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Coronavirus, infermiera non vaccinata finisce in rianimazione

La situazione nell'Ulss 7: sono 40 gli operatori sospesi per non essersi vaccinati, altri 130 in attesa di valutazione e circa 1800 quelli del personale esterno, come i dipendenti delle case di riposo, contrari al vaccino

In questi giorni il reparto di rianimazione del San Bassiano, dove finiscono i malati covid, è chiuso per lavori di ristrutturazione. L'unica paziente che si trovava in terapia intensiva, un'infermiera di 61 anni, è stata trasferita a Santorso. L'operatrice, che non aveva particolare patologie, la settimana scorsa è risultata positiva al tampone ed è stata ricoverata con problematiche respiratorie per poi essere appunto trasferita in rianimazione con una situazione clinica stazionaria. La donna non si era ancora vaccinata. 

Ma quanti sono i dipendenti della Ulss 7 che - per vari motivi - non hanno provveduto alla vaccinazione? In tutto circa 170 operatori , tra medici, infermieri e operatori sociosanitari. Per 44 di loro è arrivata la lettera di sospensione mentre per i restanti circa 130 sono già arrivate due raccomandate con le quali si invita a provvedere alla profilassi. Se si considera anche il personale esterno, compresi quindi anche i dipendenti delle case di riposo, il numero di contrari al vaccino si alza. Sono infatti circa 1800 quelli che non hanno ancora provveduto all'inoculazione. 

IL REPORT: IN OSPEDALE QUASI SOLO NON VACCINATI

«Per tutti loro c'è una commissione che sta valutando le decisioni da prendere -  sottolinea il direttore sanitario dell’Ulss 7 Antonio Di Caprio - ed è un peccato perché questo è un lavoro enorme e dispendioso che si sarebbe potuto evitare per questa fetta di personale che non si è ancora vaccinata». Nei due ospedali della Pedemontana - Bassano e Santorso - ormai i ricoverati sono per la maggior parte non vaccinati. «I vaccinati che finiscono nei reparti - aggiunge Di Caprio - sono anziani con già altre patologie mentre il profilo medio delle persone che hanno sviluppato una forma non asintomatica del virus e che necessitano di cure ospedaliere è quella di un giovane-adulto, non vaccinato, di età compresa tra i 50 e i 60 anni». 

Attualmente sono 21 i ricoverati nelle due strutture della Pedemontana, 1 dei quali - l'infermiera appunto - in rianimazione. Ogni giorno, nell'Alto Vicentino sono circa 40 i nuovi contagi ma la pressione negli ospedali rimane fortunatamente bassa proprio per la campagna vaccinale che ormai ha coinvolto circa il 70% della popolazione. Anche l'inizio della scuola non ha creato per ora grossi problemi con 8 positivi registrati nelle scuole materne del territorio, 7 bambini e un insegnante. A far da padrone nelle infezioni, vale a dire nel 95% dei casi, la variante Delta. 

«L'appello è sempre quello di vaccinarsi - conclude Di Caprio - fino al 10 agosto le agende erano piene, ora stiamo salendo molto lentamente». E l'immunità di gregge, che prevede la copertura vaccinale di almeno l'80% della popolazione, non è proprio dietro all'angolo. 

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