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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Bassano del Grappa

Tragedia a Ca’ di Rajo, l'incidente è stato ripreso da una telecamera di sicurezza

Nei frame della videocamera, una di quelle che sorvegliano lo stabilimento vitinicolo, ci sarebbero gli elementi per chiarire la dinamica del terribile sinistro sul lavoro costato la vita al 46enne vicentino Marco Bettolini, entrato in una autoclave della azienda Ca' di Rajo di San Polo di Piave per prestare soccorso al 31enne Alberto Pin, che combatte tra la vita e la morte al Ca' Foncello di Treviso. Il Procuratore Marco Martani. "Resta un punto di domanda sul perchè fossero lì dentro"

La scena dell'incidente mortale è stata ripresa da una delle telecamere di video sorveglianza che sorvegliano lo stabilimento vitivinicolo Ca' Di Rajo, a San Paolo di Piave, dove ieri si è consumata la tragedia: Marco Bettolini, 46enne di Bassano del Grappa, è morto nel tentativo di prestare soccorso al collega e amico Alberto Pin, 31 anni, di Cordignano. Pin sarebbe entrato dentro un autoclave dove si sarebbe dovuto travasare del vino spumante e sarebbe rimasto intossicato dall'azoto presente all'interno, gas che viene utilizzato per non far evaporare il liquido. Bettolini si sarebbe accorto delle difficoltà del 31enne e avrebbe cercato di tirarlo fuori dall'autoclave ma sarebbe rimasto vittima a sua volta delle esalazioni, cadendo con il viso all'ingiù e affogando in neppure mezzo metro di vino. Il 31enne resta ricoverato in condizioni gravissime al' ca' Foncello di Treviso e si trova tra la vita e la morte.

Proprio dalle immagini delle videocamere di sorveglianza, che sono state acquisite dagli inquirenti, potrebbe emergere la verità su quello che è successo. Al momento l'unica cosa che sembra sicura é che Pin non avrebbe dovuto aprire ed entrare dentro alla botola, delle dimensioni di circa 60 centimetri per 40 centimetri. Un tragico errore di valutazione che sarebbe costato caro al capocantina, che avrebbe sottovalutato i rischi connessi all'entrare dentro l'autoclave senza una misurazione della concentrazione dell'azoto. A confermarlo anche le parole del Procuratore della Repubblica Marco Martani: «E' presto per parlare compiutamente di dinamica - dice - di certo si può solo dire che eventuali lavori di manutenzione dovevano essere effettuati da una ditta esterna, con personale dotato di protezioni e non dai lavoratori della cantina. L'autoclave è stata posta sotto sequestro (la notifica è arrivata a Sandra De Giusti, madre dei fratelli Cecchetto che gestiscono di fatto l'attività e rappresentante legale della Ca' di Rajo, n.d.r.) e nei prossimi giorni sarà disposta l'autopsia sulla giovane vittima. E' presto per parlare di indagati, di certo la compagine societaria ed eventuali responsabili della sicurezza esterni alla proprietà riceveranno un avviso di garanzia finalizzato a permettere la loro partecipazioni alle operazioni peritali».

Secondo una prima ricostruzione Alberto Pin sarebbe intervenuto sull'autoclave avendo riscontrato un problema tecnico, forse al misuratore della quantità di vino. Per questo avrebbe aperto la botola ma però l'atmosfera, carica di azoto, avrebbe avuto un effetto immediato su di lui. Il 31enne sarebbe quindi scivolato dentro, cadendo però di schiena. A quel punto Marco Bettolini sarebbe corso in aiuto del collega ma il gas lo avrebbe intossicato in pochi secondi. La sua sfortuna è stata quella di aver perso i sensi cadendo in modo frontale, così da respirare il vino che era contenuto e morire di fatto affogato.

«Le ragioni per cui Pin è entrato dentro l'autoclave al momento restano un mistero - ha detto l'avvocato di Ca' di Rajo Andrea Franchin - peraltro ha cercato di aprirsi un varco attraverso un piccola bottola che non è fatta per i passaggi umani. Aspettiamo la relazione degli ispettori dello Spisal per avere un quadro più definito dell'incidente».

«Marco è morto da eroe per salvare un amico - è il commento di Andrea Zanella, collega e amico del 31enne e del 46enne - sono due fratelli per me e per tutti noi che lavoriamo qui perché questa per noi è una vera e propria famiglia. Ci siamo stretti nel dolore e siamo vicini alle famiglie di Marco e Alberto. Chiediamo rispetto del nostro immenso dolore. Ci auguriamo solamente che Alberto possa tornare presto tra noi».

Intanto la Flai Cgil ha chiesto un incontro urgente all'azienda. «In Veneto - dice Danilo Maggiore, dirigente sindacale - si conferma drammaticamente alta per dell’agricoltura l’incidenza dei mortali sul lavoro verificati negli ultimi anni. Comparto, dunque, che continua a mietere più vittime rispetto al complesso del tessuto produttivo. Il trend in diminuzione di mortali e infortuni registrato nel corso della pandemia è stata solo una parentesi e oggi ci ritroviamo nuovamente di fronte alla tragica conta dei morti e a quanto lavoro ci sia da fare in termini di prevenzione, di formazione e responsabilizzazione delle associazioni di categoria, delle aziende e dei lavoratori. Altro strumento prioritario per tutelare salute e sicurezza di chi lavora sui campi o in attività agricole e forestali è la vigilanza».

«Per questa ragione - ha concluso -  abbiamo subito chiesto all’azienda un incontro urgente, comunicando tale richiesta anche a Ispettorato del Lavoro e Spisal».

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