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Economia

Pace fiscale, proroga in extremis da parte del ministro: ipotesi del saldo e stralcio per le cartelle sotto i 5mila

La comunicazione ufficiale del Mef: slitta la scadenza del primo marzo per le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter. Non ancora fissata una data

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato sabato che è in corso di redazione il provvedimento che differirà il termine del 1° marzo 2021 per il pagamento delle rate della “rottamazione-ter” (articoli 3 e 5 del DL n. 119/2018) e del “saldo e stralcio” (art. 1 commi 190 e 193 della Legge 145/2018). 

La decisione è arrivata alla vigilia della scadenza, prevista per il primo marzo, e riguarda le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter.​ Il provvedimento entrerà in vigore successivamente al 1° marzo 2021 e i pagamenti, anche se non intervenuti entro tale data, saranno considerati tempestivi purché effettuati nei limiti del differimento che sarà disposto​. Tuttavia non è ancora stata fissata la data della nuova scadenza, che potrebbe essere il 30 aprile. 

Nel frattempo il governo sta studiando l'ipotesi di un saldo e stralcio per le cartelle inferiori a 5mila euro. A quanto apprende l'Adnkronos, l'opzione è sul tavolo dell'esecutivo insieme ad altre proposte per permettere di regolarizzare alcune posizioni a chi è in condizioni di farlo e contemporaneamente assicurare risorse dovute alla riscossione. Ad ogni modo si tratta ancora solo di un progetto.

Tra le misure fiscali allo studio del governo c'è anche una pulizia del "magazzino" delle cartelle inesigibili pre-2015: una montagna di crediti pari a circa 400 miliardi di euro che non può più essere riscossa perché dovuti da soggetti deceduti o falliti; mentre è in bilico il nuovo stop alla notifica delle cartelle esattoriali: congelato a più riprese l'invio di oltre 5 milioni di atti di riscossione potrebbe ripartire ma con una dilazione dei tempi nell'arco dei due anni bloccando i termini di prescrizione.

Intanto prende forma lo schema per i nuovi risarcimenti alle attività colpite dalle restrizioni per la seconda ondata del coronavirus: gli aiuti questa volta non dovrebbero basarsi sui codici Ateco ma essere selettivi per le attività che nel 2020 sul 2019 hanno subìto perdite pari ad almeno il 33%.

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