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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Scoperta maxi frode sul bonus "facciate": scattati sequestri per oltre 110 milioni di euro

L'operazione "cantieri fantasma" ha permesso alla guardia di finanza di Verona di mettere i sigilli giudiziari sui crediti d’imposta ritenuti oggetto della frode e anche su conti correnti, quote societarie e beni di lusso

Sono 13 le società operanti in Italia e in Austria, e 14 le persone fisiche, al centro del provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza eseguito nei giorni scorsi dai finanzieri del Comando provinciale di Verona ed emesso dalla Procura della Repubblica scaligera, su conferma del gip del tribunale. I soggetti sono tutti indagati a vario titolo per i reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, oltre che per le violazioni connesse alla responsabilità amministrativa degli enti.
Come riporta Veronasera, le attività di polizia giudiziaria, tra le quali sono comprese numerose perquisizioni, hanno interessato le province di Vicenza, Verona, Roma, Padova, Brescia e Milano, con l’impiego di quasi 100 militari.

Diretta dalla procura, l'operazione "cantieri fantasma" dall'attività di analisi svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona, per individuare soggetti ritenuti «dall’elevata pericolosità fiscale», che avrebbero utilizzato in maniera distorta le diverse agevolazioni previste per alcuni interventi edilizi, sotto forma di crediti d’imposta cedibili a terzi e utilizzabili in compensazione mediante modello F24 o monetizzabili presso banche ed altri gruppi di acquisto. Più specificatamente, tale beneficio permetteva, ai sensi dell’articolo 121 del “Decreto Rilancio” (D.L. n. 34/2020), la detrazione fiscale del 90% delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021, ovvero la possibilità di cedere a terzi come credito d’imposta e quindi monetizzare tale beneficio.
Gli accertamenti avrebbero permesso alle Fiamme Gialle di individuare un meccanismo di frode ad opera di un gruppo criminale che, di fatto, avrebbe comunicato all’Agenzia delle Entrate crediti d’imposta inesistenti in relazione al bonus “facciate” per oltre 84 milioni di euro.

All'esito delle indagini infatti sarebbe emerso che alcune delle società indagate sarebbe state costituite nel pieno dell'emergenza Covid-19 e risultate prive di strutture e mezzi idonei per la realizzazione degli interventi edilizi oggetto di bonus. Inoltre la maggior parte delle persone fisiche che hanno ceduto il credito d’imposta per dichiarati lavori edilizi alle 6 società indagate non risultava proprietaria di alcun immobile, mentre i medesimi lavori, che non sarebbero stati mai eseguiti, sono stati dichiarati all’Agenzia delle Entrate mediante modelli di comunicazione (cosiddetto CIR) riportanti dati catastali artefatti, relativi a immobili inesistenti. Quota parte dell’ammontare dei crediti d’imposta inesistenti, pari a circa 26 milioni di euro, secondo le forze dell'ordine era stata già monetizzata mediante la cessione a terzi acquirenti al prezzo complessivo di oltre 19 milioni di euro, procurando così agli indagati un ingente profitto illecito.

Inoltre, un'ulteriore parte dei crediti inesistenti di oltre 5 milioni di euro, sarebbe stata ceduta ad altre 19 società operanti in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige per la successiva indebita compensazione con le imposte dovute all’Erario. Oltre ai soggetti raggiunti dai sequestri, sono un centinaio le persone indagate dalla guardia di finanza, in quanto ritenuti «primi generatori/cedenti i crediti inesistenti»: gli stessi avrebbero infatti compilato i CIR con particelle catastali riconducibili ad immobili inesistenti, sui quali si sarebbero solo dichiaratamente svolti i lavori edilizi. Tra questi, appunto, anche dei residenti a Vicenza e provincia. 

I crediti d’imposta oggetto della frode, pari a oltre 84 milioni di euro, sono stati quindi sottoposti a sequestro, interrompendo così la circolazione dei medesimi crediti e impedendo la «commissione di altre condotte delittuose ai danni all’Erario». I sigilli giudiziari sono inoltre scattati su conti correnti, quote societarie e beni di lusso (tra cui una fiammante Rolls Royce, monete d’oro e altri oggetti preziosi), già scovati e in corso di individuazione, fino alla concorrenza di oltre 29 milioni di euro, valore che risulterebbe dalla somma di ulteriori profitti illeciti conseguiti e delle successive attività di riciclaggio.

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