Programma Teatro contemporaneo a Bassano: futuro, letteratura, comicità
B.Motion Teatro, la sezione di Operaestate Festival dedicata al teatro contemporaneo, presenta appuntamenti con spettacoli che indagano il tema dello spazio e del futuro dell’umanità, forse compromesso, forse salvabile da un’oscura tecnologia. L’ultima giornata è dedicata alle parole: dalla letteratura alla comicità, con Teatro delle Albe e Marta Dalla Via.
Torna alle 18.30 anche l’esperienza di scoperta dello spazio pubblico Il cielo sopra Bassano
Venerdì 27 agosto
Si parte alle ore 18.30 dal Teatro al Castello “Tito Gobbi” con Il cielo sopra Bassano: un modo nuovo di guardare e sentire la città grazie alle voci (e alla drammaturgia di) Anagoor, Sotterraneo e Massimiliano Civica in una produzione de La Piccionaia, che accompagnano lo spettatore e lo invitano ad aprirsi ad un nuovo sguardo.
Un percorso di frammenti d’autore sul tema del desiderio di ritornare a percorrere lo spazio pubblico dopo l’esperienza della quarantena “a distanza di sicurezza”, con l’utilizzo di radiocuffie: ad agire infatti, saranno solo gli spettatori che ascolteranno le loro voci, rispettando la distanza di sicurezza ed indossando la mascherina. Ogni artista ha lavorato da casa, lontano dall’aspetto fisico del luogo: ognuno di loro ha usato solo Google Street View, ma anche la propria memoria e quella dei testimoni che ha scelto. A guidare ciascuno, una promessa: anche finito l’isolamento la sua presenza sarà solamente sonora. I passanti inconsapevoli, invece, diventeranno comparse di uno spettacolo che si svolge sul palcoscenico dello spazio urbano.
L’esperienza teatrale torna in scena anche sabato 28 agosto, alle ore 18.30, per 30 spettatori alla volta.
Alle 19.30, alla Chiesa di San Giovanni, va in scena invece Corcovado, di Lorenzo Gleijeses e Compagnia Körper: una performance frutto di un lavoro di ricerca e esplorazione condiviso da Lorenzo Gleijeses con Luigi De Angelis e Michele Di Stefano, che ne hanno curato la regia e la coreografia traendo ispirazione dal tema del viaggio e dal desiderio nostalgico di un “Altrove”. Un desiderio che affrontano ricostruendo un non-luogo per eccellenza: la sala di consegna bagagli di un “qualche” aeroporto del mondo. Uno spazio dell’attesa, dell’arrivo e del passaggio, dell’anonimato e dell’incontro fugace, della relazione con un presente connesso con mondi esotici lontani.
La messa in scena vede l’attore e performer Lorenzo Glejieses al centro di un’azione in cui il corpo e il gesto co¬reografico diventano protagonisti. Con lui l’onnipresente figura di un guardiano silente (l’attore e performer Manolo Muoio) e custode del (non) luogo.
A seguire un’altra indagine su un non-luogo: alle 21.00 al Teatro Remondini, il Teatro dei Gordi presenta Pandora, per la regia di Riccardo Pippa. Lo spettacolo prende corpo in un bagno in fondo
a un corridoio o sotto la piazza di una città: può essere che sia il bagno di un aeroporto, di un club o di una stazione di servizio, un luogo a momenti caotico, di passaggio, dove c’è fretta, rabbia, frustrazione; ma anche un luogo d’attesa e d’incontro tra sconosciuti, attraversato da un’umanità variegata e transitoria, qui ritratta da una forma teatrale che si affida al gesto, ai corpi con e senza maschere, a una parola-suono scarna e essenziale che supera le barriere linguistiche. In scena Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza danno vita a molteplici personaggi per uno spettacolo dove la parola è quasi assente, e molto si affida al gesto, ad azioni fisiche concrete orchestrate con rigore musicale.
In chiusura di giornata, alle 22.30 alla Sala Da Ponte, un salto nel futuro con uno spettacolo scritto e diretto da Matteo Fiorucci e Massimiliano Bruni e prodotto da La Corte Ospitale: Timshel. Nessuna risposta oltre la tua. Ambientato in un futuro dove il mondo così com’è ora non esiste più, l’uomo, ormai sulla soglia del baratro, ha affidato ad una intelligenza artificiale il ruolo di tentare un nuovo inizio. Il suo nome è E.V.A (Entità Virtuale Analitica) e nei suoi algoritmi è forse custodita la possibilità umana di tornare a popolare la terra, dopo la sua fine. Per questo, già dall’ingresso il pubblico si trova in un luogo altro: una camera generativa, nella quale un nuovo prototipo di essere umano viene creato, osservato e testato dall’entità digitale.
