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«La questura è in ginocchio, noi in braghe di tela: basta tagli»

Mentre la Silp-Cgil lancia una campagna nazionale per denunciare le gravissime carenze quanto a personale e retribuzioni nella Polzia di Stato, dai corridoi di viale Mazzini si moltiplicano i malumori degli agenti scontenti. Un sostegno alla iniziativa giunge pure dal sindacato indipendente Cub, che frattanto attacca il primo cittadino berico sul fronte delle «ristrettezze in cui versano anche i vigili urbani»

«Siamo senza risorse e senza organici, per il governo i nostri sacrifici valgono 24 euro lordi al mese, meno di mezzo caffè al giorno». In una nota diffusa ieri 11 luglio non ha usato mezzi termini Vita Scifo, segretaria provinciale berica della Silp, la federazione che in seno alla Cgil «tutela i dipendenti della Polizia di Stato». La sigla infatti, nel Vicentino come in tutta Italia oggi ha dato vita ad una protesta ad ampio spettro per denunciare le condizioni di grande difficoltà in cui versa il personale della stessa Polizia di Stato. I sit-in si sono tenuti davanti a numerosissime prefetture del Belpaese: non a Vicenza, dove il personale è così scarso che il sindacato non se l'è sentita di sottrarne altro ai servizi già programmati.

LA DISAMINA E IL CASO SUICIDI
Scifo nel tratteggiare la situazione nel Vicentino non fa sconti: «Non c'è alcuna assunzione straordinaria di personale per compensare i pensionamenti, come dimostra la drammatica carenza di agenti della nostra questura; gli stipendi sono fermi al 2021, per i dirigenti poi non è stato mai firmato il primo contratto dal 2017. Pochissime sono le attenzioni per le condizioni di lavoro e per il benessere organizzativo delle poliziotte e dei poliziotti, mentre di pari passo esplode il fenomeno dei suicidi: 28 casi dall'inizio dell'anno ad oggi a livello nazionale tra tutto il personale in divisa. Ad ogni modo a Vicenza non attueremo un presidio davanti alla nostra prefettura così come, invece, accadrà contestualmente nelle altre province d'Italia. Comunque ritengo una presa in giro fare finta che vada tutto bene».

«SIAMO ALLA CARITÀ»: PAROLE COME MACIGNI
Per la questura vicentina, da anni ospitata nel complesso di viale Mazzini, l'analisi della Silp pesa come un macigno. «Nella nostra città - si legge - siamo alla carità: tanti poliziotti all'Ufficio passaporti per fare fronte a un'emergenza che è divenuta quotidianità, a discapito di tutti gli altri uffici che hanno un front-office. A partire dall'Ufficio immigrazione che, peraltro, continua a organizzare almeno tre o quattro accompagnamenti a settimana di extracomunitari, irregolari sul territorio nazionale, di solito pluripregiudicati, ai centri per il rimpatrio. Per non parlare dell'ordine pubblico dove ormai vengono impiegate le solite dieci-quindici persone». Peraltro da settimane le voci degli agenti che si levano giorno dopo giorno descrivono una condizione che oscilla tra il cronico e l'acuto: «La questura è in ginocchio e noi ormai siamo in braghe di tela: basta coi tagli». Questo è «il sentiment» che a mezza bocca circola fra operatrici ed operatori che ormai si è trasformato in un grido di dolore che fatica a rimanere circoscritto tra i corridoi.

UN CAHIERS DE DOLÉANCE ANCHE PER BASSANO
«A coloro che chiedono maggiore presenza sul territorio da parte nostra - attacca la segretaria - bisognerebbe  raccontare meglio la situazione di emergenza della nostra realtà lavorativa. A Bassano del Grappa per diverso tempo non è stato possibile avere in servizio la pattuglia della volante sul territorio per mancanza di personale. Il commissariato è sotto organico contando sulla carta, ripeto sulla carta, 39 unità compresi i civili, i tecnici e il vicequestore che lo regge». La situazione peraltro è così delicata nel Vicentino che la segretaria Scifo non se l'è sentita «di distrarre personale» rispetto ad un corpo personale «tanto esangue». Motivo per cui, spiega la dirigente sindacale ai taccuini di Vicenzatoday.it, oggi davanti alla prefettura non c'erano addetti della polizia di Satato a protestare. Cosa che è invece capitata in tanti altri centri italiani.

I «NUOVI POVERI IN QUIESCENZA» E L'EMOLUMENTO «VERGOGNOSO»
«A tutto questo - prosegue la Silp - aggiungiamo il contratto scaduto e gli straordinari pagati al netto circa otto euro l'ora; il tema delle pensioni e della previdenza complementare-dedicata che viene ignorato, cosicché gli agenti di pubblica sicurezza già ad oggi possono essere considerati i nuovi poveri in quiescenza. L'unica elemosina regalata ai poliziotti proprio in questo mese di luglio è un emolumento accessorio una tantum per il solo 2023, che dovrebbe compensare il mancato contratto. Parliamo di 24 euro lordi mensili a testa. Neppure mezzo caffè al giorno. Con una inflazione che viaggia oltre l'8% si tratta di un provvedimento vergognoso e offensivo per tutta la categoria».

