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Domenica, 28 Aprile 2024
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Spv e giustizia: scontro al calor bianco

Per quanto riguarda le criticità legate alla grande opera sia i procedimenti civili che quelli penali non sono gestiti come dovrebbero: questo è l'addebito che giunge non solo dal fronte ecologista ma anche dai legali che patrocinano i residenti interessati dal cantiere della Superstrada pedemontana veneta in zona Vallugana

Quando si parla di criticità ambientali legate alla Superstrada pedemontana veneta, meglio nota come Spv, sul tappeto rimangono una serie di dossier scottanti, che hanno a che fare anche con l'amministrazione della giustizia. Per quanto riguarda la contaminazione da derivati del fluoro, i temutissimi Pfas, che in ragione della presenza dei cantieri della Spv avrebbe interessato l'Ovest Vicentino («Castelgomberto, Cornedo e Sarego in primis») nonché il comprensorio del Leogra, ieri 29 dicembre durante un sit-in a Malo, si è registrata una netta presa di posizione di Alberto Peruffo, colto di spicco del collettivo ecologista Pfas.land.

Il quale ai microfoni di Vicenzatoday.it fa sapere che su questo fronte si aspetta un impulso forte «da parte della Procura della repubblica di Vicenza perché» sotto la cenere covano «reati» molto gravi. Si tratta di un messaggio molto preciso che fa il paio con una certa sfiducia nei confronti dei sindaci dei territori potenzialmente interessati, visto che la contaminazione si è spinta o potrebbe spingersi addirittura fino a Vicenza. Sul piano politico poi Peruffo parla di Ovest vicentino che fra polo conciario e chimico (anche in relazione all'affaire Fis, nota industria chimica di Montecchio Maggiore), parla di zone «sacrificate» al profitto di pochi: un canestro delle doglianze in cui viene inserita anche la Spv.

Sulla quale aleggia anche lo spettro della polemica sul contenzioso civile promosso da alcuni residenti della zona Vallugana nei confronti del disagio cagionato dai cantieri. Ai microfoni di Vicenzatoday.it l'avvocato Giorgio Destro e l'avvocato Serena Pomaro (entrambi sono del foro di Padova entrambi patrocinano i residenti nell'ambito della causa civile contro la Spv) sono fortemente contrariati dopo le prime sentenze emesse dal tribunale di Vicenza. Che respinti gli addebiti dei denuncianti, non avrebbe riconosciuto le prove a carico portate da coloro che hanno promosso il procedimento.

Di più, Destro e Pomaro, in uno dei ricorsi in appello, che per alcuni è già stato formalmente indirizzato a Venezia, contestano anche alcune gravi anomalie sul piano logico e giuridico proprio rispetto a quanto sentenziato. «Alla luce di quanto sopra, si ritiene che il Tribunale di Vicenza, con motivazione errata e contraddittoria... e quindi assolutamente censurabile, ha rigettato tout court le domande formulate dagli appellanti in aperta violazione dell'articolo 132 comma secondo del codice di procedura civile... che impone al giudice di chiarire su quali prove ha fondato il proprio convincimento e sulla base di quali argomentazioni è pervenuto alla propria determinazione in tal modo consentendo anche di verificare se abbia effettivamente giudicato» in ragione di quanto provato e di quanto documentato.

Il che peraltro è una delle nozioni fondamentali della materia non solo civilistica ma giuridica in sé dato che un giudizio non è tale senza che sia basato su prove e documenti. Per questo motivo Destro, fa sapere che è pronto a segnalare quanto accaduto al Csm che è poi l'organo di autogoverno e autodisciplina della magistratura. Ed è in questo contesto che si collocano le doglianze espresse da Destro e Pomaro ai microfoni di Vicenzatoday.it. Il primo parla infatti di una «sanzione amministrativa» sulle polveri appioppata dal Comune di Malo al cantiere come ennesima dimostrazione che lo stesso non fosse stato gestito al meglio. Di più Destro alza il tono dello scontro con i magistrati spiegando che per quanto riguarda la materia ambientale «ci sono denunce in sede penale ancora ferme». Le fa eco Pomaro che aggiunge: «Abbiamo portato moltissime prove» a sostegno delle tesi dei denuncianti.

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