Quando il sipario si apre, si assiste così a una nascita, di un venire al mondo, un mondo evidentemente diverso ma non così distante. Il prototipo muove i suoi primi passi dentro questo spazio nel quale tutto è possibile perché sconosciuto, uno spazio nel quale si aprono vere e proprie finestre sul mondo del passato, su quello del presente e, soprattutto, del futuro. Sul paco Adele Cammarata e Verdiana Costanzo,
Sabato 28 agosto
In scena per B.Motion Teatro, la sezione di Operaestate Festival dedicata al teatro contemporaneo, tre appuntamenti con spettacoli dedicati rispettivamente alla letteratura con Siamo tutti cannibali del Teatro delle Albe, alla forza delle parole e alla comicità di Marta Dalla Via in Le parole non sanno quello che dicono, mentre torna con una seconda replica l’esperienza radioguidata de La Piccionaia.
Alle 21.00 al Teatro Remondini, Roberto Magnani dà voce a Siamo tutti cannibali - prodotto dal Teatro delle Albe e Ravenna Teatro - a partire da alcuni frammenti del romanzo Moby Dick di Herman Melville.
Un intreccio di musiche (scritte da Giacomo Piermatti e Andrea Veneri) e parole, dove il contrabbasso di Giacomo Piermatti, diventa la voce dell’intero Pequod, la baleniera di Achab, attraverso un tappeto sonoro in grado di creare uno spazio sia emotivo che fisico, una manifestazione di tutto quello che le parole lasciano solamente intuire, mentre la voce viene amplificata per variarne l’enfasi o la crudezza.
Una voce che mette in luce anche la particolarità della lingua: Melville ne inventa una che stravolge l’inglese e che viene riportata in italiano dalla musicalità costruita da Cesare Pavese, primo traduttore del romanzo in Italia. Racconta Magnani a proposito: “La storia di Moby Dick è presto detta: un equipaggio di quaranta uomini salpa dall’isola di Nuntacket per andare a caccia di balene; l’ossessione del capitano Achab porterà alla distruzione del Pequod e alla morte di quaranta uomini. Ma Moby Dick non è solo la storia di un viaggio a caccia di balene, compiuto realmente da Melville, ma è uno sprofondare nell’Abisso, l’abisso che abita ognuno di noi”.
A seguire, alle 22.30 in Sala Da Ponte, Marta Dalla Via debutta con il nuovo lavoro Le parole non sanno quello che dicono, prodotto da La Piccionaia; un “raffinato spettacolo triviale interamente dedicato a loro: le pecore nere del linguaggio”. Una nuova drammaturgia, incentrata sulle parole e sui loro effetti collaterali, sulla consapevolezza di chi le pronuncia ma anche sul peso specifico della comicità. Uno spettacolo urgente e necessario in questo periodo in cui il dibattito sui confini della libertà di espressione è cen¬trale: sia a causa di internet e dei social, sia per la discussa utilità del politicamente corretto, e per le più recenti prote¬ste contro la mascherina, vista come bavaglio piuttosto che come salvezza. Un’epoca in cui “parole in libertà” qualche volta significa semplicemente “a vanvera”: migliaia e migliaia di persone vengono offese, umiliate, discriminate, e migliaia e migliaia di persone nel mondo offendono, umiliano, discri-minano, e condannano attraverso certe parole.
E quindi, si chiede Marta Dalla Via: è più importante cambiare le parole o le cose che quelle parole intendono?
“Impreco quando cittadini al di sopra di ogni sospetto protagonisti di episodi mediaticamente controversi, si autoassolvono dicendo “era solo una battuta” - Scrive la Dalla Via nelle note di regia - Una battuta, se davvero è una battuta, non è mai solo una battuta. Ogni vero comico lo sa: la
scrittura di una buona battuta è un processo davvero complesso fatto di pratica, matematica, ritmo e impertinenza”.
Torna alle ore 18.30, a partire dal Teatro al Castello “T.Gobbi”, Il cielo sopra Bassano: un modo nuovo di guardare e sentire la città grazie alle voci di Anagoor, Sotterraneo e Massimiliano Civica che accompagnano lo spettatore e lo invitano ad aprirsi ad un nuovo sguardo. Un percorso di frammenti d’autore sul tema dedicati allo spazio pubblico, realizzato con l’utilizzo di radiocuffie.
Tutto il programma su: https://www.operaestate.it/it/festival/bmotion/teatro