte chi emigra avverte l’ambiente in cui arriva come ostile, intollerante e indifferente, manifestando numerosi problemi psicologici.