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Il papà di Iole scrive una lettera al papà di Giulia: "Gli assassini dopo 15 anni cominciano a riavere una speranza che a noi vittime è stata tolta per sempre"

Luigi Tassitani, padre della 40enne massacrata dal falegname bassanese Michele Fusaro, con una lettera indirizzata a Gino Cecchettin parla del dolore che accomuna le due famiglie

Luigi Tassitani, il padre di Iole, la 40enne rapita dal falegname bassanese Michele Fusaro e poi uccisa e fatta a pezzi, ha scritto una lettera al papà di Giulia Cecchettin. Ecco il testo integrale riportato da "La Tribuna di Treviso":

"Caro papà di Giulia, comprendo, forse più di ogni altro, il tuo (scusami del "tu") dolore e quello della tua famiglia perché hai sofferto e soffri, sia per la dinamica degli eventi che per il triste epilogo conclusosi con l'efferato delitto della tua cara figlia, quello che io e la mia famiglia abbiamo sofferto e ancora soffriamo. 
Sono anche io un "Gino"; sono Luigi Tassitani e nel 12 dicembre 2007 ho vissuto un simile tuo dramma cioè il rapimento, anche se a scopo di estorsione, di mia figlia Iole, di 40 anni, conclusosi la vigilia del Natale di quell'anno con il ritrovamento nel garage del suo assassino in un sacco di immondizie del suo corpo fatto a pezzi; forse, data l'efferatezza del delitto e la pubblicità giornalistica e degli altri mezzi di comunicazione, ne avrai avuto notizia, in quanto è avvenuto sempre nel Veneto, cioè a Castelfranco, non lontano da Vigonovo. 
Ora si parla di "femminicidio" per gli assassini delle donne per mano di fidanzati o mariti gelosi. Non è il caso di mia figlia, anche se conosceva il suo carnefice, ma mi sento comunque vicino alla tua triste vicenda, perché la perdita di una figlia è grave e dolorosa in qualsiasi caso, ancora di più se causata volontariamente per mano di altri: le nostre storie sono quindi simili e per questo mi sento vicino a te, il rapimento, l'angoscia e la ricerca per una settimana con la speranza che le nostre figlie tornassero a casa vive, poi invece la notizia che mai si sarebbe voluto immaginare o pensare, e la fine di tutto, la morte dentro anche per noi genitori, la vicinanza di tutto il Veneto e l'Italia con migliaia di messaggi e dimostrazioni di vicinanza. Si pensa di punire l'assassino Filippo con pene severissime, vale a dire l'ergastolo, mi auguro paghi la pena per intero! 
Noi invece abbiamo dovuto lottare contro il rito abbreviato che al tempo era applicabile anche ai reati che prevedevano l'ergastolo, dal 2019 per fortuna è stato abrogato per tali reati, nel caso dell'assassino di mia figlia con il procedimento abbreviato la pena è stata ridotta a 30 anni di reclusione avendo avuto uno sconto di pena rispetto alla richiesta di ergastolo. Dopo 15 anni, per buona condotta o altri motivi, ha iniziato ad usufruire di uscite dal carcere e non so se ora ne sia definitivamente uscito, ma credo di no per quello che ne ho notizia. 
Si favorirà dagli organi e comitati di assistenza dei carcerati, dopo un certo periodo di reclusione, la loro libertà, favorita anche dagli organi statali competenti, nella considerazione del sovraffollamento delle carceri, ma la vittima e i suoi familiari rimangono vittime tutta la vita con il vero ergastolo, gli assassini dopo 15 anni cominciano a riavere una speranza che a noi vittime è stata tolta per sempre. Sono fermamente convinto nell'idea che le pene giudiziarie per reati simili dovrebbero essere espiate per intero senza sconti mentre noi familiari gli sconti alla sofferenza non li abbiamo. 
Caro Gino, scusami se queste mie poche righe non ti hanno portato conforto. So che hai perso anche tua moglie, anche io ho perso l a mia, la mamma di Iole, meno di un anno fa, è morta di dolore dopo 16 anni di silenziosa sofferenza, ma io penso di starti vicino e condividere, come padre, questo dramma che ha sconvolto te e la tua famiglia con l'augurio che Giulia sarà sempre viva nel tuo cuore e nella tua vita. 
Con un immenso fraterno abbraccio". 

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