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Cronaca

Uccisa da una fucilata il primo giorno di caccia, l'Enpa: "Difficile parlare di incidente"

"Si tratta di una fucilata sparata alla cieca, semplicemente perché il soggetto immaginava che in mezzo all’incolto ci fosse una preda, se avesse guardato con attenzione avrebbe notato un cane bianco macchiato di arancio e non lo avrebbe ammazzato"

Alle otto circa del 19 di settembre scorso, un cacciatore residente in città e proprietario di due cagnoline di razza breton di colore bianco e arancio, si trovava in via Aldo Moro e scaricato dalla macchina le sue compagne Kira e Zoe, ha iniziato la sua “giornata di caccia”.

Passato qualche minuto, le due cagnoline si sono infilate in un campo incolto, mentre il loro proprietario si stava avvicinando, una fucilata ha squarciato il silenzio nella zona. Il padrone di Kira e Zoe ha ha avuto una brutta sensazione e ha chiamato le sue compagne, più e più volte, ma solo Kira è tornata, erano molto ubbidienti e legate a lui, mai avrebbero tardato a un suo richiamo.

Il colpo era partito da destra, abbastanza vicino, ma l'uomo non aveva la visuale in quanto la fascia era schermata da incolto e mais. Un altro cacciatore si è avvicinato sulla sua sinistra e gli ha chiesto se fosse stato lui a sparare, “No” è stata la sua risposta, ma ha indicato da dove era partito il colpo. A quel punto il padrone di Kia e Zoe ha notato un terzo cacciatore, che si allontanava con passo veloce; immediatamente entrava nell’incolto e a pochi metri trovava Zoe priva di vita, colpita al petto da una fucilata.

Disperato per l'accaduto, il padrone di Zoe ha deciso di rintracciare la persona che aveva sparato e che non si era nemmeno preoccupato di portare soccorso o scusarsi, anzi era scappato come un vigliacco. Era troppo lontano, non è riuscito a raggiungerlo, ma era sicuro di averlo già visto da quelle parti e grazie anche ad un testimone, è riuscito a rintracciarlo.

Allertate anche le Guardie dell’E.N.P.A. subito dopo l'accaduto hanno sentito il cacciatore testimone il cacciatore che ha sparato di Monticello Conte Otto e il cacciatore proprietario di “Zoe” di Vicenza. L’ispettore delle Guardie Zoofile Renzo Rizzi presente alle indagini ha dichiarato: “Zoe” è stata per la sua breve vita una cagnolina fortunata, viveva in una famiglia che la considerava una loro, lei e “Kira”, la sua mamma, vivevano in casa sui tappeti e sui divani e quando voleva poteva uscire in giardino, amata da tutti, figli e nipoti, tutti insieme formavano un vero “branco”. Purtroppo devo aggiungere che queste sono eccezioni nel mondo della caccia.”

“Per quanto riguarda il fatto - ha aggiunto - non è certo normale che venga ucciso un cane, e difficilmente si può sostenere che sia stato un incidente, in quanto può definirsi tale ad esempio un colpo che parte a un cacciatore che inciampa, ma cui si tratta di una fucilata sparata alla cieca, semplicemente perché il soggetto immaginava che in mezzo all’incolto ci fosse una preda, se avesse guardato con attenzione avrebbe notato un cane bianco macchiato di arancio e non lo avrebbe ammazzato. Non solo ma avendo avuto contezza di avere ucciso un cane, il cacciatore iscritto all’associazione cacciatori veneti ha cercato di allontanarsi per sfuggire alla proprie responsabilità”.

“Ora esiste una legge che tutela gli animali - conclude -  la legge 189 del 2004 che ha introdotto l’articolo 544BIS il quale punisce l’uccisione degli animali con pene severe, per logica non si pensa che il cacciatore abbia compiuto questo gesto volontariamente ma, sta di fatto che esiste una regola, non si può sparare se non c’è visibilità, l’arma è una cosa seria non si può scherzare, chi la usa non può commettere questi gravissimi errori in questi casi si ipotizza il “dolo eventuale. Per cui il cacciatore che ha sparato senza sapere a cosa, ha commesso un azzardo e ha ucciso la cagnolina, ora con la denuncia presentata alla Procura della Repubblica dalle Guardie E.N.P.A. “Zoe” crediamo avrà giustizia”.

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