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Malori alla scuola H-Farm? Microscopi puntati sul «Norovirus»

Dopo il caso di infezione gastrointestinale che aveva messo KO una sessantina tra allievi e personale del polo privato di Santa Lucia, l'Ulss 8 identifica una prima possibile causa. L'agente patogeno «altamente infettivo» è considerato «un serio problema nel campo della sicurezza alimentare». La contaminazione dei pasti rimane infatti tra gli indiziati tuttavia la guarigione giunge di solito dopo un paio di giorni

Il malessere accusato da allievi e personale del polo scolastico H-Farm di Vicenza a Santa Lucia sarebbe da attribuirsi ad una infezione da Norovirus sulle cui cause sono in corso accertamenti. La novità è contenuta in una breve infromativa inviata ieri 4 ottobre dall'Ulss 8 berica alla direzione della scuola «il cui contenuto - fa sapere Marco De Rossi - responsabile delle relazioni esterne di H-Farm education - è stato condiviso con le mamme e con i papà dei nostri ragazzi». Più nel dettaglio l'autorità sanitaria è al alvoro per capire se la diffusione del virus, che la settimana scorsa aveva messo KO una sessantina di persone affette da vomito e diarrea, sia da attribuirsi alla contaminazione del cibo, dell'acqua, degli ambienti, al contatto tra persone o alla matrice aria.  

LA NOVITÀ
«Dopo la manifestazione dei primi sintomi da parte degli alunni - puntualizza De Rossi ai taccuini di Vicenzatoday.it - la scuola si è mossa immediatamente in sintonia con il Servizio igiene e sanità pubblica dell'Ulss 8 berica, ovvero il Sisp. La scuola ha chiuso venerdì scorso, solo in via del tutto cautelativa. Per di più i tecnici di nostra fiducia immediatamente chiamati sul posto hanno proceduto con una sanificazione straordinaria di tutta la scuola giovedì scorso e con un'altra nella giornata di ieri: il tutto oltre alle normali attività di pulizia con prodotti specifici».

ANCORA SOSPESO IL SERVIZIO MENSA IN CAPO A EURORISTORAZIONE
Appresso un'altra precisazione. «Sempre a scopo cautelativo - rimarca il dottor De Rossi - abbiamo sostituito tutti i filtri dell'impianto di aerazione. In queste ore peraltro il Sisp ci ha inviato una nota in cui ci viene fatto presente che gli esami effettuati sui campioni organici di persone sintomatiche hanno rilevato la presenza di Norovirus. Si tratta però di un esito non ancora conclusivo perché sono in corso le analisi sui campioni di cibo prelevati. Come mera precauzione, rimane sospeso l'affidamento del servizio mensa a Euroristorazione, mentre l'incarico temporaneo è ancora in capo alla Ottavian ristorazione di Treviso, che da tempo figura tra i nostri fornitori».

ALCUNE RACCOMANDAZIONI
Il responsabile di H-Farm dà conto di un altro paio di elementi. «Aggiungo - rimarca De Rossi - che l'Ulss, sempre nella nota inviataci in queste ore, che abbiamo condiviso coi genitori dei bambini e dei ragazzi, ci ha trasmesso alcune raccomandazioni particolarmente utili anche contro la diffusione del Norovirus. Tra queste ci sono il lavaggio frequente delle mani, il consiglio all'utilizzo della mascherina da parte degli operatori di mensa nelle fasi di preparazione o di scodellamento delle pietanze. Per quanto riguarda poi la persistenza dei sintomi negli alunni posso dire che all'oggi abbiamo una decina di assenze: una cifra che statisticamente è in linea col quadro di una scuola che ospita trecento allievi» tra materne, elementari e medie internazionali.

IN ATTESA DI ULTERIORI RISCONTRI
Ma esattamente che cosa dice la nota indirizzata dall'Ulss 8 ad H-Farm? Il documento porta la data del 4 ottobre 2023, la firma della direttrice del Sisp della Ulss 8 Maria Teresa Padovan ed è indirizzata a Alessandra Chiovati, la direttrice del polo H-Farm di Santa Lucia. «Alla luce dei primi esiti pervenuti in data 4 ottobre 2023 e riferiti ad esami sulle feci di alcuni alunni e operatori sintomatici - si legge - è stata rilevata la presenza di Norovirus».

