Proteste 9 dicembre, nasce la terza via: la guerra tra i caselli

Non solo il progressivo abbandono dei presidi da parte dei manifestanti, il movimento del 9 dicembre ora affronta un'ulteriore spaccatura. Dopo la frattura tra sigle, da una parte i 'forconi' di Latina, dall'altra le altre nove associazioni del movimento di protesta in Veneto si apre alla 'terza via'. A farlo sono quanti, riuniti in presidio, sono scesi a protestare senza alcuna sigla o bandiera di riferimento. 

LA CRONACA: 12 GIORNI DI PRESIDI

"Questa sera (ndr: ieri) è iniziato il confronto tra gli 'autonomi' che stanno costruendo una loro rete basata non più solo sulla protesta o sulle 'gite' a Roma - dicono - ma su proposte concrete. Ecco che i presidi veneti autonomi sono pronti a lanciare proposte e a confrontarsi con il Governo. Tra le prime quella di una nuova legge elettorale con la quale eleggere gli uomini e non l'establishment dei partiti. Poi la creazione di un fondo perequativo che preveda che gli Enti pubblici che debbono denaro alle micro imprese vadano a pagare i conti all'Agenzia delle Entrate o a Equitalia evitando uscite agli imprenditori in attesa di entrate in grave ritardo. Via poi il bollo auto e poi una fiscalità leggera e semplificata".

Venerdì mattina è in programma un corteo di auto e sit-in alla sede di Equitalia di Vicenza. "Tutti provvedimenti - dicono, ad esempio, al presidio di Montecchio nel vicentino che fa da capofila ala rete emergente - Volti a ridare fiducia alle imprese, ai consumatori ma anche, con tutta la prudenza del caso" sottolineano alla politica. LO SFOGO DEI LAVORATORI

Levata di scudi da parte di Vicenza Ovest, guidato dall'autonomista Gabriele Perrucca. Secondo quanto si apprende, molti manifestanti hanno abbandonato il tendone dopo una accesa discussione sulla presenza di bandiere e sulle modalità di proseguire la protesta. "Abbandoniamo i politici di Montecchio!" hanno scritto in molti sulle pagine di Facebook a riunione terminata.