Movimento NoPfas: il progetto scuole
«Salvaguardare la salute minacciata dalla contaminazione PFAS nelle falde del sud ovest Veneto» è un progetto, rivolto a scuole delle tre province contaminate, Vicenza, Verona, Padova, delineato dal gruppo educativo del movimento No PFAS: racconta il disastro ambientale provocato dalla contaminazione delle falde acquifere superficiali e profonde del nostro territorio, la minaccia sulla salute per oltre 350.000 cittadini, principalmente per le nuove generazioni, le legittime richieste del popolo inquinato, le proposte e le soluzioni per risolvere il problema inquinamento PFAS. Donata Albiero, coordinatrice del gruppo Zero Pfas , costituitosi all’interno del movimento non ha dubbi sull’obiettivo da raggiungere: «Vogliamo rendere protagonisti VISIBILI i nostri giovani, i nostri ragazzi, rivolgendoci alle strutture educative per eccellenza, le scuole, facendo nostra l’affermazione del giurista e politico del secolo scorso, Pietro Calamandrei “Trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la SCUOLA può compiere”».
Si parla di PFAS con gli studenti attraverso la metodologia dell’apprendimento attivo, in tre o quattro incontri nella scuola secondaria di primo grado e secondo grado. «Offriamo agli studenti – continua la prof.ssa Albiero - una serie di sollecitazioni, talvolta provocatorie, atte a stimolare la loro curiosità, la loro capacità critica e, di conseguenza, il loro coinvolgimento nel trovare soluzioni al problema dell’inquinamento PFAS. Sì, perché noi non vogliamo che le nuove generazioni, il cosiddetto futuro della nostra società, continuino ad essere “invisibili” nelle scelte della Politica o si rendano essi stessi in quanto sfiduciati, “invisibili!”».
Ciò che interessa al Movimento è, dunque, contribuire, con la Scuola, a sviluppare nei giovani una maggiore consapevolezza degli eventi che coinvolgono la comunità in cui vivono affinché essi divengano, a tutti gli effetti, una risorsa per il territorio. Sono solo mini pillole, il via per un percorso di approfondimento che si spera la Scuola, con professori interessati e motivati, possa poi effettuare con gli studenti durante tutto l’anno scolastico.
Il filo conduttore che lega le 3 giornate è unico: il disastro ambientale provocato dai PFAS. Si affronta la tematica con esperti di contenuto (medici Isde, geologi, tecnici, operatori di scuola) coadiuvati da animatori. La metodologia è fondata sull’apprendimento attivo: lavori di gruppo, analisi di casi, problem solving, domanda risposta, dibattito, brainstorming, per aiutare Il ragazzo ad essere protagonista del proprio percorso formativo. Nel contempo si punta a raggiungere le famiglie per avere la loro condivisione al progetto e la collaborazione, con una sessione propedeutica informativa rivolta agli adulti dell’intero Istituto, chiamato in causa volta per volta, per far conoscere meglio anche a loro i rischi causati dai PFAS per la salute umana. Intanto si parte con alcune scuole secondarie di secondo grado (3 in provincia di Vicenza e 1 in provincia di Padova ) che hanno già aderito (prima tra tutte l’Istituto Tecnico Agrario A. Trentin di Lonigo il 6 di novembre); nel secondo quadrimestre ci si rivolge alle richieste già prese in carico di due Istituti comprensivi della provincia di Vicenza. «Abbiamo fiducia nella scuola e nella sua leadership morale - conclude la prof.ssa Albiero- Peroreremo la giusta causa agli studenti. Siamo acqua: ognuno di noi una goccia, insieme tante gocce di speranza per un mondo migliore».