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Lr Vicenza, la legione straniera e la spada di Damocle

Prima il Papabomber, polacco. Poi Boli, trecciuto fantasista francese. Quindi l’olandese Da Cruz. E infine (forse) il belga Lukaku. Il Balza pesca a piene mani oltre confine. Ma c’è un pericolo terribile che incombe sul capo dei biancorossi

Mercato che non parla italiano, almeno in questa prima fase. Brocchi avrà a disposizione molti giocatori esteri, quasi tutti di colore. Ha però poco tempo per amalgamare il gruppo. Si tratta di giocatori di qualità, tuttavia qualcuno ha giocato poco, ultimamente. Qualche altro non parla nemmeno l’italiano. Se il mister riuscirà a trovare ugualmente la quadratura del cerchio, toccherà costruirgli una statua in bronzo da collocare al Campo di Nane. Provando a leggere le rispettive caratteristiche, Teodorczyk giocherà da centravanti, facendo coppia con Diaw nel 4/2/3/1. Da Cruz può fare il trequartista, oltre che la seconda punta ed è in grado di coprire entrambi i versanti. Un’alternativa a Dalmonte, Giacomelli o Lanzafame. Boli è una mezzala, preferibilmente sinistra ma giostra anche sull’altro lato. Andrà a completare il tridente nel settore nevralgico, verosimilmente assieme a Proia e Taugordeau. Lukaku, infine, è un esterno basso. Potrebbe coprire il ruolo (mal) interpretato da Calderoni. Ma può giocare anche alto.

Cosa manca ancora? Risposta facile. C’è sicuramente bisogno di un rinforzo come terzino destro, laddove né Ierardi, né Bruscagin hanno convinto. E poi serve un centrale, visto che Brosco pare non gradire Vicenza, dove non hanno compreso il suo talento. Questo il minimo. Se poi risultasse vera la voce di un Mancini sul piede di partenza (Germania, Inghilterra?) io porterei a casa un anche altro attaccante d’area. E penso a uno che quest’anno ha fatto poco a Padova ma è elemento che di gol ne ha fatti parecchi in C e si chiama Tommaso Biasci. Tranquilli, non voglio certo rubare il mestiere ai due scout biancorossi, che sul calcio mi danno certo lezioni.

Ma al di là delle considerazioni circa le prospettive di salvezza derivanti dai nuovi arrivi di mercato, c’è un altro grosso motivo di preoccupazione che incombe sul capo del povero Lane. Per parlarne, facciamo un passo indietro. Al campionato 2019/20. Il Vicenza di Di Carlo fu promosso in serie B a seguito della decisione della Lega Pro e della FIGC di concludere anticipatamente il campionato, congelandone la classifica all’inizio di marzo. I biancorossi si trovavano al primo posto in classifica con 5 punti di vantaggio sulla seconda e dunque ebbero accesso alla Cadetteria assieme al Monza (girone A) e alla Reggina (girone C). Le inseguitrici, nonostante vi fossero ancora 11 partite da giocare e con esse la possibilità di ribaltare la graduatoria, dovettero fare buon viso a cattivo gioco ed accettare le conseguenze del Covid.

Per esempio la Reggiana, seconda, che poi non riuscì a superare i play out per l’ultimo posto valido per la B. Questa è già storia. L’attualità ci mostra oggi una pandemia nuovamente aggressiva che tocca pesantemente il calcio. Il Vicenza, tanto per fare un esempio, dopo il rinvio della gara a Lecce, si ritrova in questi giorni falcidiato dai contagi (otto giocatori) e rischia seriamente di non poter disputare nemmeno il recupero, previsto per il prossimo 13 gennaio. Stessa musica altrove. Facciamo ora un’ipotesi, raccomandando ai lettori di toccare tutti gli ammenicoli scacciaiella.

Se l’andamento del Covid dovesse confermare la sua crescita, è difficile pensare ad una conclusione “normale” della stagione. Troppo pesante il carico dei controlli e la gestione delle squadre, troppo oneroso per le società il carico di trasferte a rischio rinvio, troppo evidente il pericolo di disomogeneità nella disputa delle varie partite, ridotte ad uno spezzatino imprevedibile. E’ dunque fantascienza immaginare che si possa andare incontro ad un nuovo blocco dell’attività agonistica? E cosa comporterebbe, se l’evento trovasse il Lane ad occupare uno dei tre posti che precipitano all’inferno gli occupanti? Il solo pensiero fa tremare le gambe e proietta in una luce diversa la corsa verso la salvezza che il Club cerca di imboccare con i rinforzi appena arrivati, in quanto accorcerebbe drasticamente il vialone disponibile per la volata finale. Fosse vero, non basterebbe quindi nemmeno agganciare il gradino del quartultimo posto, ma diventerebbe indispensabile compiere l’impresa in tempi strettissimi, prima che il Big Ben dica stop.

Povero Cristo di Brocchi. Non gli resterebbe che affidarsi all’intervento della Madonna de Monte, la quale dopo aver allontanato la Peste dalla città, si dovrebbe ora adoperare per affiancarsi ai vaccini nell’opera di contenimento del nuovo Morbo. Affinchè il suo popolo sia sano (nella salute) e salvo (dalla retrocessione). Il fatto è che, dopo aver applaudito alla decisione delle autorità quando è valsa il salto di categoria, sarebbe imbarazzante adesso protestare per una delibera che andasse in senso opposto, precipitandoci nel baratro. Lo so, molti di voi mi daranno del menagramo. Sbagliato. Pure io, come tutti, voglio con tutto me stesso che il miracolo si compia e i biancorossi raggiungano sul campo l’obiettivo del mantenimento della Cadetteria. Ma sono uno storico del calcio. E so che ignorare il pericolo non significa quasi mai esorcizzarlo. Anzi, di solito ha l’effetto contrario di renderlo più concreto.

La realtà spiacevole è che anche nella vita pallonara siamo nelle mani del virus, signori miei. Alla fin fine, la strada per la salvezza passa anche per vaccini, mascherine, distanziamento e contingentamento negli eventi pubblici. L’avreste detto, solo tre anni fa? E la parola d’ordine, come diceva il figlio del fabbro, è dunque: vincere. Ma immediatamente, molto spesso e con romana volontà. Perché il tempo, purtroppo, gioca contro di noi…

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