LA STOCCATA A PALAZZO CHIGI, LA LEGGE MADIA E LE SFORBICIATE IN CALENDARIO PER IL 2027
Tanto che secondo Scifo a questo punto è auspicabile che l'attuale governo prenda in mano la situazione delle forze di polizia per ri-pianificare l'organico: «per ora non ci resta che piangere». Quella del 12 luglio 2023 infatti stando alla Cgil «rappresenta la prima tappa di un lungo percorso di mobilitazione che proseguirà se non registreremo una inversione di tendenza concreta nella gestione delle politiche di sicurezza del Paese. Infine non dimentichiamo che la cosiddetta legge Madia sul riordino delle carriere stabilisce che a partire dal primo gennaio 2027 la dotazione organica della Polizia di Stato passerà da 117.291 a 108.403 unità».

IL SOSTEGNO DELLA SIGLA DI BASE
La doglianza della Silp oggi ha trovato il sostegno anche di Maria Teresa Turetta, segretaria regionale del sindacato di base Cub. Che in una nota diffusa oggi mette in correlazione il periodo di difficoltà in cui versano le forze dell'ordine a livello nazionale con quanto accade in un'altra realtà che sconta criticità a non finire, quella della polizia locale. E come va Scifo anche Turetta in una sorta di moto pendolare si occupa di questioni sia vicentine sia nazionali.

«La protesta della polizia di Stato e quella della polizia locale sono analoghe». Il sindaco di Vicenza, il democratico Giacomo Possamai, stando alla segretaria, ha finito per assecondare «le politiche di austerity dettate dal governo Meloni». Poi un'altra considerazione: «Condividiamo in toto le ragioni che hanno spinto la Silp-Cgil anche a Vicenza a organizzare in tutta Italia una protesta del personale della polizia di Stato, il quale sconta da anni carenze di personale, organizzative, di dotazioni e di salario che fanno a cazzotti con le richieste per una sicurezza a misura d'uomo, equilibrata, efficace: richeste che giungono dalla cittadinanza nonché dalle stesse forze dell'ordine». Ai taccuini di Vicenzatoday.it Turetta peraltro parla di «ristrettezze indicibili in cui versano anche i vigili urbani del capoluogo vicentino».

QUADRO GENERALE «AL LIMITE DELLA DISTOPIA»
Peraltro a parere della Cub il grido d'allarme lanciato dalla Silp-Cgil non è che l'ennesima conferma di un quadro generale «al limite della distopia nel quale si colloca la deriva schizofrenica dei sindaci che per ragioni di bieco consenso elettorale e per nascondere le carenze del personale di polizia di Stato e carabinieri, anche su input dei vertici del Viminale, da anni appioppano agli agenti della polizia locale mansioni e servizi che non sono contrattualmente previsti e non sono adeguatamente retribuiti».

LA BORDATA A PALAZZO TRISSINO: «ANDAZZO INACCETTABILE»
Tanto che a detta di Turetta la recente indicazione del sindaco di Vicenza Possamai, «che nonostante la contrarietà dei suoi alleati, ha perseguito nella convinzione di confermare il turno serale-notturno della polizia municipale non è che la ennesima conferma di un andazzo inaccettabile in cui gli amministratori ben si guardano dal contrastare alla radice il problema: ovvero denunciare i tagli ad alcuni settori vitali della spesa pubblica che avvengono da parte dei governi di ogni colore politico».

POSSAMAI «SUCCUBE DI GIORGIA MELONI»
Proprio per questo, nella lettura degli eventi fornita dalla Cub, «la scelta di un Possamai che tira dritto sul turno notturno altro non è che la scelta di un sindaco che si è piegato ai diktat bisbigliati in silenzio, ma non per questo meno perentori, che gli sono giunti dal governo nazionale capitanato da Giorgia Meloni nonché dal Viminale».

La querelle nel capoluogo come nella provincia berica è noto da tempo. Vicenzatoday.it se n'è occupato non più tardi del 7 luglio. «Se, politicamente parlando, Possamai è succube di Giorgia Meloni, del ministro degli interni Matteo Piantedosi e delle loro politiche di austerity - si legge - non è certo colpa dei lavoratori».

MINNITI, LA RETROSPETTIVA E LA CRITICA TRASVERSALE
Tuttavia Turetta non fa sconti ad alcuna casacca politica volgendo all'indietro la sua analisi critica. «Se questo malnato solco - rimarca la segretaria - è lo stesso seguito in passato dall'ex viceministro dell'Interno Marco Minniti non è certo colpa dei lavoratori. Per questo proseguiremo la nostra lotta contro lo smantellamento dei servizi pubblici nonché a sostegno dei redditi e della qualità della vita degli agenti di polizia locale».

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