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Cronaca Trissino

Caso Miteni, ombre sulla Provincia di Vicenza

Dal 2014 a palazzo Nievo sapevano dei valori oltre soglia di alcune sostanze diverse dai Pfas: il documento bomba scovato da Greenpeace

In queste ore Arpav, Regione Veneto, Provincia di Vicenza e Comune di Trissino, starebbero valutando di chiedere alla Miteni di sospendere le linee di produzione di «C6O4»: si tratta di un derivato del fluoro per il quale non esistono limiti di riferimento (così sostiene Miteni), ma la cui presenza in falda ha comunque preoccupato le autorità. Miteni sostiene che l'impianto sia in buona salute e che non presenti perdite da giustificare la fuoriuscita di tale sostanza che sarebbe stata peraltro rinvenuta, questa l'argomentazione della società, a monte dello stabilimento. Sulla tenuta degli impianti per di più da settimane è in corso una serie di accertamenti da parte di Arpav per capire come mai un’altra sostanza cugina dei Pfas, il GenX, sia, pure questa,  finita in falda quando non avrebbe dovuto trovarsi lì. 

LA NOVITÀ

Ma al di là delle cronache di questi giorni rimane inevasa la domanda su come possa essere valutato il comportamento degli enti coinvolti nel controllo della Miteni, soprattutto alla luce dell'esposto presentato in sede penale da Greenpeace a fine luglio. Esposto che fece molto discutere sui media regionali. Tra le informazioni riferite alla procura di Vicenza dalla organizzazione ecologista infatti ce ne sarebbe una in particolare che potrebbe dare agli eventi raccontati sino ad oggi una lettura molto diversa.

MOLECOLE NOCIVE

Greenpeace sostiene infatti che quantomeno dalla fine di giugno del 2014, ben quattro anni fa, le istituzioni fossero a conoscenza di una gravissima situazione di contaminazione ambientale per sostanze ben diverse dai Pfas, dal cosiddetto GenX o dal C6O4 recentemente assurto alle cronache. Si tratterebbe di altri composti diversi dalla famiglia dei Pfas che a differenza di questi ultimi sono da tempo già rigidamente tabellati e la cui presenza nell'ambiente oltre le soglie di legge sarebbe stata lungamente a conoscenza degli enti pubblici senza che da questi giungessero i provvedimenti del caso. Tra le sostanze che Greenpeace menziona, e della quali è stata infromata la procura, ci sarebbero cloroformio, «Composti alifatici cancerogeni totali», tricloroetilene. 

LA MISSIVA BOLLENTE

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