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Economia

Scaroni, dal Vicenza al Milan passando per Eni e Rothschild

Il top manager berico, prima dirigente industriale ora banchiere, è tra i più influenti esponenti del mondo economico italiano. Dopo la battutta d’arresto per Mr. Li il fondo Elliott gli affidato la presidenza della squadra che fu di Berlusconi

Il vicentino Paolo Scaroni a giorni dovrebbe perfezionare l’accordo che da ieri lo vede pressoché ufficialmente alla presidenza del Milan.

Un Milan travolto dalla débâcle del mister X della finanza cinese noto alle cronache come «Mr. Li» e al secolo come Li Yonghong. Ad ogni modo i contorni della partita finanziaria che ha toccato il club rossonero che fu dell’ex premier azzurro Silvio Berlusconi continuano ad essere di difficilissima lettura. Tanto che non deve essere un caso che il fondo Elliott, ad oggi proprietario del team meneghino, per la presidenza del «Milan Ac» abbia rivolto la sua attenzione a Scaroni, che come ricorda Report in una puntata del 6 giugno 2018 è da sempre vicinissimo a Berlusconi.

Chi è

Va però rimarcato che Scaroni, il quale comunque già siedeva nel board della squadra lombarda, non è proprio digiuno di football: dal ‘97 al ‘99 fu infatti presidente del Vicenza Calcio. Nato nel capoluogo berico nel ‘46 negli anni ‘80 fu vicino al Psi di Bettino Craxi. Nel ‘92 Scaroni patì le manette nell’ambito di Mani pulite per una serie di malversazioni nel campo degli appalti Enel: Scaroni in quel caso confessò e patteggiò una pena di un anno e quattro mesi.

Quella storiaccia non gli fu d’inciampo per giungere sino ai vertici della stessa Enel e poi dell’Eni proprio grazie al supporto dell’entourage di Berlusconi in quegli anni al governo. Peraltro negli anni ruggenti del centrodestra veneto Scaroni vantava rapporti con l’ex governatore azzurro Giancarlo Galan, padovano, e con l’ex potentissima eurodeputata thienese Lia Sartori, altro ras azzurro del Veneto.

Tuttavia è in campo internazionale che Scaroni vanta contatti di altissimo livello sapendosi destreggiare tra la finanza ebraico-anglosassone (è vicepresidente del sancta sanctorum delle banche Rothschield), ma vanta pure rapporti di primissimo livello con il presidente russo Vladimir Putin e con tutto il suo entourage energetico: il che è anche il portato dei trascorsi del vicentino nel gruppo del cane a sei zampe. Scaroni da anni è un fiero avversario della galassia ecologista del Belpaese, più volte definita populista.

Ma è proprio da quest’ultima, specie da quella veneta, che ha rimediato tra i dispiaceri peggiori.

Arcinota è la battaglia condotta per la riconversione a carbone per la centrale a olio combustibile di Porto Viro, arenatasi proprio grazie ad una titanica battaglia legale condotta dal fronte ambientalista. Per le esalazioni di quella centrale, di propietà di Enel, Scaroni ha patito una condanna in primo grado dalla corte d’Assise di Rovigo. Assolto in appello a Venezia, le sue responsabilità sono state riconosciute in Cassazione, ma la pena non è stata comminata per sopraggiunta prescrizione.

Attualmente è sotto processo a Milano per lo scandalo delle forniture energetiche internazionali noto come affaire Eni-Saipem . Da sempre si dice grande appassionato di calcio; gli amici raccontano che abbia una vera e propria idiosincrasia per le cravatte e per l’abbigliamento troppo formale.

Di lui si dice che abbia ereditato dal padre, industriale, la passione per molti giochi di carte. Sul piano della storia professionale il successo al quale si dice sia più legato è la ristrutturazione ed il rilancio della vetreria industriale britannica Pilkington. Ad oggi Scaroni, che è probabilmente il manager vicentino con le più significative entrature internazionali, vanta incarichi di primissimo piano in gruppi apicali come Veolia e Generali.

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