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Cronaca

"Suo figlio è nei guai e gli servono soldi": vicentina si vede spillare dal conto 30mila euro

Sono riusciti a raggirarla facendole credere che il figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale e che si trovava in custodia presso una caserma delle Forze dell’ordine poiché sorpreso alla guida di un’autovettura priva di assicurazione

Una signora vicentina, disperata, ha chiesto l'intervento della polizia per denunciare di essere stata poco prima vittima di una truffa da parte di impostori che, dopo averla contattata al telefono, si erano spacciati per addetti alla sicurezza di “Poste Italiane”.

Nello specifico, i due truffatori erano riusciti a raggirarla facendole credere che suo figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale e che si trovava in custodia presso una Caserma delle Forze dell’ordine poiché sorpreso alla guida di un’autovettura priva di assicurazione. 

Subito dopo la prima telefonata, la donna era stata nuovamente contattata sulla propria utenza telefonica da sedicenti addetti alla sicurezza di “Poste Italiane”, in realtà complici del primo truffatore, i quali, nel corso della telefonata, aveva comunicato alla donna di essere appena stata oggetto di un tentativo di truffa, ma che comunque non si doveva preoccupare di denunciare il fatto alla Polizia altrimenti avrebbe vanificato le indagini in corso. In realtà, con una serrata cadenza di telefonate, le venivano fatte comunicare i dati sensibili del proprio conto corrente postale e, mentre la tenevano occupata al telefono, le svuotavano quasi completamente il conto corrente postale.

I poliziotti, hanno quindi accompagnato la donna all'Ufficio postale di viale Roma, dove è riuscita a bloccare il proprio conto corrente e proprio in quel frangente la signora ha appreso che, sino a quel momento, le erano già stati prelevati 30mila euro. Quindi, i poliziotti hanno accompagnato la vittima negli Uffici della Polizia postale e ha formalizzato la querela.

 “Le truffe telefoniche rappresentano un reato particolarmente odioso, in quanto vengono spesso compiute in danno di soggetti appartenenti alle c.d. “fasce deboli” della Società, spesso non in grado di percepire i potenziali rischi e pericoli – ha evidenziato il questore Sartori - La Polizia di Stato è assai sensibile a queste problematiche, le quali presentano risvolti e ricadute sociali negative di non poco conto, ed anche per questo motivo è impegnata ad intervenire non solo sul piano della prevenzione e della repressione, ma anche sensibilizzando costantemente la cittadinanza su questa problematica”.

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