E c'è di più. «Tale rilievo - rimarca ancora Padovan - non è conclusivo in quanto sono ancora in corso le analisi sui campioni di cibo prelevati in data 29 settembre 2023 dal personale del Servizio igiene degli alimenti e nutrizione Uoc Sian e i cui esiti saranno disponibili tra qualche giorno». Poco appresso la dottoressa spiega come si propaghi il contagio: «La trasmissione avviene generalmente da persona a persona, per via oro fecale o via aerosol, ma anche per contatto con superfici contaminate e talvolta tali virus possono contaminare acqua o cibo».

Nel tratteggiare il quadro del problema per vero la dirigente usa le stesse parole presenti sulla scheda sintetica del Norovirus (noto anche nel mondo anglosassone come «virus di Norwalk») pubblicata dall'Istituto superiore di sanità, ovvero l'Iss. C'è una parte però («talvolta tali virus possono contaminare acqua o cibo») che nel portale dell'Iss non compare affatto. Anzi è lo stesso Istituto superiore di sanità a scrivere papale papale come i norovirus rappresentino «uno tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute di origine non batterica, costituendo così un serio problema nel campo della sicurezza alimentare».

VERDURE FRESCHE E «CISTERNE DI RACCOLTA»
E non è finita perché sempre il massimo organismo pubblico di consulenza scientifica in ambito sanitario descrive con precisione come nella «nella maggior parte dei casi documentati la trasmissione» sia avvenuta «mediante il consumo di acqua o alimenti contaminati. L'alimento - scrive ancora l'Iss - potrebbe essere contaminato alla fonte, da acque infette, sia nel caso di frutti di mare... sia di verdure fresche o di frutti di bosco. In molti casi, la contaminazione è stata attribuita alle cisterne di raccolta dell'acqua o a piscine e fontane. Sono state inoltre descritte diverse epidemie legate al consumo di alimenti contaminati da parte di un alimentarista, produttore o distributore, subito prima del consumo».

L'INCONGRUENZA
Ora come mai nella comunicazione redatta dalla dirigente del Sisp sembrano essere state minimizzate le implicazioni in materia di contaminazione degli alimenti fatte proprie dagli scienziati dell'Iss? Sulla scorta di quali e quante eveidenze è stata redatta quella comunicazione da parte degli specialisti del Sisp di via IV Novembre? Chi scrive ha interpellato la direttrice generale dell'Ulss 8 Maria Giuseppina Bonavina per un chiarimento in tal senso. Da quest'ultima però, almeno per il momento, non è giunto alcun commento.

I SINTOMI E IL DECORSO BREVE
Ad ogni buon conto che cosa dice l'Iss sui sintomi e sul decorso della malattia virale anche in considerazione del fatto che l'agente patogeno viene descritto «altamente infettivo»? Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l'infezione dura dalle 12 alle 60 ore. «I sintomi - si legge ancora nel portale dell'Iss - sono quelli comuni alle gastroenteriti e cioè nausea, vomito, soprattutto nei bambini, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso si manifesta anche una leggera febbre. La malattia non ha solitamente conseguenze serie, e la maggior parte delle persone guarisce in uno due giorni senza complicazioni. Normalmente, l'unica misura è quella di assumere molti liquidi per compensare la disidratazione conseguente a vomito e diarrea».

In particolare, sottolinea l'Iss, «la disidratazione può rappresentare una complicazione più seria per i bambini, gli anziani e i soggetti con precario equilibrio metabolico o cardiocircolatorio: e può quindi richiedere una certa attenzione medica. Non esiste un trattamento specifico contro il Norovirus, né un vaccino preventivo. I meccanismi di immunizzazione contro il Norovirus sono poco conosciuti e... l'immunità dura solo alcuni mesi: lo stesso individuo quindi può essere infettato dal virus più volte nel corso della vita».

POSSIBILI ACCORGIMENTI
In molti casi di infezione virale tra l'altro per evitare il prolungarsi del malessere può essere consigliato non assumere cibi, per almeno 48 ore, che contengano, tra le altre, glutine. I virus durante queste gastroenteriti infatti spesso alterano il funzionamento dell'«orletto a spazzola» ossia di quei villi nella mucosa intestinale che permettono all'organismo umano per l'appunto di processare il glutine inducendo così, detto alla grezza, una sorta di celiachia temporanea. Questo tipo di approccio, non di rado preso in considerazione da alcune scuole anglosassoni di gastroenterologia, può dare un beneficio ulteriore al paziente, ovviamente sempre previo consulto medico.

La replica di Euroristorazione è affidata ad una nota che pubblichiamo in questo articolo.

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