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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Cassola

Lavoro in nero, chiuso laboratorio tessile: maxi multa al titolare

I finanzieri hanno riscontrato plurime e gravi violazioni delle norme poste a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro

I finanzieri del comando provinciale di Vicenza nei giorni scorsi hanno effettuato un’ispezione presso un laboratorio tessile di Cassola, riconducibile a una ditta individuale avviata nel mese di dicembre 2022 e gestita da un cittadino di nazionalità cinese. Nel corso del controllo, i militari hanno identificato tre  lavoratori “in nero” di nazionalità cinese, di cui due sono risultati privi del permesso di soggiorno e per questo denunciati per ingresso e soggiorno illegale nel territorio Italiano. Denunciato anche il datore di lavoro per aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri - extra comunitari - privi del permesso di soggiorno per lavoro subordinato

Il laboratorio è stato chiuso per la presenza di personale in nero in misura superiore al 10% di quello presente sul posto e al titolare della ditta individuale è arrivata una sanzione di oltre 20mila euro per l’impiego “a nero” dei tre lavoratori e per aver proceduto, nei loro confronti, al pagamento degli emolumenti senza l’utilizzo di metodi tracciabili.

Nel corso del sopralluogo tecnico, eseguito anche in collaborazione con l’Ispettorato territoriale del lavoro di Vicenza, i finanzieri bassanesi hanno sottoposto a sequestro preventivo d’urgenza il laboratorio tessile e i macchinari presenti, avendo riscontrato plurime e gravi violazioni delle norme poste a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

Nello specifico, i locali di lavoro e gli annessi dormitori ricavati per il personale sono stati trovati in precarie condizioni d’igiene, mentre le aree adibite a lavoro sono risultate prive di un’idonea segnaletica di sicurezza, peraltro con le vie di fuga ostruite per via dell’accumulo di scarti di lavoro sul pavimento; ugualmente, le macchine da cucire sono risultate sprovviste di qualunque tipo di congegno di sicurezza.

Inoltre, il datore di lavoro non ha sottoposto a sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute, non ha verificato preventivamente la compatibilità delle condizioni di salute, non ha fornito i necessari dispositivi di protezione individuali (DPI) e neppure nominato alcuna figura normativamente prevista per la tutela dei lavoratori, in sostanza non adempiendo ai connessi obblighi di informazione, formazione e addestramento, di verifica periodica dell’impianto elettrico e di valutazione dei rischi.

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