Facciamo luce sul teatro, questa sera nelle sale di Vicenza
"Non è facile, per noi della Fondazione Teatro e per tutte le maestranze che come noi vedono il Teatro come una seconda casa, vedere il sipario chiuso, le luci spente e le sedie delle nostre sale vuote." Ieri un operatore dello spettacolo si è ucciso a Padova, il settore non vede una luce in fondo al tunnel.
"I teatri sono chiusi da molto tempo. Da troppo tempo non è possibile accedere ad una forma di cultura a cui eravamo abituati e di cui ora sentiamo la mancanza. Lo spettacolo dal vivo permette di condividere l'emozione con gli attori e con gli altri spettatori, aspetti che non sono possibili, allo stesso modo, attraverso la fruizione online che in questi mesi ci ha fatto sentire meno "soli". Questa sera i teatri che aderiscono all'iniziativa "Facciamo luce sul teatro!" apriranno le porte per ricordare, ad un anno dalla prima chiusura, che continuano ad esistere con loro i tanti lavoratori dello spettacolo che desiderano tornare ad avere un contatto diretto con il loro pubblico. Un segnale che mi auguro possa servire affinché il governo programmi una riapertura in sicurezza, la cui volontà è stata manifestata proprio in questi giorni dal ministro Franceschini".
E' questo il commento dell'assessore alla cultura Simona Siotto all'iniziativa di U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) che propone di illuminare e tenere aperti i teatri la sera del 22 febbraio dalle 19.30 alle 21.30. Domani, 23 febbraio 2021, infatti, ricorre un anno dal primo provvedimento governativo che ha stabilito la chiusura dei teatri italiani come misura di contrasto al Coronavirus.
All'iniziativa aderiscono anche i teatri della città: il Teatro Comunale di Vicenza, il Teatro Astra con la Piccionaia, il Teatro spazio Bixio con Theama Teatro e Kitchen teatro indipendente.
Maestranze dello spettacolo - Veneto
"Ieri il nostro amico e collega di una vita, Omar, ha scelto di farla finita.
È andato nel suo magazzino, e si è sparato.
Omar l’aveva detto già a maggio: ho modo di sopravvivere fino a dicembre.
L’aveva detto in una nostra piazza, e poi ci è sempre stato vicino per chiedere risposte ad un mondo di lavoratori e lavoratrici che vivono nell’abbandono.
Omar era uno di noi, un pezzo della nostra grande famiglia dello Spettacolo. Un amico generoso, buono e gentile.
Non conosciamo le ragioni che gli hanno fatto premere il grilletto. Ma sappiamo benissimo le condizioni generali in cui si trovava. Assenza di prospettive, una vita persa nel buio dopo tanta fatica, nessun riconoscimento, nessuna dignità. Ristori che non arrivano, liquidità mancante e gli F24 che comunque bisogna pagare come l'affitto del capannone, l'assicurazione della motrice. E la preoccupazione sui suoi ragazzi.
“Sto perdendo i miei ragazzi -diceva- giustamente si cercano un altro lavoro e io senza di loro sono finito”.
La colpa di questa morte per noi è soprattutto di chi ha coscientemente abbandonato centinaia e centinaia di persone come lui, come noi, nonostante tutti gli appelli fatti in quest’anno.
Abbiamo un messaggio per tutte le colleghe e i colleghi: non siete soli. Noi ci siamo. C’è una rete pronta a sostenervi. Non perdete mai la speranza. Non possiamo fare miracoli, ma insieme possiamo sperare di sopravvivere. Una rete ampia serve a questo.
Montava palchi e strutture su cui abbiamo lavorato per tantissimi anni, versato infinito sudore a innumerevoli eventi.
Addio, e grazie di tutte le americane."