Il Giardino dei Ciliegi con Lodo Guenzi dello Stato Sociale
È un giardino dei ciliegi contemporaneo, trasportato dalla Russia di ?echov alla Bologna dei giorni nostri: la storia di Annalisa e Giuliano Bianchi, sfrattati nel 2015 dalla casa colonica al Pilastro in cui vivevano da 30 anni e in cui aveva sede la loro associazione, dedicata alla cura degli animali. Trent’anni di vita e un patrimonio di ricordi, relazioni, felicità. Che cosa significa perdere un luogo dell’anima per ragioni economiche?
È quello che la compagnia-rivelazione della nuova scena italiana, i bolognesi Kepler-452, ha scelto di raccontare, in uno spettacolo definito da Haris Pašovi?, direttore di Mittelfest, che l’ha ospitato nel luglio 2018, "una delle produzioni teatrali europee più belle, intelligenti e brillanti della stagione": si tratta di "IL GIARDINO DEI CILIEGI. TRENT’ANNI DI FELICITÀ IN COMODATO D’USO", in scena al Teatro Astra venerdì 17 gennaio (ore 21) all’interno di "TERRESTRI 2019/20".
Frutto di una ideazione e una drammaturgia collettive e diretto da Nicola Borghesi - fondatore della compagnia con Enrico Baraldi e Paola Aiello - lo spettacolo nasce da un’indagine condotta dalla compagnia sugli sgomberi a Bologna, incontrando gli abitanti e ascoltando le loro storie. "L’idea iniziale – spiega Borghesi - era di far procedere parallelamente alla narrazione de ‘Il giardino dei ciliegi’, una serie di ‘giardini dei ciliegi’ bolognesi. Abbiamo parlato con molte persone, come le famiglie occupanti il palazzo ex Telecom, poi violentemente sgomberato, e con i collettivi di Atlantide, centro sociale lgbt in lotta con il Comune di Bologna per mantenere i propri spazi. Finché non abbiamo incontrato Annalisa Lenzi e Giuliano Bianchi. Abbiamo subito capito che era la storia che volevamo raccontare".
La famiglia Bianchi ha vissuto dal 1985 in una casa concessa in comodato d’uso dal Comune di Bologna, dove si è occupata di due attività principali, il controllo della popolazione dei piccioni e l’accoglienza di animali esotici o pericolosi. Hanno ospitato boa, scimmie, lupi, pappagalli, volpi e qualunque animale arrivasse a Bologna, si perdesse tra le mura della città e avesse bisogno di un rifugio. Non solo: erano soliti fermarsi da loro carcerati ex 41-bis in borsa lavoro, cui offrivano sempre un pasto, e una famiglia rom che spesso era loro ospite. Un ménage strano, marginale, meraviglioso: "Trent’anni di pura felicità", dicono i Bianchi. Nel 2015 ricevono un avviso di sfratto: in quella zona sarebbe stato costruito il più grande parco agro-alimentare del mondo. Così, nell’arco di una mattinata di settembre, il loro giardino dei ciliegi cessa per sempre di esistere.
"Più di cento anni fa – continua la compagnia - ?echov mette in scena un mondo che finisce, che scompare. Un mondo legato alla magia, all'identità delle persone che abitano i luoghi. Il nostro spettacolo vuole essere un’indagine su dove oggi si sia posata la dialettica tra illuminismo e magia, tra legge e natura, e su dove ci troviamo noi. Forse, più semplicemente, è la storia di un incontro. In città abbiamo tutto, eppure manca qualcosa..."
In scena, con Paola Aiello, Nicola Borghesi e Lodovico Guenzi, anche gli stessi Annalisa e Giuliano Bianchi, che dopo un lungo corteggiamento hanno accettato di vestire i panni di Ljuba e Geav e a raccontare, insieme agli attori, la storia dello sgombero e del loro incontro.
Biglietti: € 15 l’intero, € 12 il ridotto, € 10 per gruppi di minimo 10 persone e € 8,50 per i corsisti delle scuole di teatro e danza della città.
Informazioni e prenotazioni: Ufficio Teatro Astra, Contrà Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, info@teatroastra.it , www.teatroastra.it